Undici e tredici minuti. Non era trascorso molto tempo da quando Iris e Wendy avevano consegnato l'SD a Lizzy e avevano deciso di prendersi un po' di tempo per godersi la serata. Da allora, Dawon e Taeoh si erano preoccupati di tenerle d'occhio a debita distanza, aspettando il momento giusto per agire. Erano del tutto convinti che l'SD fosse in mano a una delle due, perciò non avevano nessuna intenzione di lasciarsele sfuggire, ma isolarle sembrava tutto tranne che semplice. Se le ragazze avessero lasciato subito l'hotel che ospitava l'asta, loro avrebbero potuto seguirle ed eliminarle senza problemi in qualche vicolo sperduto. Sarebbe stato facile far passare l'omicidio per una rapina finita male o qualcosa del genere. Tuttavia, le due non sembravano intenzionate ad andarsene tanto presto e finché fossero rimaste nella sala non ci sarebbe stato alcun modo di agire senza uscire allo scoperto. Ogni minuto perso era potenzialmente pericoloso per l'esito della missione. Sarebbe bastato poco a cambiare le carte in tavola: la comparsa di un complice, la consegna dell'SD a qualcuno di non identificato dal database della loro associazione mafiosa o addirittura la consegna dei dati in maniera digitale al capo. L'unica soluzione possibile era tenerle impegnate e impedire loro di incontrarsi con altri possibili agenti o di mettere mano agli strumenti tecnologici. Approcciarle insieme sarebbe stato spudorato e la possibilità di essere snobbati era troppo alta, perciò ora che le due si erano separate era il momento ideale per agire. Dawon aveva visto Wendy al buffet e aveva colto l'occasione per avvicinarla. Con la scusa di prendere esattamente quello che stava prendendo lei, le sfiorò la mano.
«Oh, scusa!»
«Il mondo è piccolo, eh?» ironizzò la ragazza.
«Eh già! Non partecipi all'asta?»
«Questi quadri sono orribili.»
«Te ne intendi di arte?» Chiese Dawon, facendole strada verso un tavolino a cui sedersi. Se davvero voleva sapere che fine avesse fatto quella maledetta SD doveva inventarsi qualcosa al più presto. L'ideale sarebbe stato cercargliela addosso, ma con quale scusa? Non poteva certo mettersi a frugarle tra i vestiti come se niente fosse.
Contemporaneamente anche Taeoh si era avvicinato al proprio obiettivo. Aveva visto Iris andare a prendere un cocktail ghiacciato e l'aveva seguita con la scusa di un bicchiere di vino rosso. Fingendo un incontro fortuito richiamò l'attenzione della ragazza con un saluto amichevole. Lei si limitò a ricambiare sorridendo gentilmente, ma non aggiunse altro. Aveva un'aria un po' stanca e non sembrava molto propensa a iniziare una conversazione. Una pessima premessa.
«Quindi eri qui per il buffet, non per l'asta...» Taeoh decise di buttarla sul ridere.
«Diciamo che ho accompagnato un'amica.» si giustificò lei, cercando di rimanere sul vago.
«Anche io sono qui con un amico, è quel tizio laggiù.» il ragazzo indicò Dawon, che era seduto al tavolo con Wendy «Ora però credo sia più interessato a quella ragazza che a me.»
«Ah!» esclamò Iris, un po' sorpresa «Lei è l'amica con cui sono venuta qui!» improvvisamente percepì un leggero senso di inquietudine. Era davvero una strana coincidenza.
«Oh, sul serio? Che strana coincidenza!» disse Taeoh quasi come se le avesse letto nel pensiero «Oppure, è destino...» non riuscì a resistere alla tentazione di insinuare che non era un caso se si erano incontrati. Poi improvvisamente sembrò ricordarsi di qualcosa «Oh! Che sciocco, non mi sono presentato. Mi chiamo Taeoh, molto piacere! Tu sei?»
«Mi chiamo Iris. Piacere di conoscerti.» In non sapeva nemmeno più quanti anni non le era mai capitato di essere approcciata da un ragazzo carino, più o meno della sua età e pure educato. Normalmente l'avrebbe considerata una vera fortuna, ma qualcosa non la convinceva. Forse proprio perché era un evento così raro aveva il dubbio che non fosse casuale. Non era nemmeno più in servizio, quindi avrebbe potuto tranquillamente lasciarsi andare, ma si sentiva inquieta. Come se non bastasse, più il tempo passava più il sonno e la stanchezza accumulati nei giorni precedenti cominciavano a farsi sentire, aveva anche iniziato a girarle un po' la testa, cosa che le succedeva spesso negli ultimi tempi. Cercò di scacciare quella strana sensazione di disagio e non dare peso alle coincidenze. Probabilmente era solo paranoica.
«Ti dispiace se vado a sedermi?» chiese al ragazzo, indicando un tavolo libero davanti alla vetrata. Sperava che bastasse per non farsi seguire, non era nel pieno delle forze e non voleva rischiare di lasciarsi sfuggire qualche informazione riservata, ma Taeoh non aveva intenzione di demordere. Qualsiasi scusa sarebbe andata bene pur di guadagnare tempo.
«Posso farti compagnia? Sai, a queste serate non c'è mai nessuno di interessante, o meglio, di giovane con cui parlare. E il mio amico, beh...» disse in tono quasi imbarazzato.
«Capisco...» rispose Iris, rassegnata e anche un po' intenerita. Per quanto la coincidenza fosse sospetta, Taeoh non le sembrava una cattiva persona. Purtroppo, però, questa volta si stava sbagliando nel giudicare chi le stava di fronte.
«Andiamo a sederci lì.»
«Ok!» rispose lui seguendola, mentre lei gli fece strada verso il tavolo. La superò e spostò la sedia quanto bastava per permetterle di sedersi «Prego.»
Iris ebbe un attimo di smarrimento per il gesto del tutto inaspettato, ma si sedette ugualmente. «Grazie, ma non accorciare così le distanze, per favore. Non mi sento a mio agio...» disse, cercando di sorridere per smorzare il tono della critica. Taeoh si stava comportando in modo troppo galante e la cosa la insospettiva ancora di più, ma non era il caso di giungere a conclusioni affrettate.
«Oh, scusa. Sei diretta, eh...» anche lui sorrise in modo imbarazzato. Forse era stata troppo acida nella risposta? Eppure non le sembrava di essere stata particolarmente scortese. Sorseggiò il suo drink pensandoci un po' su.
«Mi dispiace, non volevo offenderti...»
«No, no tranquilla, capisco. A volte tendo a essere troppo espansivo.» Normalmente le ragazze cascavano ai suoi piedi dopo un paio di smancerie, invece Iris sembrava opporre resistenza. Agli occhi di Taeoh era piuttosto carina, ma non sembrava quel tipo di donna eccentrica a cui basta camminare per strada per attirare l'attenzione, anzi, gli pareva una persona piuttosto semplice e per nulla abituata a ricevere certe attenzioni, perciò gli sembrò strano che l'approccio non avesse funzionato. O era totalmente disinteressata o non era per nulla il tipo da starci facilmente. Ormai aveva capito che per quanto lui si fosse mostrato gentile e affabile lei non avrebbe minimamente accennato a dargli confidenza. Ancora una volta se ne stava in silenzio lì davanti a lui, limitandosi ad accennare un sorriso indecifrabile senza sollevare nuovi argomenti. La osservò rivolgere l'attenzione al proprio drink e girare il ghiaccio nel bicchiere con la cannuccia, lasciando che il silenzio prendesse il sopravvento. Che stesse già sospettando qualcosa? Era meglio andarci piano.
«Tutto ok?» provò a chiederle con cautela.
«Sì, sì, tutto ok. Stavo solo pensando a una cosa.»
«Cioè?»
«A dire il vero sono venuta qui anche con una terza amica, ma deve essersi trovata qualcuno con cui passare la serata.» La frase si interruppe quasi bruscamente, come se si fosse lasciata scappare qualcosa che non doveva dire e si fosse resa conto solo all'ultimo secondo. Si era anche morsicchiata leggermente il labbro inferiore con l'aria di chi si sta rimproverando mentalmente.
«A-ah...» Taeoh sapeva perfettamente a chi si stava riferendo, ma come informazione non era di alcun aiuto. Il tempo passava e le occasioni per sapere se Iris aveva con sé l'SD si stavano esaurendo. Non sapeva proprio dove sbattere la testa. Normalmente sarebbe stato più diretto e spudorato, ma con lei non gli riusciva. E poi aveva la sensazione che se avesse proposto qualcosa, una qualsiasi cosa, si sarebbe comunque beccato un tanto cordiale quanto perentorio "no" come risposta.
In un altro punto della sala, Dawon non se ne stava con le mani in mano. Dopo aver finito di mangiare era andato a prendere qualcosa da bere per sé e per Wendy.
«Alla fine non mi hai più detto se te ne intendi di arte.» le chiese appoggiando malamente i bicchieri sul tavolo e rovesciando di proposito il contenuto di uno dei due addosso alla ragazza «Oh, no! Scusami!» Prese un tovagliolo e cercò di asciugarle il vestito. In questo modo ebbe l'occasione di controllare se ci fossero tasche nella gonna in cui potesse essere nascosta l'SD. Con sua delusione non c'era nulla di tutto ciò.
«Merda!» imprecò Wendy alzandosi di scatto «Lascia stare, imbranato!» spostò la mano del ragazzo in modo molto brusco.
«Non so davvero come scusarmi!» esclamò lui, inchinandosi più volte e fingendosi mortificato. «Ho una camera in questo hotel, andiamo lì, così puoi pulirti e posso anche comprarti qualcosa di nuovo nei negozi qui vicino.»
«Non importa.» rispose Wendy in modo brusco. Poi prese la borsetta e si avviò verso il bagno. Era su tutte le furie. Non solo le aveva fatto una macchia enorme sul vestito, aveva pure peggiorato la situazione sfregandola con quel tovagliolo di carta. Ne aveva le tasche piene di questa serata.
«Dico davvero, ti compro qualcosa e vai su in camera mia a cambiarti, non puoi tornare a casa così!» la seguì lui. Non poteva lasciarsi scappare anche questa occasione, doveva trovare il modo di recuperare l'SD nel caso la avesse lei.
«Non seguirmi anche qui!» lo ammonì Wendy, entrando nel bagno delle donne. Subito dopo prese il cellulare e scrisse un messaggio a Iris «Ti aspetto fuori dall'hotel tra 5 minuti, questa serata è finita!» Una volta inviato il messaggio, ripose di nuovo il telefono nella borsetta e iniziò a sfregare il vestito con acqua e sapone, ma la macchia non accennava ad andarsene. Infuriata più che mai, uscì dal bagno per tornarsene a casa.
«Grazie per la macchia amico, buona continuazione...» disse in modo scocciato.
«Ehi! Ho detto che mi dispiace! Lascia almeno che ripari il danno!» provò di nuovo Dawon, fermandola per il polso.
«Poi mi lasci andare a casa?»
«Certo, certo. Scusami.» rispose lui, inchinandosi ancora un paio di volte e unendo le mani in segno di perdono. Un tono così brusco da una ragazza non l'aveva mai sentito. Cominciava a pensare di aver fatto un errore di calcolo imperdonabile non pensando alla possibilità di una reazione esplosiva. Continuando a scusarsi, però, riuscì ad avere la meglio. La portò in uno dei negozi vicino all'hotel che ospitava l'asta e le fece scegliere un vestito nuovo senza badare a spese. Poi le fece strada verso la propria camera e le permise di usare il bagno per cambiarsi. Poco dopo Wendy uscì col vestito nuovo, un tubino nero firmato.
«Fatto. Ora sei contento?»
«Certo, ti sta molto bene!» esclamò, nella speranza di riguadagnare qualche punto. A dirla tutta non stava mentendo affatto. «Questo lo porto in lavanderia. Se mi lasci il tuo indirizzo te lo faccio recapitare appena è pronto.» Le prese il vestito sporco dalle mani. Essendo un'agente non poteva certo essere così sciocca da lasciare l'SD nel vestito, quindi era meglio farsi dare l'indirizzo di casa. Taeoh non sembrava aver fatto progressi e probabilmente Lizzy non aveva con sé l'SD. Quasi sicuramente dopo questa serata infruttuosa avrebbero dovuto fare un sopralluogo a casa delle agenti.
«Puoi anche buttarlo, quella macchia di vino non verrà più via.» rispose Wendy, che dopo l'esplosione di rabbia iniziale sembrava essersi calmata «Ora devo andare. Grazie per il vestito.» disse, avviandosi alla porta.
«Figurati, è stata colpa mia. Vieni, ti accompagno.» Dawon chiuse la camera e riaccompagnò la ragazza nella sala del buffet.
Iris aveva preso un altro drink e lo stava sorseggiando lentamente. Quella sera stava esagerando un po' con l'alcol. Dopo la situazione di gelo iniziale, Taeoh era finalmente riuscito a rompere il ghiaccio. I due avevano iniziato a parlare del più e del meno in modo molto naturale e nel frattempo avevano riempito i bicchieri un'altra volta. Mentre erano intenti a parlare di viaggi, il telefono della ragazza iniziò improvvisamente a squillare dentro alla borsetta che teneva appoggiata allo schienale della sedia. Immaginando che potesse trattarsi di qualcosa di importante, lo prese e vide il tragico messaggio di Wendy, a cui rispose un po' a malincuore con «Ok, ti raggiungo appena possibile.»
«Taeoh... devo andare, la mia amica ha detto che vuole tornare a casa, mi ha chiesto di aspettarla fuori dall'hotel.»
«Di già?»
«Mi ha mandato un messaggio proprio ora. Sembra non se la stia passando bene... Mi dispiace di non poterti più fare compagnia!»
«D'accordo. Beh grazie per la chiacchierata, spero di rivederti!»
«Figurati, grazie a te! Passa una buona serata.» Anche se il dialogo tra i due non era cominciato nel migliore dei modi, tutto sommato non era stato così male passare un'oretta in sua compagnia, quasi ci sperava sul serio di rivederlo.
«A presto allora, spero...» Taeoh sapeva benissimo che si sarebbero rivisti. Né lui né i suoi complici avevano ancora trovato quello che cercavano. Anzi, forse avrebbe dovuto anche sentirsi un po' in colpa per non essersi impegnato molto a recuperare la famosa SD, ma se doveva proprio essere sincero non gli importava un granché. Non aveva la più pallida idea di che informazioni potesse contenere.
Iris lo salutò di nuovo da lontano, agitando leggermente la mano. Poi uscì dall'hotel che ospitava l'asta e si mise ad aspettare Wendy sotto al portico dell'ingresso. Lo sbalzo di temperatura tra l'aria condizionata all'interno della sala e il caldo di quella serata estiva le fece venire un brivido lungo la schiena. Tutto sommato però si stava bene all'aperto, non era più afoso come in pieno giorno. Dopo aver aspettato per un po', controllò lo schermo del cellulare. I cinque minuti erano già passati, ma di Wendy ancora neanche l'ombra. In quel momento le arrivò un messaggio da Lizzy: avrebbe passato la notte col ragazzo che aveva conosciuto quella sera. Dopo altri dieci minuti di attesa la collega comparve nella hall dell'hotel accompagnata da un ragazzo che Iris riconobbe come l'amico di Taeoh.
«Grazie per la serata e scusa ancora.» Sentì Dawon scusarsi da lontano.
«Non fa niente, buona notte.» Dopo averlo salutato, Wendy vide Iris fuori dall'hotel e le andò incontro.
«Oh, eccoti finalmente! Uhm... hai cambiato vestito?»
«Il tizio con cui parlavo, o meglio, che ha attaccato bottone con me, mi ha versato del vino addosso e poi ha insistito per comprarmi un vestito nuovo.»
«Che pasticcio... Comunque, mi è appena arrivato un messaggio da Lizzy, ha detto che passerà la notte qui col ragazzo che ha conosciuto oggi. Spero non faccia cazzate.» Iris terminò la frase con un certo disappunto.
«Avrebbe dovuto lasciare a noi l'SD, che irresponsabile! Quando si parla di uomini perde la testa anche mentre lavora.»
«Già, ma ormai è tardi per fare irruzione in camera di quei due...»
«Non ci penso nemmeno! Andiamo a casa.»
Le due agenti scesero le scale, andando verso la strada, e presero un taxi per tornare a casa.
STAI LEGGENDO
Dangerous
ActionTra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperar...