Capitolo 3

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Camila stava correndo lungo il lato sinistro del campo, i suoi piedi veloci gestivano perfettamente la palla mentre dribblava attorno alla prima difenditrice. Sembrava impossibile, ma era ancora più veloce di quanto non fosse stata nell'U-17. Anche la nostra difenditrice più esperta non riuscii a fermarla.

Se non fossi stata così arrabbiata con lei, sarei stata sicuramente sbalordita come tutti gli altri. Tutte le mie compagne di squadra vedevano il giovane talento farsi strada verso l'obiettivo prima di passare la palla al nostro attaccante che doveva solo farla entrare.

- "Ben fatto!" Gridò il nostro allenatore da bordocampo. Volevo dare un pugno a qualcuno in quel momento.

Quello era il mio territorio. La mia squadra. Chi diavolo credeva di essere Camila? Non poteva semplicemente tornare indietro nella mia vita e reclamare l'unica cosa che significava per me più di ogni altra cosa. Se non avessi più potuto giocare a calcio allora cosa mi rimaneva, onestamente? La mia rabbia era appena stata alimentata anche dai miei compagni di squadra che applaudivano e incoraggiavano la novizia per le sue prove chiaramente impressionanti. Lei avrebbe fatto parte della squadra. Non c'era alcun dubbio nella mia mente a riguardo. Era troppo brava e chiunque sarebbe stato un idiota a non farla giocare, anche se aveva bisogno di mettersi un po' in forma.

La partita alla fine proseguì e la volta successiva in cui la ragazza ebbe la palla, corsi e provai a contrastarla per la prima volta anche se non fosse il mio compito. La conoscevo meglio degli altri. C'era almeno una possibilità che potessi anticipare la sua mossa successiva, così non mi avrebbe superata. Lei esitò brevemente e io proseguii ma lei riuscì in qualche modo a schiacciare la palla sul mio piede. Le sue abilità erano assurde per qualcuno che non giocasse in modo professionistico da anni. Ma io ero furiosa e finii per placcarla da dietro in modo che non sarebbe riuscita a passare.

Camila cadde a terra e sentii gli altri giocatori ansimare a causa del mio brutto fallo.

- "Lauren, vacci piano! Potresti averle fatto male" Il nostro capitano si precipitò mentre la ragazza si sedeva sofferente. Mi guardò con un misto di incredulità e rabbia.

- "Non siamo più nell'U-17. Se non sa gestire un placcaggio, allora non dovrebbe provare per i campionati più importanti" Sputai fuori e sentii gli occhi marroni penetrare nei miei. Si alzò di scatto e capii che fosse vicina a perdere le staffe, ma si trattene. Qualcuno mi tirò la maglietta e notai che Kristie mi stesse trascinando via.

- "Fermati" Mi sgridò la bionda, ma io sentii l'allenatore gridare il mio nome. Quello non era un buon segno. Corsi fino all'uomo dai capelli grigi e mi ricordai un caso simile di qualche anno prima.

- "Ci sono problemi Lauren?" Chiese fermamente.

- "No, coach."

- "Sicura? Ti piacerebbe spiegarmi allora perché stavi quasi per rompere la caviglia alla tua compagna di squadra?"

- "È...è stato un incidente. Ero soltanto in ritardo con il placcaggio" Mentii perché avrei potuto farla passare, ma avevo fatto emergere la mia frustrazione in modo pericoloso.

- "Non so cosa ti stia succedendo oggi ma deve finire. Parte del motivo per cui voglio che lei si unisca a noi è perché so come giocavate insieme. Potremmo veramente usare quella magia che voi due avevate allora" Spiegò il mio allenatore e avevo voglia di gridare quando parlò del "magico gioco" che facevamo insieme "C'è un motivo per il quale non dovrei considerare Camila per questa squadra?"

- "No" Dissi tranquillamente dopo un po' di esitazione.

- "Ok allora. Tutti alle docce, abbiamo finito."

CC7 (Traduzione Ita Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora