Lysander mi ha preso la mano.
Certo, sono dovuto cadere di faccia su una radice e mi è spuntato un bernoccolo in fronte che mi fa assomigliare ad un unicorno, ma ne è valsa la pena. Perché adesso il suo palmo freddo e morbido è a contatto con il mio, mentre mi guida nella foresta con la bacchetta alta davanti a sé e la luce chiara del Lumos che gli illumina i lineamenti.
«Al, stai attento alle buche» dice, la voce che trasmette quanto sia perfettamente padrone della situazione.
Mi sento come un tredicenne inesperto e in piena crisi ormonale alle prese con la prima cotta. Il che, mi disorienta e mi fa provare nello stomaco qualcosa che non avevo mai sentito prima: ho avuto un paio di ragazze e ormai mi ero abituato all'idea che quel nulla fosse ciò che effettivamente provano le persone innamorate. Ma non ho mai avuto un ragazzo, e adesso è come se tutte le emozioni mi stessero travolgendo per compensare quegli anni passati a non provare niente.
Ho paura.
A volte penso che un vuoto nel petto sia più facile da gestire di tutto questo: cuore che scalpita, la pancia che balla come se dei folletti stessero danzando al suo interno, le dita che tremano, la pelle che reagisce alla sua voce roca mattutina e si ricopre di brividi, e gli occhi che non possono fare a meno di cercarlo ogni volta che entro in una stanza.
É semplice accettare un rifiuto quando non te ne importa niente, ma se sei così coinvolto...
«Giù!»
Lysander mi trascina per terra e insieme rotoliamo tra il fango e le erbacce, le foglie secche mi si infilano tra i capelli e alcuni sassi mi graffiano il petto, ma non presto troppa attenzione al dolore. Non con Lys così disteso sotto di me.
Ci guardiamo, entrambi sorpresi e imbarazzati. Il cappello da rana sulla sua testa si è storto e gli copre l'occhio sinistro, ha tutto il viso macchiato e la maglietta del pigiama si è sollevata, lasciando in bella mostra una striscia di pelle pallida. Deglutisco sonoramente.
Vorrei provare a dire qualcosa di molto intelligente, tutto quello che esce dalla mia bocca, però, è una specie di rantolo terrorizzato non appena mi accorgo del ragno grande quanto una pluffa che mi cala sulla testa.
Vado nel panico perché sono aracnofobico, Lysander solleva la bacchetta con espressione impassibile e lo tramortisce.
Che bello essere me.
***
«Andras!»
Qualcuno urla il mio nome, la testa però mi gira così tanto che a stento riesco a mettere a fuoco la faccia chinata sopra di me. Una treccia di capelli rossi le penzola al lato del viso, gli occhi azzurri le brillano sotto la luce della bacchetta e sembrano preoccupati per me.
«Lucy» biascico incredulo, allungando una mano verso di lei. Fino a pochi minuti fa ero con Rose, che fine ha fatto? La lumaca gigante se l'è forse mangiata? A rispondere alle mie domande è il sonoro reducto che esce dalla bocca arrabbiata della mia compagna di squadra che, a quanto pare, è viva e vegeta e sta anche molto meglio di me. Al suo fianco, austero e impassibile come sempre, c'è Scorpius.
«Non volevo colpiti, Andras!» mi sta dicendo, in posizione da battaglia, mentre la aiutata a respingere la creatura bombardandola di incantesimi.
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Un disastro di supercattivo
FanfictionStoria vincitrice Wattys2021 Io, Rose Weasley, per poco non perdevo quella piccola e precaria briciola di sanità mentale ereditata dal ramo Granger della famiglia. Le mie giornate non sono mai una uguale all'altra: mio fratello daltonico ormai sono...