Capitolo 22 Isabella

57 4 6
                                    

Buio e freddo. Sono le uniche sensazioni di cui ormai sto facendo l'abitudine.
Probabilmente sono distesa sul ciglio della strada e forse sono morta o sta per succedere.

Cerco di aprire piano le palpebre ma è quasi uno sforzo inutile. Sento le vene della testa pulsare.
Il suono dell'eco di alcuni passi mi rimbombano nelle orecchie.

«Uomo ombra, sicuro di non averla uccisa? Sembra leggermente stecchita. Non che la cosa mi procuri un dispiacere. Ma avrei voluto ucciderla io. Per la miseria!» ancora quella voce. Quella voce stridula e viscerale.
«Sicuro» risponde l'altro con un tono tetro da far venire i brividi.

I passi si fanno sempre più vicini, fino a sentire il respiro sul mio viso.
«Sveglia bella addormentata» sussurra al mio orecchio facendomi aprire gli occhi di scatto.
Chinata sopra di me, con un sorriso soddisfa, c'è la donna che mi terrorizza da mesi.

Mi afferra le spalle e mi preme sulla parete ruvida.
«Così starai più comoda» dice soddisfatta.
Do un'occhiata veloce in giro ma non ho la men che minima idea di dove mi trovi.
A primo sguardo direi che si tratti di una cantina, ma guardando meglio la stanza è troppo piccola per esserlo, e attaccate alle pareti sfoglie ci sono delle croci di legno. Molte rovesciare al contrario seguite da scritte latine.

Sulla parete di fronte a me c'è un enorme tavolo di legno che sembra un altare, sotto di esso intravedo fuoriuscire qualcosa come... un braccio? Ho la vista appannata. Sono sicura di sbagliarmi.

"Non si tratta di un cadavere. Non può essere."

Dico a me stessa. Ma un'altra voce interiore sta urlando che si tratta proprio di quello.

Annabelle agita una mano davanti i miei occhi e segue la direzione del mio sguardo.
Poi torna a guardarmi.
«Sì, è morta. Però il suo sangue era così delizioso che speravo davvero sopravvivesse ancora un po'» dice tranquilla alzando le spalle.

«Allora, Isa-bella. Hai gradito la compagnia del mio fratellino?» scandisce bene le parole.
Il suo sguardo sempre fisso nei miei occhi.

«J...Jer...?» cerco di dire, ma con la gola secca mi è quasi impossibile parlare.
«Oh andiamo. Non sto parlando di Jerome» ridacchia divertita.
Prende una bottiglia d'acqua e me la lancia colpendomi sul petto. Mi piego per il dolore improvviso.

«Dovresti bere» dice arcigna.
La guardo confusa.
«Bevi. Non è avvelenata. Non è certo così che alludo alla tua morte» dice spocchiosa.

Apro la bottiglia con le poche forze che ho e ne bevo un sorso, il liquido sembra fuoco mentre scende nella mia gola.

Lei mi si avvicina ancora. Ho il cuore che mi martella nel petto, così forte da farmi male.
«Oh...» piagnucola «...non mi dire. Il mio dolce fratellino non te l'ha detto?»

Continuo a guardarla ignara completamente di ciò che sta cercando di dirmi.

«Forse dovrei presentarmi. Magari la cosa potrebbe esserti di aiuto.
E' un'immenso piacere conoscerti, sacca di sangue ambulante. Sono Annabelle. Forse dovrei dire: Hanne Sabelle» conclude scandendo bene le ultime parole.

In pochi secondi vengo percorsa da una strana vibrazione lungo il mio corpo. Rimango immobile, completamente incredula. Ricordo perfettamente le parole di Cameron, perciò o lei sta mentendo o si tratta di uno dei miei soliti incubi.

«N-no. Non... non può...» mi manca l'aria.

«Essere?» conclude lei con una risata viscerale.
«Oh. Piccola. Tenera. Dolce Isabella.  Non mi dire che il mio fratellino non te lo ha detto» fa una smorfia guardandomi di sbieco.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 29 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Ricordi imbrattati di RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora