Mentre Iris era sull'isola, Wendy si era recata di nuovo in ospedale ad assistere Dawon. La giornata era trascorsa abbastanza tranquillamente, incursioni dell'infermiera Maria a parte, ed era già arrivata l'ora di cena. Iris non si era ancora fatta sentire e Wendy cominciava a preoccuparsi. Aveva provato più volte a chiamarla al cellulare, ma non aveva mai ricevuto risposta; scattava sempre la segreteria con il solito avviso: "numero non raggiungibile". Il GPS collocava Iris ancora sull'isola, ma si stava facendo buio e in più era scoppiato un brutto temporale. Si era alzato il vento e la pioggia era fitta, era praticamente impossibile allontanarsi in barca in quel momento.
«Merda!» imprecò l'agente, camminando nervosamente avanti e indietro per la stanza con in mano il cellulare, controllando per l'ennesima volta il segnale GPS.
«Wendy, tutto ok?» le chiese Dawon, un po' preoccupato, ma fu ignorato. «Wendy?» provò a chiamarla di nuovo.
«Cavoli, devo uscire...» disse tra sé e sé la ragazza, prendendo la giacca e andando verso l'uscita.
«Wendy!» la richiamò Dawon, questa volta a voce più alta. Si era alzato dal lettino dell'ospedale e l'aveva fermata per un braccio. «Che sta succedendo?»
«Devo andare. Iris è ancora sull'isola, devo andare a prenderla!» spiegò sbrigativamente.
«Che isola?»
«Non lo so, è partita stamattina per un'isola vicino alla costa e ha detto che sarebbe tornata entro stasera, ma non riesco a contattarla.»
«Non puoi andare in mezzo a questa tempesta, è pericoloso! Sicuramente domani mattina il mare sarà più calmo e potrai andare a prenderla.»
«Ma è là fuori da sola! Se le è successo qualcosa? Devo andarci!»
«Se è sulla terra ferma in qualche modo se la caverà, non preoccuparti. Resta qui per stanotte, andare in mare è quasi sicuramente un suicidio.»
«Ok...» rispose Wendy. Riflettendoci meglio, uscire in mezzo alla tempesta non avrebbe di certo risolto nulla.
«Vieni, andiamo a sederci.» Dawon, con il braccio sano, spostò due sedie davanti alla finestra e si sistemò vicino a lei, pensando a un modo per tranquillizzarla. «Provo a chiamare Taeoh e Daeju, magari sanno se Iris è rientrata.»
«Sì, chiamali. Magari è con loro...»
Dawon provò a chiamare Taeoh, ma anche il suo telefono era irraggiungibile, allora chiamò Daeju.
«Pronto?» rispose il ragazzo dall'altro capo del telefono.
«Daeju, sai dov'è Iris? Wendy è un po' preoccupata visto che non è ancora tornata.»
«Uhm, Iris?» ripeté lui, pensandoci un attimo. Probabilmente non si aspettava quella domanda. «No, non so dove sia...»
«Uhm. E Taeoh? Non risponde al telefono, per caso è lì con te?»
«No, stamattina ha noleggiato una barca per andare su un'isola, sarà ancora là probabilmente.»
«Su un'isola? Anche lui?» chiese conferma Dawon, un po' allarmato.
«Chi altro?»
«Iris! Saranno andati insieme?»
«È vero, ora che ci penso mi aveva detto che sarebbe andato a cercarla prima di partire. Di sicuro con questo temporale saranno rimasti là per la notte.»
«Umm, ho capito. Va bene, ci vediamo domani allora. Se si mettono in contatto con te fammi sapere.»
«Ok, ciao.»
Dawon aveva messo la chiamata in vivavoce così che anche Wendy potesse sentire.
«Quindi potrebbe essere con Taeoh. La cosa mi consola.» disse la ragazza, tirando un sospiro di sollievo.
«A me non molto...» si lasciò sfuggire Dawon, pensando a ciò che gli aveva detto Taeoh la sera prima. Buffy e James non stavano rispettando gli ordini, probabilmente Taeoh era andato con lei per evitare che si trovasse da sola davanti a loro e poi erano rimasti entrambi bloccati sull'isola. Nella peggiore delle ipotesi anche i novellini erano con loro. Improvvisamente si rese conto delle complicazioni a cui stava andando incontro il collega per rispettare la sua richiesta di non uccidere le agenti. Da un lato si sentiva un po' in colpa, ma dall'altro sentiva di voler proteggere Wendy e non avrebbe permesso a nessuno di fare del male a lei o alle sue amiche per un semplice capriccio di Ray.
«Perché?» chiese preoccupata Wendy, risvegliandolo dai suoi pensieri.
«Oh, ehm... perché Taeoh non sa badare a se stesso, non si porta mai dietro niente!» tentò di giustificarsi lui.
«E quindi? Almeno non sono soli.»
Dawon si affrettò a cambiare discorso.
«Comunque, prova a chiamare anche Lizzy.»
Wendy, non molto convinta dell'idea del ragazzo, provò comunque a chiamare la bionda, sperando ne sapesse qualcosa.
«Che vuoi?» rispose la voce squillante di Lizzy dall'altro capo del telefono.
«Iris è per caso tornata? È con te?»
«No, e mi stavo godendo la vostra assenza. Sai mica dov'è Taeoh per caso?»
«No... sia lui sia Iris sono scomparsi, per questo te lo chiedevo.»
«Accidenti! Ma dov'è finito? Quell'uomo trasuda sesso da tutti i pori. Mamma mia, pure la voce è sexy! Ieri mi è sfuggito da sotto al naso, ma se lo becco stasera gli salto addosso!»
«Lizzy, sei in vivavoce... con il suo migliore amico.»
«Mi stai suggerendo di chiedere a lui?»
«No, idiota! Ti sto dicendo che hai appena fatto una figura di merda!»
Wendy le riattaccò il telefono in faccia senza dirle nient'altro.
«Focosa la ragazza...» commentò Dawon, divertito per la figuraccia e incredulo allo stesso tempo.
«Già. Comunque, Iris non è nemmeno con Lizzy, come pensavamo. Accidenti, sapevo che sarei dovuta andare con lei!»
Vedendola così agitata, Dawon le mise un braccio intorno alle spalle per rassicurarla e cercò di tirarla su di morale.
«Immagino quanto tu possa essere preoccupata, però non sentirti in colpa, ok? Sicuramente se ha deciso di andare da sola è perché sapeva che saresti andata a cercarla in caso di bisogno.»
«Ma non posso andarci!»
«Sono certo che domani mattina la troverai sana e salva. C'è anche Taeoh con lei, sicuramente non la lascerà sola.»
«Lo spero...»
«Io vorrei accompagnarti, ma in queste condizioni non posso muovermi da qui. Però chiederò a Daeju di venire con te domani, ok?» Dawon si sentiva veramente impotente da quando era entrato in ospedale. Avrebbe tanto voluto agire in prima persona e proteggere Wendy, non lasciare che si occupassero di tutto i colleghi. Li stava facendo finire in un mare di guai e, se da un lato cercava di tranquillizzare la ragazza, dall'altro anche lui era piuttosto preoccupato e aveva paura che potesse succedere qualcosa di brutto anche a lei.
«No grazie, posso farcela da sola.»
«Ma se andrai da sola starò in pensiero per te...» tentò di convincerla lui. Se fosse sparita anche lei come Iris gli sarebbe di certo preso un colpo.
«Perché?»
«Forse è un po' fuori luogo, però...» prima di rendersene conto aveva iniziato a parlare in modo sincero dei propri sentimenti «Il fatto che tu ti sia presa cura di me in questi giorni...»
«Beh, ti ho fatto quasi uccidere... non era intenzionale, però è stata pur sempre colpa mia.»
«So che ti sentivi in colpa, ma avresti anche potuto non farlo. All'inizio ti ero solo molto grato, però... ora credo di provare qualcosa per te.»
«C-cosa?» chiese lei, sorpresa.
«Mi piaci.»
Wendy rimase a bocca aperta. Tutto si aspettava tranne che Dawon si sarebbe preso una bella cotta per lei solo perché l'aveva accudito per qualche giorno. Certo, anche a lei non dispiaceva la sua compagnia e forse le piaceva anche, ma solo un pochino. Non era minimamente pronta ad affrontare una dichiarazione, era troppo presto e Dawon poteva anche starsi sbagliando, preso com'era dall'agitazione del momento. Era abbastanza sicura che l'avesse solo idealizzata. Figuriamoci, la credeva la sua salvatrice! Si stava sicuramente sbagliando e lei non avrebbe mai messo a repentaglio il proprio lavoro per assecondare un'emozione fugace.
Vedendo che Wendy non accennava a rispondere, il ragazzo cominciò a sentirsi in imbarazzo per aver frainteso tutto. Era convinto di piacerle anche lui, ma evidentemente si era sbagliato.
«Se non ti piaccio non sei costretta a ricambiare ovviamente.»
A quel punto Wendy si fece coraggio e prese la parola.
«Io no. Non ho mai, minimamente, pensato a te in quel modo.» Lo stava detestando per aver tirato fuori l'argomento. Non riusciva a sopportare la situazione di imbarazzo che si era creata tra loro. Avrebbe dovuto restare tutto com'era per poi dissolversi nel nulla al momento opportuno, invece così Dawon aveva messo i suoi sentimenti in parole e a lei era toccato prendere una posizione. L'unica cosa che era riuscita a fare era stata trattarlo duramente, era convinta che fosse l'unica soluzione possibile. Gli avrebbe fatto capire che si sbagliava sul suo conto, si era solo infatuato perché si era presa cura di lui.
«Immaginavo, non fa nulla...» il rifiuto lo colpì più dolorosamente del previsto. «Credo andrò a letto ora, sono un po' stanco.» Dawon pensò che sarebbe stato meglio per entrambi se avesse fatto finta di dormire, avrebbe evitato il disagio di sostenere forzatamente una conversazione.
«D'accordo.» rispose freddamente lei. «Buona notte.»
«Buonanotte.»
Wendy rimase seduta davanti alla finestra, aspettando che il temporale cessasse. Immersa nei propri pensieri non poté fare a meno di chiedersi se avesse fatto bene a rispondere in modo così perentorio.
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Dangerous
ActionTra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperar...