Passi lenti, quasi silenziosi avanzano verso di me. Il respiro affannato echeggia nell'aria gelida della sera.
Gli alberi sono spogli e ricoperti dalla neve candida che cade giù, creando un manto bianco per tutto il viale. Cerco di afferrarla con le mani, ma non appena sente il mio tocco si scioglie. Non l'avevo mai vista prima d'ora. Da lontano sento ancora l'echeggiare delle urla della mia mamma.. Mi allontano ancora un po', non voglio sentirla urlare ancora.
Lungo la strada intravedo la vecchia casa abbandonata. Un tempo ci viveva un uomo solo, ma non si sa dove sia andato. La mamma mi ha sempre detto di non avvicinarmi troppo altrimenti potrei vedere un fantasma, ma adesso non mi intimorisce.
Non ho mai avuto molta paura dei fantasmi, ho più paura dell'uomo che vive in casa con me e mia madre, che urla e la fa piangere. L'uomo che spesso mi costringe a rimanere chiusa dentro l'armadio perché crede che io sia maledetta.
Lo scricchiolio di un ramoscello contro la suola di una scarpa richiama la mia attenzione. Un ombra scura con un lungo mantello mi sta fissando lontano. La luce fioche del lampione non lo illumina abbastanza a quella distanza.
Ma quando avanza verso di me dal suo viso noto solo lo scintillio dei suoi denti bianchi ben esposti. Si avvicina a passo lento. Non riesco a muovermi, sono come paralizzata, ma non ho paura. Tu che cosa puoi farmi di più? Sono solo una bambina maledetta.
La luce fioca del lampione ad ogni suo passo, rivela grosse macchie rosse sulla neve. Un uomo con lunghi capelli neri adesso mi sta guardando e fa un insolito sorriso. Ha lunghi canini appuntiti e la bocca ricoperta di sangue. «Sei un lupo?» sussurro e una goccia salata mi cola sulle labbra. I miei occhi sono come ricoperti da un velo bianco. Sto piangendo, adesso ho paura.
Forse finirà tutto sta notte e la mia mamma sarà libera di vivere la sua vita senza di me.
Il lupo mi sorride e si avvicina ancora di più, cercando di afferrarmi con i suoi lunghi artigli. Ma io non mi muovo, se mi promette che fa alla svelta io sto ferma.
Il suo tocco viene interrotto da un angelo con le ali rosse che improvvisamente atterra sul lupo, facendolo sprofondare sulla neve. Solo dopo aver alzato lo sguardo mi accorgo che in realtà non è un angelo, ma un altro lupo. Chiudo gli occhi di scatto. «Fai presto» sussurro singhiozzando. Uno strano liquido caldo mi schizza il viso. Apro gli occhi e tutto è diventato rosso, perfino la neve sembra aver perso il suo candido pallore. Il lupo rosso mi guarda e viene verso di me. Forse non vuole uccidermi. Forse vuole salvarmi. Forse...Apro gli occhi di scatto, madida di sudore. Di nuovo quel sogno, ma sta volta era diverso. Era reale.
Un altro ricordo imbrattato di rosso è vivido nella mia mente, come un film appena visto.Molte domande si affollano nella mia testa. Ma la principale è una soltanto: Era Cameron quello?
Non sono sicura che sia lui. Credo che questo sia l'ultimo ricordo della mia infanzia, quando ancora vivevo con mia madre e poi mi sono ritrovata a essere affidata alla famiglia del fratello.Prendo il cellulare sul comodino accanto alla piccola statua di una sirenetta. Accendo il display, sono le due passate. Fuori dalla finestra è notte fonda. I lampioni illuminano le strade vuote e umide. Apro le imposte e sento un forte odore di pioggia che si espande nell'aria. Il rumore della pioggia che scende giù mi da una sensazione di tranquillità.
Fisso il cellulare e la voglia di chiamare Cameron si fa largo dentro di me. Non è il semplice desiderio di rivederlo. Forse è anche quello. Ma adesso, quando penso di avere più certezze riaffiorano altri dubbi. E nell'incertezza che sto ritrovando tutti i tasselli che avevo perduto.
«La pioggia ti rende pensierosa?» le parole mi arrivano come su sussurro che mi fa sobbalzare il cuore dritto nella trachea.
«Klaus!» mi lamento.
Mio fratello si regge con le braccia conserte allo stipite della porta, fissandomi con sguardo intenso e pensieroso.
«Ho sentito dei lamenti, hai avuto il tuo solito incubo?»
«Ultimamente non riesco più a distinguere la differenza tra incubi e realtà» dico sospirando.
«Nemmeno io» afferma lui abbassando lo sguardo.
«Anche tu incubi?»
«Non proprio. Diciamo che il ricordo del viso privo di vita del coach è ancora vivido nella mia mente. Ma sto cercando in tutti i modi di superarlo»
«Sei un ragazzo forte Klaus. Sono sicura che puoi farcela».
«Sai dovresti provarci anche tu»
«Che intendi?»
«Le nostre stanze sono molto vicine, ti sento la notte quando hai gli incubi. È lo stesso di tanti anni fa o anche tu rivivi quello che ti è successo quella notte?»Già, la notte in cui quella vampira mi ha aggredita.
«Diciamo che si è aggiunto alla lista dei miei incubi ricorrenti» dico amaramente.«Non abbiamo mai parlato io e te di quello che ti è successo quella notte. Non voglio farti rivivere quel momento, ma sappi che se vuoi parlarne con me, nonostante tutto quello che ci sta succedendo, puoi farlo. Sarà la tua roccia» i suoi occhi sono luminosi, sinceri e preoccupati.
«Lo so, fratellino. Sei la mia roccia da sempre, ma...»
«...non riesco a parlarne» completa la frase per me.
«Oggi a cena eri molto strana, quasi non ti sentivo fiatare» aggiunge.
«Non avevo nulla da dire»
«E sta mattina? Perché non sei venuta a scuola?»
La sua domanda mi incenerisce all'istante come fosse una saetta dritta sulla bocca dello stomaco.
n«Avevo da fare» mi affretto a dire.
«Bella, ultimamente ti comporti in maniera molto strana. C'è qualcosa che vuoi dirmi?»
Il suo sguardo vaga sul mio viso, come se fosse in cerca del mio segreto."Certo Klaus, ci sono molte cose che vorrei dirti. Iniziamo dal fatto che ho ricordato tutto di quella sera. E indovina un po'? Quello ad avermi aggredita non era un pazzo assassino evaso, ma bensì una vampira fuori di testa. E sai un'altra cosa? Il ragazzo che mi sta stravolgendo tutti i sensi e le mie inibizioni è anche lui un vampiro con più di trecento anni"
Ma di tutto questo, l'unica cosa che posso dirgli è:
«Ho chiuso con Thomas»
La mia risposta lo fa scattare in avanti.
«Era ora!» Esclama sorridendo avvicinandosi a me per stringermi fra le sue braccia.Il suo abbraccio è come un'armatura intorno a me. Mi sembra solo ieri la prima volta che ci abbracciammo. Avevo sette anni e lui cinque. La mia prima notte in questa stanza, ero spaventata e non facevo altro che tremare. Ricordo che non riuscivo nemmeno a dire una parola.
Non rammento quando iniziarono i miei incubi, ma quella notte erano più vividi che mai, così tanto che mi misi a urlare.
Klaus, dalla stanza accanto, accorse nella mia stanza. Ero paralizzata sul letto, impossibile fare qualsiasi movimento. Non capivo neppure dove mi trovassi, sapevo solo che Klaus, il bambino che avevo appena conosciuto, era accanto a me a tenermi per mano. Non diceva nulla, stava in silenzio, un silenzio che diceva tante cose e mi rassicurava.
In quel momento sentivo qualcosa che non avevo mai provato dentro di me, un calore che avevo dimenticato chiuso dentro l'armadio della mia madre biologica.Ci stacchiamo da nostro abbraccio e ci sediamo l'uno accanto all'altra. Mi appoggio la testa sulla sua spalla.
«Secondo te é possibile ricordarsi del passato che avevi dimenticato?» sussurro.
«A volte i ricordi riaffiorano in momenti inaspettati».
«E se io non volessi ricordare?»
«Non è una cosa che si può controllore» sposta la testa per guardarmi dritto in faccia.
«Hai ricordato qualcosa di brutto?» aggiunge.
Annuisco.
«Recente?»
Faccio cenno di no.
«Bella, non importa quanto sia stato brutto il tuo passato, conta ciò che farai per rendere bello il presente. Il passato non puoi cambiarlo ma ciò che verrà sarai tu a deciderlo»
Sento gli occhi appesantirsi e l'istinto di abbracciarlo nuovamente, ma come capita spesso, il mio dolce fratellino mi anticipa, cingendomi ancora una volta in un lungo abbraccio. Lo stesso che ci scambiamo ogni volta che uno dei due è felice, triste o sta crollando. E fra le braccia di Klaus che finalmente chiudo gli occhi e quell'incubo diventa ciò che era, un ricordo.
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Ricordi imbrattati di Rosso
VampireMystery Layn è sempre stata considerata come "la città silente", una piccola cittadina lambita dal mare e costellata da chiese antiche. Una splendida città turistica, ricca di storia. Ormai sono rimasti in pochi in città a ricordare ciò che si cela...