Cap. 2

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 Appena entrata nell'hotel in cui di lì a poco si sarebbe tenuta l'asta di quadri, Lizzy aveva iniziato a cimentarsi in chiacchiere civettuole con i vecchi magnati pronti ad accaparrarsi i quadri migliori.

«Mi chiedo cosa ci faccia una ragazza così bella in un posto pieno di uomini vecchi... posso offrirle qualcosa da bere?» si fece avanti un ragazzo baffuto. Lizzy lo squadrò da testa a piedi. Non era certo il primo a provarci in quel modo un po' arrogante, ma pensò di prendere comunque in considerazione la sua offerta. Non aveva nessuna voglia di lavorare quella sera. Dopo l'ultima missione sentiva solo il bisogno di distendere i nervi e passare la serata in compagnia di un uomo di bell'aspetto non le dispiaceva affatto come opzione.
«Solito vecchio cliché, ma accetto il drink. Mi sto annoiando...» rispose in tono ammiccante, incurvando abilmente le labbra dipinte di rosso in un sorriso accennato e passandosi le dita dietro all'orecchio per spostare una ciocca di capelli ribelle. Inconsapevole che si trattasse di Jiho, uno dei ragazzi che poco prima la stava tenendo d'occhio dall'altro lato della strada, aveva iniziato a condurlo nella sua trappola di seduzione. Quella sera si sarebbe divertita con un tipo niente male.
«Ottima scelta...» le disse lui soddisfatto per poi prenderla a braccetto e avviarsi verso il banco degli alcolici. Dopo essersi versati qualcosa da bere, i due andarono a sedersi e a intavolare una conversazione.
«Sei qui per acquistare qualche quadro?» chiese Lizzy, sorseggiando un po' di vino rosso dal calice di vetro.
«Oh, beh, in realtà non credo ne comprerò. Sai, sono famosi e io me ne intendo abbastanza, ma nessuno ha suscitato il mio interesse quanto te.»
«Di' la verità, cosa ci fai qui? Non dirmi che sei venuto solo per abbordare ragazze...»
«Non sono così vile! Ma non disprezzo la compagnia delle belle donne.»
«In effetti... nemmeno io disdegno la compagnia di un uomo affascinante.» Lizzy sorrise pensando alla fortuna che le era capitata di trovare immediatamente qualcuno con le sue stesse intenzioni. Era anche per questo che adorava il suo lavoro, oltre al brivido dell'ignoto c'erano anche mille occasioni in cui esercitare l'arte della seduzione, in cui naturalmente era maestra. Doveva ammettere, però, che nonostante fosse la leader del gruppo, a volte esagerava un po' con il divertimento e lasciava che a occuparsi della missione fossero le altre. Era consapevole del fatto che non fosse un comportamento responsabile e che spesso la prontezza delle colleghe le aveva coperto le spalle in situazioni in cui il non essere reperibile o l'isolarsi poteva rischiare di compromettere il risultato della missione. Tuttavia, specialmente quella sera, si sentiva stanca e bisognosa di affetto ed era sicura che le altre avrebbero agito meglio senza di lei.

Nel frattempo anche Dawon, decisamente meno disinibito rispetto al collega e per nulla intenzionato a sedurre il proprio obiettivo, aveva pensato a un modo per approcciare Wendy e verificare se avesse con sé l'SD. Dopo aver preso del cibo e dell'alcol si era avvicinato al tavolo a cui era seduta la ragazza, che fortunatamente per la riuscita del piano era quello più libero nei paraggi.
«Posso?» chiese impegnandosi in un sorriso cordiale. Lei gli lanciò un'occhiata fugace e annuì senza prestargli troppa attenzione. Notando il totale disinteresse della ragazza nei suoi confronti, Dawon pensò velocemente a qualche argomento per attaccare bottone. Se gli fosse riuscito di sembrare solo un qualsiasi ragazzo annoiato magari lei non avrebbe alzato la guardia e si sarebbe lasciata sfuggire qualche informazione.
«Sei qui per la festa o per i quadri?»
«Nessuno dei due.» rispose sinceramente e sinteticamente lei, senza badare più di tanto a quello che l'interlocutore avrebbe potuto pensare. Nel frattempo il suo sguardo continuava a vagare per la sala, tenendo d'occhio ora Lizzy, ora Iris. Si era subito accorta che la bionda stava flirtando con l'intenzione di concludere in bellezza la serata e la cosa la infastidiva parecchio. Per l'ennesima volta non avrebbero potuto fare affidamento su di lei.
«Sei qui per via di amici?» provò a ipotizzare Dawon, come se non sapesse che Wendy era un'agente e che era lì per portare a termine un incarico.
«Il cibo si raffredda, dovresti mangiare.» tagliò corto lei, non avendo la minima intenzione di lasciarsi coinvolgere in chiacchiere.
«Come vuoi...» rispose lui, cercando di nascondere un certo fastidio per il fatto di essere stato snobbato in quel modo. Incurante di ciò, Wendy si alzò dal tavolo e si diresse verso il banco degli alcolici per riempire di nuovo il bicchiere.

Intanto Iris aveva preso un bicchiere di vino bianco e si era messa a camminare davanti ai quadri che erano stati esposti nella sala del buffet prima di essere messi all'asta. Sorseggiando di tanto in tanto, li osservava fingendo estremo interesse per il loro contenuto, in modo da non destare sospetti. Dopo pochi minuti arrivò davanti al quadro di un pittore russo raffigurante un paesaggio marino che catturò immediatamente la sua attenzione. Stando alle indicazioni di L doveva essere quello contenente la mini SD. Iris si fermò e iniziò a osservalo meglio per capire in che punto della cornice fosse nascosto il piccolo oggetto, ma evitò di avvicinarsi più del dovuto per non attirare l'attenzione.
«Anche a me piace questo quadro. Mi dà un senso di libertà.» esordì improvvisamente una voce abbastanza profonda proveniente da dietro le spalle della ragazza. Iris si voltò per vedere in volto il proprio interlocutore e notò con stupore che si trattava di un ragazzo di circa trent'anni. Quest'ultimo fece un passo avanti, portandosi accanto a lei e rivolgendo uno sguardo interessato al dipinto. Iris osservò per un attimo il suo profilo. La mascella ben scolpita, le labbra carnose, gli occhi a mandorla di un marrone intenso e i capelli corvini pettinati all'indietro che lasciavano scoperta la fronte. Non poté fare a meno di pensare che avesse decisamente dei bei lineamenti. Nonostante lo trovasse molto attraente, però, non aveva nessuna intenzione di distrarsi dalla missione. Era entrata a far parte dell'associazione a causa del proprio senso di giustizia ed era sempre stata estremamente ligia al dovere, con una perseveranza che spesso lei stessa ammetteva essere eccessiva. Fin da piccola era stata abituata a dare sempre il massimo e così aveva finito per diventare una donna estremamente intransigente con se stessa e che difficilmente cedeva ai sentimenti e alle emozioni.
«Sì, è un bel quadro.» rispose in maniera educata ma poco coinvolta, cercando di evitare un seguito alla conversazione. Il ragazzo, notando lo scetticismo di Iris nei suoi confronti, pensò bene di sfoderare uno dei suoi migliori sorrisi. Forse non aveva l'impudenza di Jiho nell'approcciare le ragazze o l'inventiva di Dawon, ma di certo era consapevole di essere piuttosto attraente in quanto ad aspetto fisico. Se la sensibilità non aveva fatto colpo, almeno aveva dalla sua parte ancora il fascino.
«A te cosa trasmette? Sembravi molto concentrata nel guardarlo.» provò a tornare sull'argomento nella speranza di estorcere qualche informazione. L'SD era forse in quel quadro? O l'avevano già recuperata?
Iris ebbe qualche difficoltà a rimanere impassibile davanti a un atteggiamento così amichevole e spontaneamente accennò un sorriso, ma ciò non le impedì di pensare a una scusa. Di certo non sospettava minimamente di avere davanti un soggetto alquanto pericoloso, ma la sua etica professionale le suggeriva di non fidarsi mai di nessuno durante una missione.
«In realtà mi stavo solo chiedendo quanto potesse costare un'opera del genere. Anche se è molto bello ho notato qualche pecca nella tecnica.»
«Te ne intendi di arte?»
«Solo a livello amatoriale. Non saprei stimarne il valore.»
«Beh, per le mie tasche per esempio costa troppo.» Taeoh si portò una mano dietro alla nuca con aria innocente. «La base d'asta parte da sette milioni di won.» (Circa 5.000 euro n.d.a)
«Oh! È decisamente troppo anche per le mie di tasche!» esclamò Iris, fingendo stupore. Subito dopo realizzò che era piuttosto strano che quel ragazzo si trovasse all'asta se non aveva con sé abbastanza soldi. Poteva anche darsi che fosse solo un appassionato d'arte, ma la prudenza non era mai troppa. «È meglio che mi concentri su altro allora. È stato un piacere, buona serata!» lo salutò accennando un inchino col capo e sorridendo in maniera amichevole.
«Buona serata anche a te!» rispose Taeoh, ricambiando il saluto con un sorriso di cortesia. Dopodiché la ragazza si allontanò da quell'uomo potenzialmente pericoloso per la sua concentrazione e per il buon esito della missione. Se non altro l'incontro le era stato utile per osservare indisturbata il quadro e individuare l'SD. Si trovava nell'angolo in basso a destra della cornice.

Una volta allontanatasi dal quadro, Iris cercò Wendy tra la folla e la raggiunse.
«Che sta facendo Lizzy?» chiese, non essendo riuscita a individuare la più grande del gruppo.
«Ha lasciato a noi la missione ed è andata a divertirsi, poi come al solito si prenderà il merito.» sbuffò Wendy in tutta risposta. Sul volto di Iris si dipinse una smorfia di disappunto.
«Chi era il tipo con cui parlavi prima?»
«Ah?» Iris lasciò trasparire un lieve imbarazzo, ma cercò subito di nasconderlo dietro a parole disinteressate «Non lo so, si è avvicinato per parlare ma non gli ho dato molta confidenza.»
«Era carino però, sembrava il tuo tipo! Alto, moro, sorriso che uccide...»
Iris arrossì leggermente, tossicchiò per schiarirsi la voce e cambiò immediatamente discorso. «Parliamo di cose serie.» Prima di proseguire abbassò un po' il tono «L'SD è in basso a destra, nella cornice del dipinto. Possiamo sfilarla facilmente quando sposteranno tutti i quadri dietro al palco per proporli all'asta.»
«Con quale scusa vorresti infilarti là dietro? È pieno di sorveglianza.»
«Lì vicino ci sono dei bagni, potrei far finta di esserci andata e di essermi persa mentre cercavo di tornare in sala. Così dovrei riuscire ad arrivare fino al quadro e quando si accorgeranno e mi rispediranno indietro avrò già recuperato quello che ci serve.»
«D'accordo. Io ti copro le spalle. Se c'è qualche problema fammi un cenno.» Wendy sistemò il proprio auricolare.
«Ok.»

L'esposizione stava procedendo per il meglio e dopo un paio d'ore finalmente arrivò il momento in cui i responsabili annunciarono l'inizio dell'asta. I partecipanti furono fatti accomodare su alcune sedie precedentemente disposte davanti al palco, mentre gli addetti ai lavori erano indaffarati a trasportare i quadri dal salone in cui erano esposti a dietro le quinte, in modo che potessero man mano essere esibiti. Le tende del sipario erano ancora chiuse e nella stanza si era levato un forte chiacchierio. Lizzy continuava a flirtare con Jiho, ogni tanto prestando attenzione a ciò che accadeva intorno per scongiurare qualche evento imprevisto e assicurarsi che Iris e Wendy fossero pronte ad agire. Le altre due agenti, invece, avevano preso posto sulle sedie e osservavano i quadri man mano che venivano trasportati dietro al palco. Appena passò quello con l'SD, Iris fece un cenno a Wendy per comunicarle che sarebbe entrata in azione. Subito dopo entrò nel bagno vicino al palco, aspettando pazientemente che gli addetti ai lavori si allontanassero per andare a recuperare il dipinto successivo. Aspettò circa un minuto e si accertò che gli addetti si fossero allontanati, poi uscì dal bagno, si guardò intorno come se si fosse smarrita e svoltò di proposito dalla parte sbagliata. Giunta dietro al palco si avvicinò furtivamente al quadro e provò a estrarre l'SD con l'unghia, ma l'operazione si rivelò più complessa del previsto. «Cavolo!» imprecò tra sé e sé «L'hanno incastrata bene...» La ragazza sfilò una forcina dai capelli, raccolti sopra la nuca, e la infilò tra la cornice e il quadro, facendo così leva sull'SD e riuscendo finalmente a sfilarla.
«Scusi signorina, le serve aiuto?» uno degli addetti arrivò alle sue spalle. Iris si alzò di scatto tenendo stretta nella mano l'SD.
«Ah ecco... credo di essermi persa.» disse, fingendo una risatina imbarazzata «E mi è anche caduto un fermaglio per cappelli. Dev'essere finito qui intorno ma non lo trovo più.»
Il fermaglio argento che aveva lasciato cadere prima di alzarsi non era sfuggito alla vista dell'addetto, che si abbassò a raccoglierlo e glielo porse.
«Questo?»
«Ah, sì è proprio quello! Grazie mille!» rispose lei in tono stupito, inscenando poi un sorrisetto grazioso.
«La sala è da quella parte.» continuò l'addetto indicandole l'uscita.
«La ringrazio, buon lavoro.» Iris accennò un inchino e gli diede le spalle, tornando verso la stanza con le sedie in cui la attendeva Wendy.

«Signori e signore!» esclamò al microfono la voce di un uomo anziano in smoking che era appena uscito sul palco «Vi prego di accomodarvi, l'asta inizierà tra pochi minuti.»
Seduti a qualche posto di distanza da Iris e Wendy c'erano Taeoh e Dawon. Quest'ultimo notò che subito dopo l'annuncio dell'inizio dell'asta le due ragazze si erano alzate e stavano lasciando la sala. Immediatamente fece segno al collega di prestare attenzione.
«Cosa succede?»
«Hai visto anche tu? Movimenti sospetti... devono averla presa loro.»
«Sicuro? Come facciamo a riprenderla?»
«Dobbiamo trovare il modo di avvicinarle. Almeno Lizzy è fuori gioco, è rimasta tutto il tempo con Jiho.»
«Allora muoviamoci prima che spariscano.» disse Taeoh, alzandosi per lasciare la sala insieme a Dawon.

«Lizzy, vai al bar. L'abbiamo presa.» sussurrò Wendy vicino al microfono incorporato nel suo braccialetto. Dall'altro lato della sala, l'agente ricevette il messaggio e picchiettò due volte col dito sul braccialetto che aveva al polso per confermare che aveva capito.
«Scusami Jiho, vado a prendere ancora qualcosa da bere. Tu vuoi nulla?» disse alzandosi dalla sedia con i suoi soliti movimenti sinuosi.
«Non vuoi che ti accompagni?» propose lui, nel tentativo di non perderla d'occhio.
«Ti conosco da un paio d'ore e già fai il geloso? Non scappo con nessun'altro...»
«Allora puoi portarmi lo stesso che prendi per te?» Jiho la tirò leggermente verso di sé e le stampò un bacio sulle labbra.
«Certo...» rispose lei, sorridendo maliziosamente.
Lizzy si diresse verso il bancone degli alcolici dove individuò Iris, seduta a fingere di bere un drink nell'attesa che arrivasse la complice. Wendy si trovava a poca distanza da loro e controllava che non si avvicinassero persone sospette. Lizzy si sedette nel posto accanto a Iris e ordinò due Martini.
«Vedo che avete fatto in fretta...» disse senza guardare la collega.
«Che ne facciamo di questa?» chiese Iris appoggiando l'SD sul tavolo davanti a Lizzy.
«Lasciatela a me, ci penso io a tenerla al sicuro.» così dicendo, infilò l'SD nel reggiseno. «Potete anche andare ora, la missione è finita.» subito dopo arrivò la sua ordinazione. Prese i bicchieri di Martini e tornò al tavolo con Jiho.

Iris e Wendy avevano già fatto la loro parte, ora spettava a Lizzy consegnare l'SD a L. La sala, svuotata dei quadri, non era più tanto affollata, anche se alcune persone erano rimaste comunque sedute ai tavoli a parlare e a mangiare il cibo del buffet che veniva continuamente rifornito dagli inservienti. Una musica tranquilla aleggiava nell'aria, creando un'atmosfera di calma e rilassatezza. Le due agenti decisero di intrattenersi ancora per un'oretta prima di rientrare a casa.
«Ho di nuovo fame, non ho mangiato molto prima.» disse Wendy.
«Andiamo a prendere qualcosa al buffet, ora ci sarà meno gente in fila visto che sono tutti all'asta.» propose Iris. Le due si diressero quindi al bancone del cibo e delle bevande. In quel preciso momento, Dawon e Taeoh riuscirono a individuarle di nuovo tra i presenti e decisero di seguirle. Per loro fu un sollievo che non avessero già lasciato la festa, recuperare l'SD era una questione di massima importanza: a detta di Ray, il capo dell'associazione mafiosa per cui lavoravano, quel piccolo oggetto nascondeva al suo interno informazioni estremamente sensibili sulle loro attività estere e se i servizi segreti ne fossero entrati in possesso sarebbe stata la fine.
«Cibo, cibo, cibo! Ora non ci separa più nessuno!» canticchiò Wendy, prendendo alcune pietanze dai vassoi e mettendole nel piatto. Ignara di tutto, pensava che fosse appena iniziato un bel weekend di pausa per lei e le sue colleghe.

Fine cap. 2


Eccoci alla fine anche del secondo capitolo! Pian piano si sta scoprendo qualcosa di più anche sui ragazzi. Sì, sì, esatto, hanno sui trent'anni e li chiamo ragazzi, non uomini. Abbiate pietà ma sto andando per quella strada pure io e posso confermare che si è ancora gioooovanissimi a trent'anni u.u so che c'è chi mi capisce!
Siamo solo all'inizio e dobbiamo ancora entrare nel vivo della vicenda, ma spero di essere riuscita a tenervi un po' di compagnia!
Alla prossima~

Misa


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