Pochi minuti dopo essere scesi in spiaggia, Wendy e Taeoh avevano cominciato a sentirsi stanchi e ad avere capogiri, i loro movimenti erano diventati più faticosi e lenti e la ragazza era persino svenuta. Nonostante Dawon fosse preoccupato per l'errore commesso, qualcosa lo insospettiva e tranquillizzava allo stesso tempo, questi, infatti, non erano affatto i sintomi del veleno che aveva sciolto nei drink. L'aconitina avrebbe dovuto metterci molto più tempo ad agire e l'avvelenamento si sarebbe dovuto manifestare sotto forma di crampi violenti e perdita di conoscenza. Non si conoscono antidoti per questo veleno, quindi se il suo complice fosse rimasto avvelenato per errore, il processo sarebbe stato irreversibile. Per fortuna qualcuno doveva aver scambiato il veleno con qualcos'altro, probabilmente un banale sonnifero.
Naturalmente anche Iris, completamente all'oscuro dei piani dei due ragazzi, era piuttosto preoccupata per ciò che stava accadendo e aveva cominciato a sospettare che il colpevole fosse il magnate. Forse le aveva scoperte e stava in qualche modo lanciando loro un monito perché smettessero di interferire con le sue attività.
«Taeoh, tutto bene?» chiese Iris, avvicinandosi al ragazzo, che procedeva barcollando.
«Umm? Che c'è?» lui la guardò con sguardo perso.
«Appoggiati a me, per oggi è meglio tornare in hotel.»
Taeoh accettò l'aiuto della ragazza e appoggiò un braccio intorno alle sue spalle, lasciando che lo stringesse intorno alla vita per aiutarlo a sorreggersi. Dawon non fece obiezioni e seguì gli altri due, portando in braccio Wendy.
Una volta arrivati, passarono prima dalle stanze delle ragazze, che erano a un piano inferiore rispetto a quelle di Taeoh e Dawon. Dopo essersi fermati davanti alla porta, Dawon, seguendo le indicazioni di Iris, cercò nella borsetta di Wendy la tessera per aprire la stanza ed entrò. Nel frattempo, la ragazza lo aspettava fuori, ma Taeoh era sempre più debole e sostenerlo stava diventando impossibile, così decise di portarlo nella propria stanza e lasciarlo stendere sul letto. Prima di raggiungere Wendy, Iris controllò che il respiro e il battito del polso del ragazzo fossero regolari e si assicurò che non avesse la febbre, posandogli una mano sulla fronte. Fatta eccezione per il sonno non c'erano altri sintomi, era certa che si trattasse di un banale sonnifero. Anche se era decisamente sollevata dal fatto che lui e Wendy non fossero stati avvelenati, non riusciva a spiegarsi perché li avessero narcotizzati. Come atto intimidatorio sembrava un po' blando per essere stato richiesto da un ricco magnate senza scrupoli. Con questi pensieri che le frullavano per la testa, Iris uscì dalla propria stanza e andò a controllare le condizioni dell'amica. Dawon aveva lasciato la porta leggermente socchiusa, così la ragazza entrò senza bussare, trovandosi di fronte a una scena alquanto fraintendibile. Dawon stava sfilando i pantaloni a Wendy, sdraiata a pancia in su sul letto e priva di sensi.
«Non toccarla!» gridò istintivamente Iris, allontanandolo immediatamente da Wendy.
«No! Aspetta! La stavo solo cambiando! Ho visto che il pigiama era lì sulla sedia e...» cercò di giustificarsi lui. Di certo non poteva raccontare che i sintomi erano quelli di un sonnifero ma che stava controllando che Wendy non avesse macchie sul corpo nel caso si trattasse di qualche altra sostanza velenosa che avrebbe ucciso anche il suo collega Taeoh.
«Non mi interessa! Vai ad occuparti del tuo amico piuttosto!» Iris lo spinse fuori dalla porta senza accettare spiegazioni. «Non ci si può più fidare di nessuno...»
Come aveva fatto poco prima con Taeoh, Iris controllò che Wendy non avesse sintomi di avvelenamento e, una volta constatato che anche lei era solo stata narcotizzata, le rimboccò le coperte e le mise il cellulare sul comodino, così avrebbe potuto chiamarla facilmente in caso di bisogno. Poi uscì, chiudendosi la porta alle spalle, e tornò nella propria camera.
«Wendy sta bene, si è solo addormentata.» disse a Dawon, evitando di far riferimento ai propri sospetti sul magnate.
«Menomale...» rispose il ragazzo, che era leggermente chinato verso il suo complice per controllare anche lui fosse vivo e vegeto. Improvvisamente Taeoh ebbe uno scatto nel sonno e abbracciò Dawon, cercando di baciarlo.
«Stai fermo!!!» urlò Dawon, mettendogli una mano in faccia per allontanarlo da sé.
«Ci stai provando anche con lui?» chiese sarcastica Iris.
«No! è lui che mi sta importunando!»
Taeoh desistette e tornò a dormire in modo composto, iniziando a russare leggermente.
«Sembra stia bene.» osservò Iris «Come facciamo a portarlo in camera sua?»
«Lasciamolo qui. Verrò domani mattina a vedere come sta.» propose Dawon.
Iris non fece obiezioni, in fondo c'era spazio per entrambi sul letto ed era troppo stanca per trascinarlo fino al piano di sopra.
«Ok, se succede qualcosa vengo a chiamarti. In che stanza siete?»
«319. Perfetto, allora vado, cerca di non fare la pervertita stanotte.» insinuò Dawon, per restituire il favore alla ragazza che poco prima lo aveva frainteso.
«Ehi! Non sono io quella che spoglia le persone!»
«Sì, sì, buonanotte.» concluse Dawon, andandosene.
«Notte...» Iris andò a cambiarsi in bagno e poi si infilò stancamente sotto le coperte.
Prima di spegnere la luce osservò per un attimo il viso di Taeoh, che dormiva tranquillamente. Era già la seconda volta che finiva per metterlo in pericolo. Prima l'esplosione del magazzino, ora una specie di avvelenamento mancato. Non poté fare a meno di sentirsi un po' in colpa. Dopotutto era esattamente questo il motivo per cui si era ripromessa di non innamorarsi di nessuno: il suo lavoro era troppo rischioso, non solo per se stessa, ma soprattutto per le persone a lei più care. Si rese conto che giorno dopo giorno aveva iniziato a provare qualcosa per Taeoh, gli stava permettendo di avvicinarsi a lei, rischiando di metterlo in pericolo. Forse la cosa migliore era ricominciare a mantenere un certo distacco nei suoi confronti, come faceva con gli altri, o almeno doveva provarci. Immersa nei suoi pensieri, Iris diede le spalle a Taeoh e spense la luce. Si aggiustò il cuscino sotto alla testa e cercò di prendere sonno.
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Dangerous
ActionTra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperar...