Capitolo 10

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"Hey. Mi dispiace tanto di non aver risposto alle tue chiamate. Come hai detto tu, in questo momento sono al campo per gli allenamenti e ho bisogno di concentrarmi, ma ti chiamerò non appena torno a casa così possiamo parlare. Promesso. E mi manchi anche tu – Lauren"

Premetti il pulsante e inviai il messaggio a Emily. Non era la risposta migliore ma non riuscivo a pensare ad altro. Di solito facevo di meglio, ma non avevo idea di cosa dirle a quel punto. E quello era piuttosto patetico considerando quante ore avessi passato a pensare alla mia ragazza e a come rimediare. Non volevo ferirla. Per l'amor del cielo, mi piaceva e forse avrei potuto amarla in futuro.

Se non ci fosse stato quello strano nodo allo stomaco quando pensavo alla ragazza più giovane e all'unica persona di cui mi ero innamorata fino a quel momento. La mia conversazione con Camila della scorsa notte mi faceva ancora girare la testa e il ricordo di lei che mi supplicava di dirle che fosse finita mi faceva battere il cuore in modo irregolare. Anche in quel momento, a colazione, la mattina dopo, stavo fissando il vuoto e rimuginando sulle sue parole. Vuole andare avanti, mi ripetevo nella mia testa. E probabilmente avrei dovuto lasciarla andare. Ma non l'avevo già fatto? Stavo cercando di essere sua amica senza essere troppo coinvolta, ma quella era una linea molto sottile.

- "Ehi Camila, siediti con noi" Udii Normani che improvvisamente mi tirava fuori dai miei pensieri. Lasciai cadere il cucchiaio come un'idiota quando guardai in alto e vidi la mia compagna di squadra dagli occhi marroni. Prese la mano di Lara e usò l'altra per portare il vassoio. I nostri occhi si unirono per un secondo e pensai che l'organo che pulsava nel mio petto sarebbe davvero esploso.

- "Buongiorno" Rispose con voce roca e con un sorriso sorprendentemente rilassato. Il modo in cui la sua voce suonava così roca al mattino non stava aiutando il mio cuore pulsante a calmarsi.

- "Buongiorno" Risposi facendo del mio meglio per sorridere anch'io.

Camila prese il posto di fronte a Normani con Lara in grembo. La piccola sembrava assonnata e non così energica come al solito. Vidi la giovane madre accarezzare amorevolmente i capelli di sua figlia. Le sue dita sottili corsero sapientemente attraverso le ciocche castano chiaro, facendo rilassare la bambina di tre anni che chiuse gli occhi in beatitudine. Anche se le avessi già viste spesso insieme, quell'immagine di affetto materno provocò ancora più scompiglio interiore se quello fosse anche possibile a quel punto. Era innegabilmente toccante quanto fossero unite ovviamente e quanto profondamente Camila tenesse e amasse Lara.

- "Lauren?"

- "Che cosa?" Chiesi confusa e capii che Camila e Normani mi stessero guardando interrogativamente.

- "Sei sorda o cosa?" Normani rise e non ero sicuro di cosa volesse dire "Camila ha appena chiesto come ti sei sentita dopo il primo round di allenamenti" La mia amica mi spiegò facendomi capire quanto fossi stata così tra i miei pensieri da non avevo notato la domanda per me.

- "Oh scusa" Balbettai quasi e cercai di riprendere rapidamente il mio equilibrio "Ehm, mi sento bene in realtà. Un po' dolorante qua e là, ma niente di troppo grave. E tu?"

- "O sei una specie di robot o io sono davvero fuori forma" Commentò la più giovane quasi ridacchiando e io rimasi sbalordita dal fatto che fosse così disinvolta dopo la scorsa notte "Devo ammettere che non sono mai stata così dolorante. Mi fa male tutto."

- "Mamma, sei ferita?" Lara parlò inaspettatamente e aggrottò le sopracciglia, la testa ancora appoggiata al petto di sua madre.

- "No, tesoro" Camila si placò all'istante e piantò un tenero bacio sulla fronte della bambina mentre le accarezzava continuamente i capelli "La mamma sta bene, è solo un po' stanca. Ti ricordi quando giochi troppo al parco e a volte ti fanno male i piedi e le gambe?"

CC7 (Traduzione Ita Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora