A Cancún erano circa le sei e mezza di sera. Dawon, che era andato da solo a procurarsi i biglietti per la festa sulla spiaggia, bussò alla porta della camera e si fece aprire dai due amici.
«Guardate un po'!» disse sventolando i foglietti di carta che aveva in mano con sguardo soddisfatto. «Con questi abbiamo una buona probabilità che si presentino.»
«Ora basta consegnarli e andare alla festa, giusto?» chiese Taeoh.
«Esatto!»
Poco dopo Taeoh lasciò i biglietti davanti alla porta di ognuna delle agenti, mettendoli bene in vista per essere sicuro che li avrebbero trovati.***
Dopo cena le ragazze si incontrarono nella camera di Iris per discutere su come dare il via alle indagini il mattino seguente. La prima cosa da fare era trovare il magnate o qualcuno dei suoi complici e lo avrebbero fatto sorvegliando attentamente la zona.
«Ragazze, ma anche a voi è arrivato questo?» chiese Iris mostrando loro il biglietto per la festa in spiaggia, prima che la riunione fosse definitivamente sciolta.
«Sì, ne ho uno anch'io.» rispose Wendy «L'ho trovato vicino alla porta.»
«Non ci credo!» esclamò Lizzy, contrariata «Pure a voi... credevo di essere stata l'unica ad aver fatto colpo!»
«A dire il vero, io pensavo che fossero biglietti omaggio dell'hotel.» puntualizzò Iris. La festa infatti era stata organizzata nella parte di spiaggia gestita dal loro albergo. «Comunque, andiamo a dare un'occhiata?»
«Perché no, in camera mi stavo annoiando. Magari incontriamo anche qualcuno che ci può essere utile per completare la missione in fretta.» concordò Wendy.
«Siete proprio delle stacanoviste... non ho la minima intenzione di mettermi a lavorare stasera! Voi fate come vi pare, io vado alla festa da sola. Anzi, vado subito a mettermi qualcosa di sexy, ho già conosciuto un ragazzo che mi interessa.» così dicendo, Lizzy si alzò dal letto di Iris e lasciò la camera.
«Ci avrei scommesso...» protestò la collega.
«Meglio così.» concluse Wendy «Ci vediamo qui fuori tra 20 minuti?»
«Ok.»
Poco dopo le due erano pronte per uscire. Iris aveva indossato dei pantaloncini di jeans e una camicetta bianca con le maniche a tre quarti. L'aveva legata in vita lasciando un po' scoperta la pancia. Wendy invece aveva scelto dei pantaloncini di jeans a vita alta leggermente strappati sul davanti e una maglietta di pizzo bianca che lasciava scoperte le spalle. Insieme si recarono alla festa. Mentre camminavano lungo il corridoio per raggiungere l'ascensore, Wendy pensò bene di mettere in chiaro la situazione.
«Facciamo una promessa. Se Lizzy si caccia nei guai, questa volta noi ne staremo fuori!»
«Va bene, è meglio che impari ad assumersi le proprie responsabilità.»
Convinte ad andare per la propria strada, le due raggiunsero la spiaggia e mostrarono gli inviti agli addetti della festa. Una volta entrate cominciarono a farsi largo tra la folla. C'era davvero molta gente, giravano alcolici e fumo ovunque, le luci erano soffuse e la musica non era ancora stata accesa, quindi in mezzo a tutta quella confusione si sentiva solo un gran vociare. Sorpassata la folla, che si era ammucchiata proprio davanti all'entrata, dove c'era una tavolata di cibo, si arrivava al piccolo bar della spiaggia e, poco più in là, c'erano dei divanetti e un falò.
«Ehi, guarda chi è arrivato...» disse Taeoh, richiamando l'attenzione di Dawon e indicandogli le due ragazze. Nel tentativo di farsi strada tra la folla, le due avevano finito per separarsi involontariamente e ora si stavano guardando intorno cercando di ritrovarsi. Un'ottima opportunità per farsi avanti.
Il leader sorrise maliziosamente e fece cenno a Taeoh di andare verso Iris, lui si sarebbe occupato di Wendy. Quest'ultima si era fermata in un angolo un po' meno affollato per cercare l'amica, ma non riusciva a trovarla. Improvvisamente si sentì picchiettare sulla spalla e si voltò, pensando che fosse lei.
«Sì?» Appena realizzò che a chiamarla era stato un ragazzo, assunse un'espressione perplessa. Aveva la vaga sensazione di averlo già visto, ma non le veniva proprio in mente dove.
«Ciao! Ti ricordi di me? Sono Dawon!»
«Chi?»
«Ci siamo visti all'asta di quadri di Gangnam!»
«Ah!» esclamò, ricordandosi improvvisamente di lui «Quel tizio, sì! Mi hai rovinato un bel vestito, sai...»
«Ehm...» Dawon si affrettò a cambiare discorso «Che ne dici se ti offro un drink?»
Wendy non fece in tempo a rispondere che comparve davanti a loro un altro ragazzo, all'apparenza più giovane di Dawon. Il leader era stato chiaro sul fatto che i due novellini non avrebbero dovuto impicciarsi, ma a quanto pareva non si erano fatti scrupoli e si erano procurati i biglietti per la festa.
«Ehi, bella! Piacere, Buffy! Sono un amico di Dawon. Perché non vieni a bere qualcosa con me?»
«Sicuro di avere l'età per bere?» chiese Wendy, dubbiosa. A prima vista gli avrebbe dato ventidue o ventitré anni, ma qualcosa le diceva che in realtà poteva anche essere molto più giovane.
«Certo che ho l'età per bere!» ribatté lui.
La ragazza si limitò a guardarlo in modo poco convinto. Dawon cercò di nascondere almeno in parte il disappunto per la presenza di Buffy e invitò entrambi a sedersi su uno dei divanetti, dopodiché andò a prendere tre drink. L'altro ragazzo, invece, era rimasto con Wendy e aveva pensato bene di divertirsi un po' alle spalle degli altri.
«Hai davvero delle labbra bellissime...» le sussurrò all'orecchio, avvicinandosi pericolosamente al suo volto.
«E tu un bel cappello, ma stammi lontano!» gli puntò una mano contro il petto per allontanarlo da sé. Il suo fiato sul collo le stava dando la nausea. Incurante di ciò, Buffy le afferrò il polso per far sì che smettesse di allontanarlo e si fece via libera verso le sue labbra.
«Non fare la timida, tanto non vede nessuno.»
Proprio in quel momento tornò Dawon, che non esitò a piazzare una sberla ben assestata in testa a Buffy.
«Spostati!» ordinò poi, sedendosi in mezzo ai due e posando un vassoio con tre bicchieri di birra sul tavolino di fronte a loro. Wendy tirò un sospiro di sollievo e lo ringraziò mentalmente per averla tolta dall'impiccio.
Nel frattempo, Iris era ancora in cerca dell'amica. Non riusciva in nessun modo a farsi largo tra la folla e cercava disperatamente di vedere oltre le teste degli altri alzandosi sulle punte dei piedi. Taeoh, al contrario, ci mise un attimo a individuarla e a raggiungerla. Quando le fu alle spalle fece finta di inciampare, cadendole addosso e facendola andare a sbattere contro la folla.
Iris, recuperato l'equilibrio, si voltò immediatamente verso la persona che l'aveva urtata, intenzionata a dirgliene quattro.
«Oh! Mi dispiace! Stai bene?» chiese Taeoh in tono colpevole, prima che lei potesse aprir bocca.
«Taeoh?» esclamò, sorpresa di vederlo lì a Cancún. Si ricordava bene di lui, aveva passato in sua compagnia la serata di quella orribile missione dell'SD. «Cosa ci fai qui?»
«Scusa? Ci conosciamo?» Taeoh non si aspettava di essere riconosciuto così in fretta e non voleva rendere ovvio il fatto che stesse cercando proprio lei, così fece finta di doverci pensare un po' prima di capire che si trattava di Iris «Ah! Aspetta, sei la ragazza dei quadri, giusto?»
«Sì!» rispose lei, ancora incredula.
«Che coincidenza! Come stai?»
«Già, un'altra coincidenza...» per un attimo sentì di nuovo quella strana sensazione di sospetto nei suoi confronti, ma decise di non darle peso.
«Come si dice, il mondo è piccolo, no?» aggiunse lui, ridendo amichevolmente.
«A quanto pare! Sei qui in vacanza?»
«Sì, sono in vacanza con degli amici, e tu? Sei qui per lavoro o divertimento?»
«Devo fare alcune ricerche per lavoro, ma nulla di troppo impegnativo.»
«Beh, ma allora se ti va possiamo vederci qualche sera e uscire tutti insieme!»
«Ah, ecco... dovrei sentire le mie colleghe, sai com'è, sono qui con loro...»
«Sarebbe bello, più si è più ci si diverte!»
«Ok, allora glielo chiederò.» Iris cercò di tagliare la conversazione per tornare a cercare Wendy, ma Taeoh non sembrava della stessa idea.
«Ti posso offrire qualcosa? Per colpa mia prima hai preso una bella botta...»
«Ah, non preoccuparti, non fa niente!»
Tutta questa ritrosia non andava affatto bene, sembrava quasi che facesse apposta a evitarlo a ogni costo, così Taeoh si vide costretto a forzare un po' le cose.
«Dai, non fare complimenti!» disse, prendendola per mano e facendole strada tra la folla fino ad arrivare al bar.
«Ok, mi pare di non avere alternative.»
I due si sedettero a un tavolo del bar sulla spiaggia e Taeoh ordinò da bere per entrambi. Il suo obiettivo era innanzitutto guadagnarsi la sua fiducia e perciò iniziò a parlarle del più e del meno con l'intento di dar luogo a una conversazione divertente. La chiacchierata iniziò fin da subito a scorrere piacevolmente e sembrava che entrambi ci stessero prendendo gusto, almeno finché Taeoh non si addentrò in domande più personali.
«Cosa fai nella vita?»
«Ah, beh...» Iris si trovò in difficoltà a rispondere. Non poteva dire con noncuranza di essere un'agente, ma non capiva perché tutto a un tratto le sembrò difficile dirgli una bugia. Forse aveva abbassato troppo la guardia, o forse non lo riteneva più un perfetto sconosciuto ma quasi un amico. Dopotutto quella sera all'asta di quadri avevano parlato davvero di molte cose. Anche se a pensarci bene non erano scesi troppo sul personale. Di lui sapeva solo che aveva trentun anni, che era di Seoul e che viveva in un appartamento condiviso con alcuni suoi amici e colleghi. Si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore pensando a una risposta, ma fortunatamente non ce ne fu bisogno perché, tutto a un tratto, iniziò la festa vera e propria.
«Hanno acceso la musica!» esclamò con molto entusiasmo «Che ne dici se andiamo là anche noi?» aggiunse indicando il falò, intorno al quale si stava riversando la gente per ballare.
«Va bene!» rispose lui «Pago questi e arrivo, inizia pure ad andare avanti!»
Forse la missione sarebbe stata più veloce del previsto, con una scusa le avrebbe chiesto di seguirlo in un posto isolato e l'avrebbe eliminata facendo sparire ogni traccia. Doveva ammettere che un po' gli dispiaceva, a forza di impiegare tutte queste energie per rincorrerla gli era quasi diventata simpatica.
Iris, d'altro canto, ne approfittò per allontanarsi e distendere un po' i nervi. Con la musica alta non era possibile parlare, così non ci sarebbe stato il rischio di ricevere altre domande indiscrete, in più alla cassa c'era coda, quindi Taeoh ci avrebbe messo un po' ad arrivare. Mentre abbozzava qualche passo di danza, le si avvicinò un ragazzo che non aveva mai visto. Ad occhio e croce avrà avuto uno o due anni più di lei. Aveva i capelli neri, rasati ai lati e pettinati un po' all'insù.
«Ciao! Ho visto che prima parlavi con Taeoh!» le disse, avvicinandosi molto al volto della ragazza e alzando la voce per sovrastare la musica.
«Lo conosci?» chiese lei, dubbiosa.
«Sì, è mio amico, siamo qui in vacanza insieme.»
«Ah, ho capito.»
«Sono James.» le porse la mano.
«Mi chiamo Iris.» rispose lei, stringendogliela.
«Perché sei qui tutta sola?» le chiese James in tono malizioso.
«Non sono sola, sto aspettando Taeoh...» puntualizzò lei. Quel ragazzo non le ispirava fiducia per nulla, così aveva ripreso a ballare per conto proprio, ma lui non sembrava intenzionato a demordere. Le stava troppo vicino per i suoi gusti, continuava a muoversi intorno a lei pensando probabilmente di essere sexy e attraente e la cosa le stava dando fastidio. Ormai era passata più di mezz'ora da quando aveva perso di vista Wendy, così decise di aspettare che Taeoh la raggiungesse per salutarlo e poi andare a cercarla. Non vederla in giro le faceva pensare che fosse rimasta anche lei impigliata in qualche situazione scomoda.
Improvvisamente, James le si avvicinò da dietro e le cinse la vita con le braccia. Iris cercò di divincolarsi, ma lui insistette a stringerla con forza contro di sé, portando un braccio all'altezza delle spalle della ragazza, e le stampò un bacio sgradevolmente umido sul collo.
«Che ne dici di andare in un luogo più appartato? L'atmosfera si sta facendo un po' calda davanti a questo falò...»
«Ehi! Lasciami stare!» protestò lei. Era palese che le buone maniere non avrebbero funzionato. Afferrò il mignolo del ragazzo e lo tirò con un colpo secco verso il dorso della mano. Non doveva essersi rotto, ma era stato sufficiente a fargli cacciare un urlo di dolore e a costringerlo a mollare la presa.
Proprio in quel momento, Taeoh aveva finito di pagare e aveva visto tutto. Cosa ci faceva James alla festa? Dawon era stato chiaro sul fatto che lui e Buffy non dovessero intromettersi, e invece non solo aveva disobbedito, ma stava anche cercando di soffiargli l'obiettivo e magari prendersi tutti i meriti di fronte a Ray! Sentì il sangue ribollirgli nelle vene. Uscì dal bar a passo spedito e appena li raggiunse mollò un pugno dritto, dritto in faccia a James senza alcun preavviso.
«Depravato...» fu il suo unico commento di rimprovero.
«Ma che cazzo fai!?» urlò James, tenendosi la mano premuta sul naso. Il trambusto aveva richiamato l'attenzione della gente intorno a loro, così il ragazzo decise di non reagire. «Non ti smollo un rovescio solo perché sennò ci cacciano fuori, bastardo!»
«Se non fosse che sei sotto la mia responsabilità ti avrei già fatto fuori. Mettimi di nuovo i bastoni tra le ruote e finisce male.» minacciò Taeoh vicino all'orecchio di James, in modo che potesse essere sentito solo da lui.
«Fa quello che ti pare.» rispose il novellino, per poi sputare per terra in segno di disprezzo.
In tutto ciò Iris era rimasta a guardare preoccupata, sperando che la smettessero da soli senza doversi immischiare. Dopotutto se le cose si fossero messe male, in quanto agente, avrebbe avuto il dovere di intervenire. Certo non poteva sapere che anche gli altri due non erano persone qualsiasi.
Taeoh, vedendola un po' in apprensione, la prese per mano e la portò lontano da lì. Dopo questo casino con quale faccia poteva chiederle di seguirlo altrove? Non avrebbe mai funzionato, ed era tutta colpa di quel moccioso.
«Mi dispiace tanto... stai bene?»
«Non importa, non è successo niente. Forse per questa sera è meglio chiuderla qua, no?» ed ecco che i timori di Taeoh si rivelarono assolutamente fondati. L'occasione era andata persa. «Penso che andrò a cercare la mia amica e le chiederò di tornare in hotel.»
«Capisco, non preoccuparti.»
«Allora ci si vede in giro!» Iris lo salutò con la mano e si allontanò tra la folla, ricominciando la sua ricerca. Taeoh ricambiò il saluto e andò anche lui a cercare Dawon, maledicendo mentalmente quell'idiota di James.
Intanto Dawon continuava a offrire drink a Wendy con l'intenzione di renderla un po' brilla. Lì vicino c'era una scogliera: non c'era niente di più facile che buttarla giù. Se fosse stata un po' alticcia lo avrebbe seguito senza fare troppe storie e una volta eliminata, il mare avrebbe portato via il cadavere senza lasciarne traccia. Quando le onde avrebbero spinto a riva il suo corpo, sarebbe stato troppo tardi per trovare il colpevole e tutti avrebbero pensato a un suicidio. Peccato che l'unico a mostrare segni di cedimento fosse Buffy. A quanto pareva la ragazza aveva una buona resistenza all'alcol.
«Allora, persone noiose...» esordì Wendy, alzandosi dal divanetto «io vado a ballare!»
«Aspetta, perché non andiamo a fare una passeggiata laggiù?» provò a persuaderla Dawon. «È meglio che ballare in mezzo a tutta quella folla.»
«No, grazie.» rispose lei lanciando un'occhiata nella direzione che le aveva indicato il ragazzo «Non mi piacciono le scogliere di notte.» così dicendo, si avviò verso il falò.
«Sì, vengo anch'io!» urlò Buffy in piena sbornia «Balliamo insiemeee!!!» la seguì barcollando.
Wendy si schiaffeggiò mentalmente. Cosa aveva fatto di male per passare una serata così orrenda? Sperò che Iris si facesse viva al più presto per potersene andare.
«Senti, ragazzo con il nome da ragazza, smettila di seguirmi, stammi lontano!» protestò, non riuscendo più a trattenersi.
«Cos'è? Giochi a fare la scontrosa adesso?» disse lui ridendo come uno scemo «Non puoi solo lasciarti andare? Non ti sto bene io? È questo il problema?»
«Smettila!»
«Beh? Non dirmi che preferisci quell'idiota di Dawon?»
Wendy decise di non sopportare oltre e gli mollò un calcio nelle parti basse che lo fece piegare in due.
«Cazzo!» urlò Buffy in preda al dolore.
«Impara a rispettare chi è più grande di te e i tuoi amici!»
Proprio in quel momento arrivò Iris. «Wendy! Finalmente ti ho trovata!» poi notò il ragazzo che se ne stava lì di fianco rannicchiato su sé stesso. «Questo è ubriaco? Che schifo, per me fra un po' vomita, andiamo via!» esclamò, spingendo via l'amica.
«Torniamo in hotel.» disse Wendy «Che serata di merda anche senza di Lizzy. Ma perché va sempre tutto storto?»
«Già, siamo abbonate ai disastri!»***
A differenza dei suoi compari, Daeju aveva avuto vita facile, molto facile. Non solo Lizzy era disposta a restare sola in sua compagnia, ma era stata addirittura lei a proporre di andare là, sulla scogliera, al buio. Il posto perfetto per commettere un omicidio e rimanere impuniti. Quando i due raggiunsero l'estremità rocciosa, Lizzy chiese a Daeju di fermarsi a qualche passo da lei e di voltarsi nella sua direzione. Il ragazzo acconsentì tranquillamente alla richiesta e la lasciò fare.
I due erano faccia a faccia, l'uno davanti all'altra. Senza dire nulla, Lizzy prese tra le dita la cerniera frontale del tubino bianco che indossava e la fece scorrere fino in fondo, poi abbassò le spalline e lasciò che il vestito cadesse ai suoi piedi.
Daeju rimase immobile a guardarla con aria interrogativa e anche un po' imbarazzata.
«Che... fai?»
«Dai, facciamolo qui! In mezzo alla natura!» esclamò improvvisamente lei, avventandosi subito sui pantaloni del ragazzo.
«Ma... oddio! Aiuto!!!» Daeju in preda al panico le voltò le spalle e se la diede a gambe levate. E così anche il terzo tentato omicidio fallì miseramente.Fine cap. 7
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Come promesso, eccomi qui! :)
E così la caccia alle agenti è cominciata! Riusciranno a salvarsi?
E i ragazzi riusciranno invece a mantenere la copertura e non farsi mettere nei guai dai novellini?
Chissà :3
Ringrazio tutte le lettrici e i lettori che finora hanno recensito, chi ha messo la storia tra le seguite e anche chi solo sta leggendo! <3
A settimana prossima~Misa
STAI LEGGENDO
Dangerous
ActionTra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperar...