Lauren's PovSembrava tutto un sogno, o meglio un incubo. Ero appena tornata dall'ospedale, di nuovo nella camera d'albergo, e stavo preparando le valigie. In qualsiasi altra circostanza, ero sicura che l'albergo mi avrebbe buttata fuori per aver vandalizzato il loro bagno. Spiegando la situazione familiare che aveva provocato il mio crollo, Normani era riuscita a ottenere la loro pietà. Ero stata in grado di rimanere per un'altra notte e così anche la mia cara amica.
Normani non solo mi aveva portata in ospedale, ma era stata lì tutto il tempo mentre mi avevano messo dei punti alla mano e una flebo per smaltire la sbornia. Era un'amica fedele ed ero sicura di non meritarla. La benda sulla mano mi dava già fastidio. Per fortuna, avevo un'alta tolleranza al dolore e i punti non mi davano troppo fastidio. Era fastidioso ma il dolore non era poi così forte. Non era niente in confronto al dolore che provavo ogni volta che ripensavo a quello che era successo in bagno poche ore prima.
Lo sguardo di paura negli occhi di Lara sarebbe rimasto per sempre impresso nel mio cervello. Mi provocava un brivido freddo lungo la schiena ogni volta che lo ricordavo. Il mio battito era di nuovo alle stelle, mentre la mia mente vagava al fresco ricordo di me che urlavo a Camila e crollavo completamente di fronte a lei. Insieme a tutto il resto, ero riuscita a rovinare l'unica cosa buona della mia vita. Non avevo alcun dubbio che non avrei avuto notizie di Camila tanto presto, giustamente aggiungerei. Non avrei voluto parlare con me stessa se fossi stata nella sua posizione.
Sentii bussare alla porta e pensai che fosse Normani che era uscita a prendere la cena. Il mio cuore crollò quando vidi le familiari sfere nocciola incontrare il mio sguardo. Quella era la vita reale?
- "E-ehi" Balbettai chiaramente sorpresa di vedere Camila in piedi di fronte a me.
- "Ehi" Mi rispose lei dolcemente "Posso entrare?"
- "Certo" Annuii dopo aver realizzato che le stessi bloccando la strada con il mio sguardo sfacciato e immobile "Pensavo che tutti fossero andati via."
- "Dinah e io abbiamo riprogrammato i nostri voli" Mi infornò la più giovane entrando nella stanza "Volevamo essere sicure che tu stessi bene."
Ero scioccata. Seduta sul bordo del mio letto, l'altra bruna tirò fuori una sedia e si sedette di fronte a me. Ero troppo scossa per parlare e la guardai solamente, mentre i suoi occhi cadevano sulla mia mano ferita. Non fu una cosa cosciente ma mi irrigidii all'istante. La realtà di ciò che aveva visto prima stava iniziando a farsi strada di nuovo.
- "Come va la mano?" La sua voce suonò roca per un momento, ma ancora morbida.
- "Va bene. Solo un paio di punti" Risposi con nonchalance perché in quel momento non me ne fregava niente della mia mano.
- "Ti fa male?"
- "Non proprio" Risposi vagamente e mi sentii così incredibilmente vulnerabile sotto il suo sguardo scrutatore. La preoccupazione era palesemente evidente e seguì un momento piuttosto lungo di silenzio imbarazzante. Scuotendo nervosamente la gamba, trovai finalmente il coraggio di parlare "Non so cosa dire se devo essere onesta. Non c'è niente che potrei dire per spiegarti quanto mi dispiace. Mi vergogno così tanto... riesco a malapena a guardarti."
- "So che non avresti mai voluto che succedesse" Il tono di Camila era gentile e mi incoraggiò ad andare avanti.
- "Non devi dirmelo se non vuoi ma... come sta Lara?" Chiesi con attenzione e i nostri occhi si incrociarono per un secondo.
- "Si è appena addormentata" La ragazza di fronte a me si strofinò brevemente la tempia "Dinah è con lei in questo momento."
- "Adesso mi odia" Conclusi a bassa voce e guardai il pavimento, mortificata.
STAI LEGGENDO
CC7 (Traduzione Ita Camren)
FanfictionLauren e Camila sono due dei più promettenti talenti calcistici del paese. Le due abili ragazze giocano per la squadra U-17 degli Stati Uniti per vincere il campionato del mondo in Costa Rica. La loro connessione sul campo è evidente, ma che succede...