Essere un Malfoy con tanti amici Weasley-Potter è un'esperienza che nessun corso di formazione potrà mai eguagliare. Grazie a loro ho un'indistruttibile pazienza d'acciaio e riesco a trovare la pace interiore anche se attorno a me le persone urlano come galline.
In pratica, ormai sono colui che beve il tè in mezzo alla tempesta.
Perciò, quando i mei compagni di stanza decidono di intraprendere un animato dibattito a voce decisamente alta, nonostante il sole non sia neanche sorto, non avverto nessun potere omicida scatenarsi dentro di me.
«Cosa c'è scritto?» chiede Lysander, alzandosi dal letto per raggiungere il suo ragazzo alla scrivania.
Anche se ho gli occhi ancora appannati dal sonno non fatico a distinguere i vari graffi che si allungano sulla sua schiena scoperta.
«Come faccio a saperlo se c'è la tua testa in mezzo? Spostati!» replica Al.
Rose, in uno stato di dormiveglia, sbuffa e si rigira tra le mie braccia. Sono già due giorni che dormiamo nello stesso letto, eppure, ancora non mi sono abituato all'idea di averla tutta per me, di poterle avvolgere la vita stretta con le mani e tirarmela contro il petto, permettendole così di sentire il battito frenetico del mio cuore.
Passo distrattamente le dita lungo la curva morbida del suo fianco, accarezzandole poi la schiena al di sotto della maglietta. Lei solleva il viso e mi bacia la gola, inconsapevole dei pensieri rumorosi che ha appena fatto riaffiorare.
Non ho bisogno di chiudere gli occhi per rivivere il momento in cui ha deciso di fidarsi completamente di me. Nella mia testa riecheggia ancora l'eco del mio nome pronunciato dalle sue labbra rosse di baci tra un respiro ansimante e un altro. Le sue mani tra i capelli, le unghie sulla schiena e il suo petto scosso ritmicamente dalle mie spinte. Poi i suoi fianchi, bollenti sotto i mei palmi, che si sono mossi decisi e provocanti sul mio bacino.
Ricordo i brividi sulla sua pelle chiara ricoperta di lentiggini, quando ho baciato e percorso con la punta della lingua la linea dello sterno, la pancia piatta e ho assaggiato gli umori tra le sue gambe, sentendola sciogliersi e gemere sotto il mio tocco.
Ricordo la scarica elettrica che mi ha attraversato la spina dorsale non appena ho realizzato quanto mi facesse sentire appagato e compiaciuto essere il primo a farla tremare di piacere, stare inginocchiato ai piedi del letto in mezzo alle sue cosce e prendermi cura di lei, senza averne mai abbastanza, leccando e facendo guizzare la lingua dentro e fuori, beandomi di ogni suo sospiro e del suo sapore. L'indice e il medio che tracciavano spirali di carezze e che hanno continuato a stuzzicarla fino a che lei non mi ha implorato di andare più a fondo.
Ricordo il suo gesto impacciato quando mi ha sfiorato per la prima volta, con le dita e poi con la bocca. Si è fatta più audace non appena ha compreso quando potere esercitasse su di me con una sola mano. Ha depositato baci bollenti su tutta la mia lunghezza, assaggiando la punta con lentezza straziante mentre la sua presa massaggiava la base. Ho gettato la testa all'indietro quando si è piegata totalmente in avanti. I suoi occhi castani che cercavano i mei, già puntati su di lei, senza sapere che solo il suo sguardo sarebbe bastato a stordirmi, appropriandosi di qualsiasi pensiero razionale nella mia testa.
Il rigonfiamento nei miei pantaloni dice stop, perché non posso far sparire da questa stanza i mei amici con uno schiocco di dita, e sarebbe davvero inappropriato se si accorgessero della mia erezione mattutina.
Rose, di certo, se ne è accorta.
«Idioti, non urlate, sono le sei del mattino!» ringhia Dominique, nascosta sotto un mucchio di coperte, da un angolo del letto di Andras.
STAI LEGGENDO
Un disastro di supercattivo
FanfictionStoria vincitrice Wattys2021 Io, Rose Weasley, per poco non perdevo quella piccola e precaria briciola di sanità mentale ereditata dal ramo Granger della famiglia. Le mie giornate non sono mai una uguale all'altra: mio fratello daltonico ormai sono...