Ero sempre una delle prime persone ad alzarsi al mattino. E così anche Normani, motivo per il quale mi piaceva stare con lei tra le altre cose. Non dovevo preoccuparmi di svegliarla e potevo godermi le ore mattutine con lei.
Quel giorno era diverso però. Lo stress e l'ansia del giorno prima mi avevano messo a dura prova più del previsto. Ero ancora a letto e mi sentii completamente fuori di testa quando sentii due persone parlare nella stanza.
- "Dorme ancora?" Riconobbi la voce stupita di Camila mentre cominciavo a svegliarmi dal mio sonno.
- "Sì, forse sta un male o qualcosa del genere" Rispose Normani ma io iniziai a strofinarmi gli occhi e mi misi seduta sul letto.
- "Sono sveglia" La mia stessa voce si spezzò come a volte succedeva al mattino. Entrambe mi guardarono e io mi stiracchiai leggermente per liberarmi della tensione nel mio corpo.
- "Buongiorno" Camila sorrise e il mio cuore sussultò all'istante di fronte alla realizzazione di quello che fosse successo il giorno prima.
- "Giorno" Respirai piano cercando di sembrare disinvolta poiché non volevamo che nessuno delle nostre compagne di squadra sapesse di noi ancora.
- "Credo che andrò di sotto a fare colazione così voi due potrete pomiciare" Sbottò Normani all'improvviso. Beh, alla faccia del nostro piano di mantenerlo segreto.
- "Che cosa?" La più giovane nella stanza quasi soffocò "Pensavo...non volessi dirlo alla gente" Camila ovviamente pensava che lo avessi detto io a Normani.
- "Non l'ha fatto infatti" La mia amica rise mentre osservava le nostre espressioni scioccate "Ho sempre sentito che ci fosse qualcosa tra voi e quando entrambe avete rifiutato la cena la scorsa notte per rimane qui" Disse citando le nostre stesse parole mentre io arrossivo "È stato abbastanza ovvio."
- "A te o a tutti?" Chiesi subito perché non mi dispiaceva che Normani sapesse la verità.
- "No, penso di essere solo io. Le altre non ne hanno la più pallida idea e non ho intenzione di dirglielo" Spiegò la nostra amica e io sospirai sollevata.
- "Grazie Mani" Risposi con apprezzamento prima che Camila ripetesse le mie parole di gratitudine.
- "Nessun problema. Ci vediamo a colazione" Ci fece l'occhiolino e poco dopo uscì dalla stanza.
Facendo un respiro profondo, mi passai la mano tra i capelli disordinati e vidi Camila avvicinarsi lentamente al letto. Era così bella con la giacca della tuta rossa della squadra. Non riuscivo a trattenermi, ma ero ancora in soggezione per la sua bellezza ogni volta che la vedevo. Non ero superficiale, ma apprezzavo il fatto che attrasse tutti i miei sensi. Mentre si sedeva, sentii la sua mano accarezzare teneramente la mia guancia, il che fu inaspettato quanto confortante.
- "Come ti senti?" La più giovane mi chiese chiaramente preoccupata "Sembri esausta."
- "Mi sento un po' in ansia" Ammisi.
- "Per la partita?"
- "Anche per quello" Sospirai piano e non volevo essere così negativo ma le mie rotelle avevano ripreso a girare.
- "Hai avuto notizie di tua madre?" La centrocampista sinistra capì subito di cosa stessi parlando senza che io lo dicessi.
- "No, non ancora" Risposi sinceramente "Questo è probabilmente il motivo per cui mi sento così nervosa."
La mano che era stata posata sulla mia guancia pochi secondi prima stava a quel punto raggiungendo il mio mento. Si avvicinò e io capii cosa stesse per fare, ma io mi tirai indietro leggermente. La sua espressione inorridita mi fece capire che probabilmente avesse paura che quello sarebbe stato un altro giro del nostro avanti e indietro.
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CC7 (Traduzione Ita Camren)
FanfictionLauren e Camila sono due dei più promettenti talenti calcistici del paese. Le due abili ragazze giocano per la squadra U-17 degli Stati Uniti per vincere il campionato del mondo in Costa Rica. La loro connessione sul campo è evidente, ma che succede...