Capitolo 12 Isabella

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Apro gli occhi al suono della sveglia. Dopo tutto quello che è successo il rientro a scuola sembra la quiete dopo la tempesta.

Sta notte sono riuscita a dormire senza i miei soliti incubi, in fin dei conti il vero incubo l'ho vissuto a occhi aperti sulla mia pelle, con una ferita al collo come promemoria.

Scendo dal letto e mi sento ancora intorpidita. Entro in bagno e mi lavo la faccia con l'acqua tiepida. Guardo la mia immagine riflessa nello specchio.
«Oggi andrà bene» dico con convinzione al mio riflesso.
Tornerò a scuola, saluterò i miei compagni, sorriderò e convincerò tutti che sto bene. Dopo tutto quando chiedono "Come stai?" nessuno vuole realmente saperlo.
Fingerò di apprezzare il loro interesse sulla mia aggressione e risponderò alle loro domande in modo più naturale possibile.
"Sì, posso farcela" dico a me stessa con convinzione.

Chissà se Thomas oggi mi parlerà o se sarà ancora arrabbiato per l'ennesimo litigio. In effetti sono sempre quella che si tiene tutto dentro, quella che ha timore di litigare con il proprio fidanzato per paura di perderlo e chiede scusa piangendo subito dopo.

D'altronde è sempre così: lui si arrabbia, io mi arrabbio, lui non si fa sentire per giorni, io lo cerco, lui fa il sostenuto, piango, mi scuso e lui mi "perdona". Uno schema regolare.
Beh... almeno "era" sempre stato così.
Da un po' di tempo non riesco nemmeno a cercare un chiarimento, e la cosa non mi fa stare male come prima.
Non che sia dovuto solo all'aggressione, ma sento che qualcosa sia cambiato maggiormente adesso.
Sono mesi che mi domando se questo sia amore. 

Le sue parole di ieri rimbombano fastidiose ancora nelle mie orecchie.
Ma davvero per lui non sono una "priorità"?
E' ingiusto da parte mia volermi sentire importante o qualcuno che si ha paura di perdere?

Sono la sua ragazza ma mi sento come se fossi intrappolata nel fitto di una foresta di rovi.
Devo solo ascoltare e fare ciò che dice, assecondare ogni sua decisione, indossare vestiti che non mi rendano appariscente e non rivolgere la parola ad altri ragazzi che lui non conosca.
Lui dice che se fa così è solo perché mi ama e vuole proteggermi.

Ma è così che dovrebbe essere? Quando mi fa sentire inadeguata in realtà mi sta proteggendo?
E' questo che fa l'amore? Ti toglie la possibilità di scelta? Modifica il tuo modo di essere rendendoti un'altra persona? Ti rende incapace di poter amare te stessa?

Per tutte le volte che mi guardo allo specchio con disgusto, per tutte le volte che piango guardando il mio riflesso, per tutte le volte che vorrei modificare ogni centimetro del mio corpo e per tutte le volte che non mi sento abbastanza, esiste una cura? Esiste una cura per sentirmi apprezzata?
Quando Dio ha creato tutti noi, rideva quando ha fatto me?
Se ha creato degli essere perfetti, io sono l'eccezione?

Mi porto le mani sul viso coprendomi, esasperata. Mi passo una mano sul collo e degli occhi rossi intensi incendiano i miei ricordi. Apro gli occhi di scatto e l'immagine si dissolve.

Noto che il cerotto apposto sulla ferita è sporco di sangue, dovrei cambiarlo e disinfettare i punti.
Lo sollevo: la ferita ha un aspetto orribile. Il taglio sarà lungo cinque centimetri, oltre i punti intorno c'è un alone nero e verdognolo. Come se non bastasse, rimarrà una brutta cicatrice sul mio collo come ricordo.

«Bella, tesoro...» sento esordire mia madre all'interno della mia stanza. Apro la porta del bagno.
«Mamma, sono qui»
La sento avvicinarsi mentre stacco del tutto il cerotto malandato procurandomi una fitta improvvisa.
«Vuoi che ti aiuti a medicarla?» dice dolcemente avvicinandosi. Sorride e mi accarezza il viso. Annuisco e le passo il disinfettante.
Quando la guardo non posso fare a meno di pensare a quanto sia bellissima e premurosa nei miei riguardi.
A volte mi chiedo come sarebbe stato se io fossi stata davvero sua figlia. Avrei ereditato anche io i suoi occhi azzurri come Klaus? Avrei avuto i capelli biondi come lei? Avrei avuto il suo corpo snello e formoso invece di questo corpo solo anello e privo di forme?

Ricordi imbrattati di RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora