Wendy e Dawon avevano passato la giornata ad allenarsi al poligono. Non c'era molto altro che potessero fare, ma mancava ancora un'ora alla fine degli allenamenti, così avevano deciso di tornare in palestra per le consuete esercitazioni corpo a corpo. Daeju non si era ancora ripreso e non avrebbe potuto prendere parte alle lezioni per un po', mentre Taeoh era in missione con Iris, quindi Dawon e Wendy per qualche giorno sarebbero rimasti da soli.
«Dobbiamo proprio? Sono stanchissimo!» provò a lamentarsi Dawon, ma fu subito zittito dalla sua insegnante.
«Anche io, ma non mi lamento. Prima iniziamo, prima finiamo.»
«Ok...» Dawon si preparò allungando un po' i muscoli con dello stretching. «A te la prima mossa.»
«Paura?» lo stuzzicò Wendy.
«Tzk per nulla.»
«Ti si legge in faccia...»
«Dai, attacca, vediamo se ce la fai a sconfiggermi!» Dawon era sicuro che avrebbe vinto. Anche se tecnicamente erano sullo stesso livello, aveva dalla sua parte una maggiore forza fisica. Wendy attaccò Dawon. Lui all'inizio risparmiò le energie, impegnandosi principalmente sulla difesa, mentre Wendy puntava a stancarlo attaccandolo velocemente da diverse direzioni.
«Tutto qui?» la provocò lui.
«E tu?»
«Io posso fare ancora di meglio!»
«Sure... la pancia però non aiuta la tua velocità.»
Dawon ci mise più energia e fece cadere Wendy, bloccandola sul pavimento, sotto di lui. Nulla di diverso dal solito se non fosse che quella volta erano soli. La teneva ferma per i polsi, senza stringere troppo. Trattandosi solo di un allenamento non voleva farle male. Lei cercò di liberarsi ma senza successo. Anzi che rialzarsi subito come faceva di solito, Dawon indugiò per un attimo. Il suo viso era a pochi centimetri da quello di Wendy. Lei aveva smesso di cercare di liberarsi, ma sembrava divertita. Il sole del tramonto entrava dalla finestra illuminando il suo sorriso e i suoi occhi verdi. Le labbra risaltavano in contrasto con l'incarnato bianco e le sue guance si erano tinte di un lieve rossore. Dawon non riuscì a resistere e la baciò. Wendy rimase a dir poco sorpresa, ma ebbe la prontezza di respingerlo immediatamente. Il ragazzo si rese allora conto dell'errore che aveva appena commesso. Era un suo allievo, doveva rimanere al proprio posto, specialmente durante gli allenamenti. Si alzò immediatamente, lasciandola libera.
«Scusa... sono andato troppo oltre.» le porse una mano per rialzarsi, ma lei lo ignorò.
«Per oggi è abbastanza, puoi andare.» disse Wendy in modo secco, affrettandosi a lasciare la palestra.
Seoul, 8:00 AM.
Come ogni mattina, Dawon aveva lasciato il dormitorio per recarsi agli allenamenti. Arrivato in palestra, aspettò qualche minuto, ma vedendo che la sua insegnante era in ritardo cominciò a fare qualche esercizio di stretching per riscaldarsi mentre la aspettava.
Wendy invece era ancora per strada e camminava quanto più lentamente possibile per allungare il tragitto verso la palestra. Quello che era successo la sera prima continuava a tornarle in mente e la tormentava. Prima di entrare fece diversi respiri profondi nel tentativo di calmarsi, ma non funzionò, continuava a sentirsi più tesa di una corda di violino. Rassegnata, aprì la porta e salutò il suo unico allievo presente.
«Buongiorno.» Dawon ricambiò il saluto nel modo più formale possibile. Era palese che lei volesse mantenere una certa distanza e non poteva darle torto. Era stato troppo avventato la sera precedente e, anche se non credeva, ora che Wendy si trovava davanti a lui si rese conto di essere piuttosto agitato. Avrebbe voluto scusarsi di nuovo, ma temeva di risultare inopportuno, quindi alla fine si limitò ad aspettare che Wendy gli desse degli ordini.
«Vedo che hai già iniziato il riscaldamento.»
«Sì, sono pronto per l'allenamento di oggi.»
«Perfetto...» Wendy era riuscita a sembrare fredda e impassibile fino a quel momento, ma improvvisamente i pensieri le avevano di nuovo affollato la mente e senza rendersene conto era rimasta in silenzio a fissare il vuoto.
«Tutto bene?» le chiese Dawon.
«Ah?»
«Cosa posso fare oggi? Proseguo con i soliti esercizi da solo?» cambiò subito discorso lui, per non chiederle quale fosse il problema, anche perché temeva di esserne la causa.
«Oggi... ehm... le armi... sì, andiamo di nuovo al poligono.» la ragazza tornò in sé. Il poligono era la soluzione migliore per evitare il contatto fisico. «Proveremo diverse armi nuove.»
«Ok, perfetto.» Dawon tirò un sospiro di sollievo. Anche lui non avrebbe saputo come comportarsi in un altro scontro corpo a corpo. I due presero i propri oggetti personali e si incamminarono velocemente al poligono.
STAI LEGGENDO
Dangerous
ActionTra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperar...