Cancún. 6:52 AM.
Iris controllò per l'ennesima volta l'orario sul display del cellulare e si arrese ad alzarsi dal letto. La sveglia che aveva impostato non era ancora suonata. Dopo la chiamata con Wendy, avvenuta a notte fonda, non era più riuscita a chiudere occhio. Temeva che l'amica potesse avere bisogno di aiuto e l'adrenalina l'aveva costretta a rimanere vigile.
Wendy le aveva chiesto di controllare le telecamere di sorveglianza dell'ospedale, perciò il suo intento era quello di farsi una doccia veloce e tornare subito alla clinica per parlare coi medici. Appena varcò la soglia del bagno, però, un forte capogiro la fermò. Quanto era passato dall'ultimo check-up? Dieci giorni? Due settimane? Non si ricordava di preciso, ma non avrebbe dovuto ignorare le vertigini che ogni tanto si erano palesati anche nei giorni passati. Il suo amico e medico Kibeom le aveva raccomandato degli esercizi da fare ogni giorno per limitare gli effetti di quel brutto infortunio alla schiena rimediato durante una missione, ma da quando era arrivata a Cancún non ne aveva più trovato il tempo.
Mancavano ancora tre ore all'inizio dell'orario di visita in ospedale, perciò decise di rimandare il controllo delle telecamere e prepararsi con calma. Prima di tutto fece gli esercizi per la schiena, poi andò a farsi la doccia. Accese l'acqua e diresse il getto caldo sul collo e sulle spalle, lasciando che le facesse un leggero massaggio. Avvolta nell'ampio asciugamano dell'hotel, si asciugò e pettinò i capelli. Poi si rivestì, indossando un semplice paio di jeans e una maglietta a mezze maniche lilla.
Quando finì erano le nove e qualche minuto, mancava ancora un'ora prima che iniziasse l'orario di visita in ospedale. Pensò che se si fosse seduta ad aspettare si sarebbe riaddormentata, così decise di uscire e andare a vedere se Taeoh e Daeju erano svegli. Prese l'ascensore, salì di un piano e si fermò per un attimo davanti alla porta della loro camera, rileggendo più volte il numero della stanza. 319. Era quella giusta. Bussò con decisione e attese risposta. Per un po' non comparve nessuno. Era quasi sul punto di lasciar perdere, quando Taeoh aprì la porta con addosso solo un paio di boxer.
«Sì?» mugugnò il ragazzo, arruffandosi i capelli con la mano. Aveva tutta l'aria di essersi appena svegliato ed era la seconda mattina di fila che le compariva davanti in quello stato. Iris non poté fare a meno di arrossire visibilmente e distogliere lo sguardo, ma non fu in grado di dire proprio nulla se non tossicchiare leggermente. A quel punto Taeoh sembrò svegliarsi del tutto e realizzare la situazione.
«Oh! B-buongiorno...» disse in modo impacciato «Aspetta un secondo.» chiuse la porta per mettersi addosso dei vestiti e poco dopo la riaprì di nuovo «Scusa, stavo ancora dormendo.» si giustificò, un po' imbarazzato.
«Ah, mi dispiace di averti svegliato! Tra poco pensavo di andare in ospedale a portare qualcosa a Wendy e vedere se Dawon sta bene, volete venire anche voi?» chiese riferendosi a lui e Daeju.
«Non preoccuparti, avrei dovuto essere già sveglio a dire il vero.... Ci vediamo nella hall tra un quarto d'ora, ok? Sveglio Daeju.»
«Ok, fate pure con calma, vi aspetto giù.»***
Verso le dieci, i tre arrivarono in ospedale.
«Eccoci!» esclamò Iris, entrando insieme a Taeoh e Daeju. Proprio in quel momento, Dawon si era alzato dal letto, ma, essendo ancora debole, aveva avuto un po' di vertigini e si era aggrappato a Wendy con il braccio sano.
«Scusa...» disse Dawon. Wendy cercò di aiutarlo a rimettersi seduto, facendolo appoggiare a sé. Anche Taeoh corse a sostenerlo.
«Tutto bene?» chiese Wendy all'infortunato.
«Tutto ok, ho solo avuto un capogiro.» rispose lui, accettando il loro aiuto e sedendosi di nuovo. Dopo averlo lasciato, Wendy riuscì finalmente a rivolgere un saluto ai tre appena arrivati.
«Buongiorno!» era percepibile una certa stanchezza sul suo volto, ma nel complesso sembrava più sollevata rispetto al giorno precedente.
«Come stai?» chiese Taeoh al collega, felice di vedere che si era risvegliato.
«Abbastanza bene. Ho fatto stamattina tutte le analisi e dicono che la situazione è migliore del previsto, potrei essere dimesso tra meno di una settimana.»
«Questa è un'ottima notizia!» esclamò Taeoh.
«Ero così spaventato quando Taeoh mi ha detto cosa ti era successo!» disse Daeju.
«Sono contenta che ti stia riprendendo!» aggiunse anche Iris. Si sentiva più tranquilla ora che le cose stavano andando per il verso giusto. Era sicura che Wendy non avrebbe mai lasciato che succedesse qualcosa di irreparabile a un civile sotto la sua custodia. «Wendy, hai già fatto colazione?» si rivolse all'amica.
«Non ancora, perché?»
«Intanto che ci sono i ragazzi con Dawon che ne dici di fare una pausa? Ti accompagno a prendere qualcosa da mangiare!»
«Mi sembra un'ottima idea.» concordò Dawon, ansioso di consultare i complici su quanto accaduto il giorno precedente «Sarai stanca.»
«In effetti...» cedette Wendy. «Allora a dopo.»
«A dopo! E grazie per stanotte.»
Appena Wendy e Iris ebbero lasciato la stanza, Dawon prese la parola.
«Ragazzi, cos'è successo di preciso ieri? Wendy mi ha detto che siamo finiti in uno scontro armato tra bande di quartiere!»
«Nessuno scontro.» smentì Daeju «Mentre eravate tutti in ospedale, sono andato a indagare. Ho chiesto un po' in giro e sembra che siano solo una banda di teppistelli di quartiere. La metà di loro non sono nemmeno maggiorenni, ma a volte fanno pestaggi e furti su commissione.»
«Che diamine stavano facendo allora?»
«Non ne ho idea.» Daeju scosse la testa in senso negativo «Forse era tutta una messa in scena.»
«Per colpire le agenti?» chiese confuso Dawon.
«Il fatto è che...» rispose Taeoh «non abbiamo trovato nessun nesso con il caso delle agenti.»
«Vuoi dire che...»
«Già, probabilmente l'obiettivo di chi li ha pagati per questa messa in scena eri proprio tu. O forse in generale uno di noi.»
«Non mi viene in mente nessuno che potrebbe averci seguiti fin qui per farci fuori.»
«Beh, possiamo sempre chiedere al ragazzino che hanno ricoverato insieme a te ieri.» propose ottimisticamente Taeoh.
«Purtroppo non sarà possibile.» Dawon fece una breve pausa «È morto stanotte.»
«Morto?» chiese Taeoh, come se non avesse capito bene.
«Sì, di arresto cardiaco. Wendy lo aveva colpito alla gamba, non poteva essere in alcun modo una ferita mortale. L'operazione era andata bene, ma non ce l'ha fatta.»
«Accidenti! È molto strano... era giovane! E per di più poteva essere un testimone utile.» osservò Taeoh.
«Non vorrei fare ipotesi azzardate, ma la prima cosa che mi è venuta in mente quando me lo hanno detto stamattina è stata che qualcuno lo avesse ucciso di proposito.»
«E Wendy? Ha visto qualcosa?» chiese Daeju.
«È possibile, ma dubito che si sbilancerà a raccontarcelo.»
«A questo punto, a meno che non andiamo a cercare gli altri ragazzini e li minacciamo, non credo scopriremo niente, ma non so se ne valga la pena.» osservò Taeoh.
«Sarebbe uno spreco di energie inutile.» concordò Dawon «In ogni caso, però, è meglio se teniamo gli occhi aperti. Qui c'è qualcuno che sta sabotando i nostri piani, e comincio a credere che sia una terza persona, diversa sia dalle agenti sia dall'uomo a cui stanno dando la caccia.»
«Ho la stessa sensazione anch'io.» confermò Taeoh.
«James e Buffy sanno quello che è successo?» chiese Dawon.
«No, non abbiamo detto nulla. È da ieri che non li vediamo.» riportò Daeju.
«Meglio così. Non mi fido di loro.»
«Credi che stiano tramando qualcosa?»
«Non lo so, è solo una sensazione, ma c'è qualcosa che non mi torna.»
«E con le agenti che facciamo?» chiese Taeoh, interrompendo lo scambio di battute tra i due.
Dawon fece un lungo sospiro.
«A dire il vero... se non fosse stato per Wendy non sarei qui a parlare con voi in questo momento. Più ci penso, più mi sento in debito.» Taeoh e Daeju rimasero in silenzio, aspettando che Dawon terminasse il discorso. «Non lo so se voglio portare a termine questo incarico.»
«Stai dicendo che vuoi opporti a Ray?» chiese Daeju, un po' allarmato.
Dawon distolse lo sguardo, assumendo un'aria colpevole.
«Mi dispiace, non lo so... probabilmente vi sembrerà una richiesta assurda ma, vorrei sospendere la missione, almeno finché non mi sarò ripreso. Non sono abbastanza lucido per decidere in questo momento.»
«Non è affatto una richiesta assurda.» Inaspettatamente, Taeoh si mostrò molto comprensivo. Dopotutto anche lui si sentiva estremamente confuso. Se da un lato tradire Ray significava rischiare la vita, dall'altro temeva che se non l'avesse fatto se ne sarebbe pentito amaramente. «Tu pensa a riprenderti e a uscire da qui. Per il momento possiamo considerare la missione sospesa.»
«Anche per me non c'è problema.» concluse Daeju.
«Grazie, ragazzi. Cercherò di riprendermi il prima possibile.»
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Dangerous
ActionTra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperar...