Capitolo 6

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L'impressionante prestazione di Camila della settimana precedente aveva convinto il nostro allenatore a farla giocare dal fischio di inizio a Chicago. Ma il gioco di quella settimana si rivelò essere completamente diverso da quello precedente. La ragazza dagli occhi marroni era apparentemente fuori di sé. Perse quasi ogni palla. La sua solita velocità era compromessa da errori inutili che non aveva mai fatto prima. Se non l'avessi conosciuta, avrei pensato che non avesse mai giocato a calcio un giorno in vita sua. Ero preoccupata perché la partita era ancora sullo 0-0 e avevamo bisogno di lei per vincere.

A peggiorare le cose, vidi riaffiorare la vecchia Camila dell'U-17; temperata, con la testa calda e incontrollabile. Aveva commesso più falli nel primo tempo di tutti gli altri giocatori messi insieme. E aveva già il cartellino giallo. Un altro fallo e probabilmente sarebbe stata espulsa. Non sapevo spiegarmi cosa le fosse successo nelle ultime 24 ore perché la mattina prima nel mio appartamento aveva riso di gioia mentre mi spalmava la faccia con lo sciroppo al cioccolato. Quello era stato un cambiamento completo.

Le passai la palla, correndo poi per crearle un po' di spazio, ma lei perse di nuovo la palla contro il suo difensore. Camila prese a calci lo stinco dell'avversario incautamente e sentimmo il fischio dell'arbitro. Le cose si sarebbero complicate presto. Vidi diversi giocatori di Chicago avvicinarsi alla bruna e scaraventarsi su di lei a causa del suo brutale fallo. Ma la mia compagna di squadra sembrava senza paura e improvvisamente spinse un altro giocatore a terra. Corsi per placare la situazione. Proteggendo la ragazza che indossava la mia stessa maglia, lo stadio stava impazzendo e così tutti gli altri.

Mel, il nostro capitano, trascinò via Camila, mentre Kristie e io cercammo di placare gli altri giocatori. Passarono pochi secondi e andai dall'arbitro nella speranza di mediare, ma lui aveva già in mano un cartellino e si avvicinò alla mia compagna di squadra con il numero sette sulla schiena.

- "Sei fuori!" Disse severo mostrando il cartellino rosso, a quel punto la centrocampista sinistra dovette lasciare immediatamente il campo non solo per il fallo ma anche per aver spinto un altro giocatore.

Vidi la frustrazione nei volti delle mie compagne di squadra, ma mi concentrai più che altro sulla bruna che se ne stava andando in silenzio. Cosa diavolo le era successo? Ultimamente non si era arrabbiata così tanto e io ero sconcertata dal suo improvviso cambio di atteggiamento. La pressione la stava sopraffacendo?

Qualunque cosa fosse, non avevo tempo per pensarci perché avevo una partita da giocare. Una partita che alla fine perdemmo 1-0. Giocare con un giocatore in meno era sempre difficile e anche se facemmo del nostro meglio, non fu sufficiente e subimmo un gol all'83esimo. Tutti erano incazzati, compreso il nostro allenatore. Eravamo sedute negli spogliatoi mentre ci urlava di non essere state abbastanza concentrate. Il mio cuore iniziò a battere più velocemente quando si rivolse a Camila, che era seduta in un angolo da sola.

- "E tu che diavolo hai avuto oggi? Ti ho dato una possibilità perché hai davvero brillato la scorsa settimana. Ma non puoi comportarti ancora come oggi, non importa quanto bene hai giocato la settimana prima! Non c'è spazio per comportamenti egoistici in questa squadra e non voglio che accada di nuovo Cabello. Se hai una giornata no, dimmelo e non ti metto sul fottuto campo, no che hai lasciato le tue compagne di squadra così. Mai più, capito?"

Lei annuì e vidi gli occhi marroni di solito espressivi essere completamente vuoti. Mi stava davvero spaventando, ma a quel punto avevo troppa paura per avvicinarmi a lei.

Tornate in hotel, tutte erano ancora giù per la partita persa. Avevo sentito diverse giocatrici avvicinarsi a Camila, dicendole che non fosse colpa sua e che non avrebbe dovuto essere così dura con se stessa. Ma il suo comportamento distaccato era iniziato ancor prima di essere espulsa. Era iniziato la mattina quando eravamo volate lì. Non parlava con nessuno e mentre capivo che la nostra situazione a volte fosse ancora tesa, mi chiedevo perché fosse tornata al suo vecchio modo di essere inavvicinabile.

CC7 (Traduzione Ita Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora