Per tutta la mia vita ho vissuto nell'ombra dell'oscurità, cercando la redenzione per la mia anima perduta. Ma credo non esista redenzione per chi ama il proprio peccato.
Lei era cresciuta.
Forse troppo in fretta. Avrei tanto voluto vederla ridere di più, vederla sbronza dopo una serata con gli amici, nascondersi per fumare una sigaretta, spezzare i cuori ai ragazzi, tornare a casa tardi dopo aver fatto serata. Ma andiamo, lei non farebbe nemmeno la metà delle cose che comunemente fanno le ragazze della sua età. Lei non è come le altre.La guardo attraversare il cortile della scuola, lo sguardo basso, i lunghi capelli raccolti le ricadono sulle spalle. Si vede benissimo che non vuole attirare l'attenzione, ma con scarsi risultati. È bellissima e questo non lo vedono solo i miei occhi.
Vorrei capire se si ricorda di me. Se le faccio ancora paura o se mi trova ripugnante. Se solo posasse lo sguardo su di me capirei. Sono passati tanti anni da allora. Lo capirei se si ricorda di me e in che modo. Solo che non posso permetterlo, non posso farle questo e correre il rischio di farla soffrire ancora. Di farle provare quel dolore ancora una volta. Non sarei nemmeno dovuto tornare, come ogni anno. Ma ogni volta che torno per vederla, non riesco a tornare più indietro. Più lei diventa grande più io sono attratto da lei, e allontanarmi mi costa un certo sforzo.
Ogni volta che la guardo vorrei tanto sporcare quel suo viso angelico con i miei baci famelici. Sono proprio questi pensieri che, alla fine, mi spingono lontano da lei.Per di più ha ancora il ragazzo. Quel ragazzone biondo che le gira intorno da anni.
La vedo andare verso di lui sorridendo e mi si contrae la mascella. Doveva mettersi proprio con un'idiota? Le dà un bacio sulla guancia e le mette le mani sui fianchi, anche quelli le sono cresciuti. Della bambina pelle e ossa è rimasto solo lo sguardo spento, quasi privo di emozioni, lo stesso che mi ha mostrato quella sera.
Quanto vorrei vedere brillare quegli occhi.
L'idiota biondo la prende per mano e si incamminano verso il campo da football. Abbasso d'istinto lo sguardo, non riesco a guardarla mentre si allontana con lui. Anni fa speravo che trovasse un ragazzo e ora che ce l'ha, vorrei staccargli la testa con un morso. Dopotutto, forse, il vero idiota sono io.Torno dalla mia moto più esasperato che mai, sono quattro giorni che le giro intorno, che la spio. Lei è come una calamita, cerca sempre di spingermi verso di lei. Ora che so che sta bene dovrei andarmene come ho sempre fatto, e lasciarle vivere la sua vita. Prendo il casco e un odore pungente e familiare mi pervade i sensi: sangue. Dall'odore capisco che non è stato appena versato. Non dovrei seguire la scia, ma è una scuola, la scuola dove c'è lei, non posso far finta di niente e lasciar perdere. Mi maledico per la testardaggine che prende il sopravvento. Ma sto facendo la cosa giusta.
La scia mi porta verso l'ufficio del coach di football. L'odore è sempre più forte. Un brividio percorre la mia schiena e a dare ragione ai miei timori è proprio quello che mi ritrovo davanti non appena varco la porta.
La finestra dietro la scrivania dell'ufficio ha le tapparelle chiuse, solo un filo di luce illumina quello che si trova sulla scrivania. Il corpo esanime del coach Williams.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino con cautela. Controllo il corpo sperando si tratti di un suicidio, oppure un semplice omicidio, preferirei dare la caccia a un uomo piuttosto che a un mostro. Sollevo il mento con una mano, l'odore è rivoltante, il sangue appartenente ad una persona morta è come del cibo avariato: puzza.
Nel collo c'è un taglio che lo incide da parte a parte, appena sotto, due buchi profondi sono evidenti nelle clavicole, segni di due morsi. La testa è quasi staccata dal corpo, piegata all'indietro, gli occhi del coach non nascondono l'espressione di dolore che provava quando lo stavano mangiando. La pelle ormai bluastra è piena di lividi, segni di una lotta per cercare di salvarsi. Questo taglio profondo è segno di un mostro incapace di coprire le sue tracce. Adesso è certo, non posso andare via.«Mister!».
La voce di un ragazzino mi fa sobbalzare, inizia a bussare alla porta. Impreco fra i denti e velocemente scappo fuori dalla finestra lasciandola aperta. Sento le urla dell'umano che ha appena scoperto il corpo del suo allenatore.Prendo il telefono a denti stretti, non sono sicuro che sia uno solo come in passato, nel collo c'erano due morsi, non ho potuto appurare se si trattasse degli stessi canini. Ma non capisco nemmeno il perché di quell'assassinio in una scuola e lo scarso tentativo di coprire i morsi se poi lasciano il corpo così in bella mostra. Compongo il numero e gli squilli mi rimbombano dentro le orecchie insieme al pensiero che mi attanaglia le budella "se fosse successo a lei".
«Cam?» alla riposta di Caleb riprendo lucidità, allontanando quel pensiero dalla mente.
«Padre. Ho bisogno del tuo aiuto. Sono a Mystery Lein e ho appena trovato il corpo di un uomo ucciso, credo si tratti di uno o due della razza» sputo tutto come se le parole fossero veleno.
«Sei tornato in città?» ribatte
«Torno ogni anno per vedere come sta. Ma adesso non posso andarmene finché non so che lei è al sicuro» sento un sospiro dall'altra parte del telefono.
«Sarà uno di passaggio Cam. Al giornale ho letto che nei paesi lì vicino c'è stata come una scia di cadaveri. Credono si tratti di un animale» serro i pugni
«Non voglio dare tutto per scontato» sbotto
«Pensi che sia la compagna di quello che hai ucciso anni fa vero?» sussulto a quella supposizione «Annabelle!» dico serrando più che posso la mascella. Devo ammettere che l'avevo dimenticata. Sono passati quindici anni dopotutto.
«Credi sia possibile?».
«Cam, io credo sia solo una coppia di vampiri che vogliono divertirsi creando scompiglio. Ma se vuoi esserne sicuro, rimani in città qualche altro giorno, ti raggiungerò a breve e ti darò una mano» la voce calda di mio padre riesce a calmare un po' la mia collera.
«Grazie padre» Stacco la comunicazione e sento il suono delle volanti di polizia e un'ambulanza, è un corpo morto, non credo che i paramedici possano fare qualcosa adesso.Tutti i ragazzi si radunano all'entrata della scuola, dove si trovano le volanti. I paramedici stanno portando il corpo su una barella coperto da un telo nero. Molti piangono e alcuni urlano, sento odore di paura anche dall'altra parte del marciapiede. Indosso il casco e salgo sulla moto. Mi fermo più vicino alla scuola, quando la vedo. È stretta fra le braccia del suo ragazzo. Serro la mascella, di nuovo.
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Ricordi imbrattati di Rosso
VampireMystery Layn è sempre stata considerata come "la città silente", una piccola cittadina lambita dal mare e costellata da chiese antiche. Una splendida città turistica, ricca di storia. Ormai sono rimasti in pochi in città a ricordare ciò che si cela...