Seoul, 15:45 AM.
Erano passati tre giorni dalla missione a Macao. Iris si era finalmente ripresa, così lei e Taeoh erano rientrati a Seoul. I due stavano attraversando a piedi il parcheggio dell'aeroporto in cui avevano lasciato la macchina alla partenza. Camminavano molto lentamente, mano nella mano, godendosi i timidi raggi di sole di quel pomeriggio di metà novembre. Ormai non mancava molto all'inverno, ma fortunatamente la giornata era tiepida e passeggiare all'aria aperta era ancora piacevole.
«Grazie per essermi stato vicino questi tre giorni.» disse di punto in bianco Iris, appena raggiunsero l'auto. Dopo aver dato sfogo a sentimenti e paure soppresse per mesi, tutto lo stress e la frustrazione accumulati erano esplosi in una bella febbre che l'aveva messa k.o., ma non tutto era venuto per nuocere. Seppur non nelle migliori condizioni, aveva potuto passare del tempo in compagnia di Taeoh, che le era stato vicino e l'aveva accudita amorevolmente. Doveva ammettere che dopo questa vicenda se ne era innamorata ancora di più e ringraziarlo in quel modo le aveva permesso di esprimere almeno una briciola della gratitudine e dell'affetto che provava nei suoi confronti.
«Non c'è di che. L'ho fatto volentieri.»
Iris accennò un bacio sulle labbra del suo ragazzo, poi prese un foglietto piegato in due dalla tasca del cappotto e glielo porse.
«Questo non farlo vedere a nessuno.»
«Cos'è?» chiese lui, prendendolo in mano e aprendolo per leggere.
«È il mio indirizzo di casa. Una volta tornati sono più che sicura che L mi manderà immediatamente in missione, però se mi capiterà di essere a casa mentre May è via potresti passare a trovarmi!»
«Oh!» esclamò lui, un po' sorpreso. Si erano detti di tenere la loro storia segreta, quindi non si aspettava che lei si sarebbe arrischiata a invitarlo a casa «Verrò sicuramente se ci sarà l'occasione!» questa volta fu Taeoh ad accennare un bacio sulle sue labbra. Dopo aver aspettato tanto era difficile staccarsene.
«Bene, ora è meglio rientrare. Mi raccomando, una volta che saremo all'associazione, fai come se non fosse successo nulla.»
«Non preoccuparti, terrò la bocca cucita!»
Prima di aprire la macchina, Iris sembrò ripensarci e si voltò di nuovo verso Taeoh. Gli prese il volto tra le mani e lo guardò negli occhi con l'espressione di chi sta per fare qualche dispetto.
«Giuro che è l'ultimo, solo perché poi mi mancherai da morire fino a quando non ci rivedremo.» Si sollevò sulle punte e lo baciò di nuovo, questa volta soffermandosi di più e in modo più intenso. Lui le strinse le braccia intorno alla vita, tirandola vicino a sé e ricambiando dolcemente il bacio, fin quando decisero, a malincuore, che era il momento di separarsi. Erano perfettamente consapevoli che prima di poter trascorrere di nuovo dei momenti di spensieratezza insieme sarebbe passato diverso tempo, probabilmente più di quanto immaginavano, ma a entrambi andava bene così: era l'unico modo per evitare che L stroncasse sul nascere la loro relazione o, peggio, facesse marcia indietro sui propri piani. Dopotutto si erano aspettati tanto, non era il caso di commettere un passo falso proprio adesso ed erano sicuri che resistere ancora un po' ne sarebbe valsa la pena.
***
Purtroppo, i giorni da soli erano finiti anche per Wendy e Dawon. Taeoh era tornato da Macao e Daeju si era ripreso, così le lezioni di Wendy erano tornate a contare i suoi allievi al completo. Tuttavia, i due amanti non si erano lasciati scoraggiare e avevano ben pensato di incontrarsi di nascosto a casa di Wendy una volta a settimana. Proprio quella domenica, Dawon, bardato con mascherina di stoffa nera e cappello da baseball dello stesso colore, si era recato a casa di Wendy. Salite le scale del pianerottolo, suonò al campanello. Lei andò ad aprire e lui si intrufolò velocemente in casa, sbarazzandosi di mascherina e cappello appena la ragazza richiuse la porta.
«Perché continui a bussare? Hai il codice1...» gli fece notare Wendy.
«Scusa, mi dimentico sempre.» rispose lui, togliendosi l'anonimo giubbotto nero con cui era arrivato e sistemandolo sull'appendiabiti all'ingresso.
«La cena è quasi pronta.»
«Ho una fame! Cos'hai preparato di buono?»
«JjaJangMyeon.2»
Mentre i due si apprestavano a mangiare, la vicina di casa, SolHee, si era accorta che Wendy aveva visite. Appena sentito suonare il campanello, aveva subito drizzato le orecchie ed era corsa in camera ad appoggiare l'orecchio sulla parete comunicante con l'appartamento della rivale, nella speranza di captare qualcosa. Purtroppo per lei, però, non si sentiva proprio un bel niente. Ci pensò un attimo e decise di uscire sul pianerottolo per sbirciare attraverso le finestre dell'appartamento di Wendy, ma anche questa volta le andò male, erano tutte chiuse. Eppure, era sicura che sarebbe stata l'occasione buona per spifferare qualcosa a L e far retrocedere Wendy: una relazione con un proprio allievo sarebbe stata il top per incastrarla. In più il suo intuito le suggeriva che l'allievo in questione potesse essere proprio Dawon e questo non riusciva a sopportarlo. Doveva uscirsene con uno dei suoi piani geniali al più presto.
Nel frattempo, Wendy e Dawon avevano finito di cenare e si erano accomodati sul divano a guardare un film. Proprio sul momento clou, qualcuno bussò alla porta. Wendy andò subito a controllare dallo spioncino, ma non aprì.
«Chi è?»
«Sono io...» era SolHee «Non è che hai delle uova? Stavo facendo una torta ma le ho finite.»
«Mmmh... no, non le ho. Buona notte.» cercò di tagliare corto.
«Posso entrare un attimo? Mi servono anche altre cose...»
«Perché? Coff Coff» simulò la tosse «Ho un po' di influenza... meglio se non entri.»
«Lo so che sei in casa con Dawon!» esplose improvvisamente SolHee, vedendo che il proprio piano non dava i frutti sperati «Guarda che lo dico a L!!!»
Wendy si voltò verso Dawon con espressione incredula.
«Come fa a saperlo?» disse sottovoce.
«Non c'era nessuno quando sono arrivato...» si giustificò Dawon, in preda al panico.
«Vai sotto al letto! Non fare rumore!» ordinò a bassa voce, ma in modo concitato. Dawon eseguì gli ordini.
«Allora!?!?» sbraitò di nuovo SolHee dall'altro lato della porta. Wendy si arrese e socchiuse leggermente l'uscio.
«Coff coff, non c'è Dawon. Perché dovrebbe essere qui?»
«Prima qualcuno ha suonato! Sono sicura!» senza troppi convenevoli, SolHee scansò Wendy ed entrò in casa a grandi passi.
«No, non ha suonato nessuno. Non qui almeno.»
«Il mio sesto senso non si sbaglia mai! Lo sai che non si possono fare favoritismi tra gli allievi. Lo dirò a L!»
«Senti, puoi andare via da casa mia? Coff coff!»
Senza sentire ragioni, SolHee corse verso la camera da letto di Wendy. Se lo vedeva già davanti Dawon, nudo sul letto, circondato da petali di rose rosse ad aspettare la sua acerrima nemica, ma no, lei non avrebbe permesso tutto ciò!
«Lo so che è qui!»
Con sua grande delusione, in camera non c'era nessuno. Guardò anche nell'armadio, nel bagno, in cucina, ma non trovo un bel niente.
«Te l'ho detto che non c'è Dawon... perché dovrebbe essere qui?»
«Zitta! Stavolta non ne ho le prove, ma la prossima volta giuro che vi beccherò! Tzk... Dawon è solo mio! Gli ho messo io gli occhi addosso per prima!» così dicendo, se ne andò sbattendo la porta.
«È andata?» sussurrò Dawon, facendo spuntare la testa da sotto al letto.
«Sì. Ma sta tutto il giorno a spiarmi?»
«Che scocciatrice!» il ragazzo uscì dal suo nascondiglio e si scrollò la polvere dai vestiti «È un bel problema averla come vicina di casa...»
«Già, dovrei trovarmi un altro posto. E tu quando vieni metti il codice e basta, così forse non ci scopre.»
«La prossima volta me ne ricorderò.» il ragazzo si avvicinò a Wendy con sguardo malizioso «Potremmo andare a vivere insieme quando sarò un agente.»
«Sì può fare...» annuì lei, lasciandosi abbracciare mentre tornavano a sedersi sul divano «Così ti tengo d'occhio.»
«Non era proprio quello che stavo insinuando, ma, ok.»
I due ricominciarono a guardare il film, poi Dawon si affrettò a tornare al dormitorio prima delle dieci per non violare il coprifuoco.
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Dangerous
ActionTra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperar...