5. Una notte con il Diavolo

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Se c'è un modo per evitare che la mia stanza diventi un albergo, io non lo conosco. Ogni giorno c'è un via vai di gente sconosciuta: i clienti di Rose e James — persone strane, quelle, ho sentito richieste di prodotti assurdi che non credevo neanche esistessero — persino fantasmi che urlano vendetta, e come ciliegina sulla torta, vanno e vengono (in tutti i sensi) anche gli amanti che si rotolano nel letto di Roxanne.

Non ho mai pace: l'unico posto in cui dovrei poter girare liberamente in mutande, mangiare merendine e leggere dei fumetti sconci, è sempre affollato. Avrò un esaurimento nervoso, uno di questi giorni.

Mi lascio cadere, sfinita, su una delle poltrone nella sala comune di Grifondoro. Ho dormito quasi tutto il giorno, è vero, ma ho avuto dei sogni molto impegnativi. Ho tutto il diritto di sentirmi stanca, quella nave pirata non si guidava mica da sola!

Qualcuno mi picchietta su una spalla, ho quasi un infarto per lo spavento. Quando volto di scatto la faccia e la frangetta verde mi finisce negli occhi, mi ritrovo davanti il viso pallido dello scimmione numero uno di casa Goldstein, anche conosciuto come mio fratello, l'idiota. «Cosa vuoi, Stephen?» sbuffo burbera.

Lui avrà anche ereditato tutta l'altezza di nostro padre, ma almeno io ho preso il cervello di nostra madre. Sfoggia un sorriso da squalo sdentato. «Se mi presenti la cugina bionda di Rose, farò tutto quello che vuoi, piccola dolce adorata sorellina» dice, sporgendo il labbro.

«Dominique?» mi accerto e Steve annuisce. «Lei ti massacrerà, farà a pezzi il tuo cuoricino e poi lo darà in pasto a Malfoy e al resto della sua banda» gli faccio presente, fissando svogliatamente il fuoco. «Ma se è quello che vuoi... nessun problema. Significa che a casa prenderò la camera da letto più grande»

«Grazie!» esclama euforico, dandomi l'ennesima prova dell'assenza di materia grigia in quella grossa testa da scimmione.

«In cambio voglio che per questa notte cacci i tuoi compagni di stanza, te incluso, e mi lasci dormire lì»

«E noi dove dovremo andare?!» chiede James sconvolto, appena entrato dal passaggio dietro la Signora Grassa. Ha i capelli neri sparati in aria, come sempre, le maniche della camicia arrotolate e sull'avambraccio destro si intravedono i contorni di un nuovo tatuaggio.

Il mio sguardo si sposta su Fred, con le mani nelle tasche e il famigliare sorriso sornione sulle labbra. Tira uno scappellotto sulla nuca di Stephen. «Non devi mai stringere accordi con la tua perfida sorella quando noi non ci siamo!» lo rimprovera. «L'altra volta ci ha fatto passare le pene dell'inferno»

«Un patto è un patto» gli ricordo, portando le ginocchia al petto per rannicchiarmi sulla poltrona. «E poi non pensavo che voi foste così delicati, siete un branco di diciassettenni frignoni»

«Ci hai fatto fare il bagno nudi nel lago nero, in pieno inverno!» James si lancia a peso morto sul divano e distende un braccio sullo schienale, fissandomi come se stesse cercando di trasmettermi tutto il suo falso disprezzo. Ammicca giocoso quando sollevo il dito medio.

«Per curiosità» Fred si siede sul bracciolo della mia poltrona, osservandomi divertito dall'alto. Le fossette ai lati delle sue labbra sono in grado di smuovermi qualcosa nello stomaco. I capelli rossi arruffati gli ricadono sulla fronte, conferendogli un'aria piuttosto sbarazzina. «A cosa dobbiamo l'improvviso sfrattamento?»

Lascio che sia Stephen a rispondere. «Reagan mi ha promesso che mi presenterà Dominique e che la farà innamorare di me!»

Un disastro di supercattivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora