1. Cattivo sangue mente sempre

13K 572 288
                                    

La vita è un viaggio: può essere lungo, breve, incasinato o può semplicemente fare schifo.

Fatto sta che durante questa scampagnata verso la fine, ogni donna si è sentita chiedere almeno una volta "perché non sorridi?" oppure, nella sua variante più sbarazzina, "fammi un sorriso, mamacita". E non importa se sia la richiesta di un parente rompiscatole, della fata turchina o del senzatetto che abita in una scatola di frigoriferi. Ogni volta che sento queste parole uscire dalla bocca di qualcuno vorrei fare un salto da canguro e prenderlo a cazzotti come se fosse un sacco da box.

Ed è proprio questo che mi suggerisce di fare il mio istinto, quando Malik Canon, la faccia nascosta dietro la macchina fotografica, chiede di sorridere a me — Capitana della squadra di Quidditch di Grifondoro — in quanto ragazza obbligata a deliziare i lettori del suo stupido giornale con il mio viso radioso, e non a Stephen Goldstein, il mio battitore, che ha la stessa espressione di uno che vorrebbe massacrarti a sangue di mazzate.

«Ce la fate a darvi una mossa?» Sbotta atona la voce strafottente dell'idiota numero uno di Hogwarts. «Il campo adesso è nostro»

I suoi giocatori, vestiti di verde e bianco come ghiaccioli alla menta, annuiscono decisi e lo acclamano da bravo branco di pecore quale sono. Tutti, eccetto Dominique Weasley-Delacour, la mia cugina preferita e l'unica persona sulla faccia della terra per la quale io non provi istinti omicidi più o meno violenti.

Sorrido a lei, non a quel bamboccio rachitico di Malik Canon, e la luce del flash mi acceca. «Bravissima Rose, hai il viso di un angelo!» mi loda il fotografo che sta per essere preso a calci nel sedere dalla sottoscritta. «In prima pagina tu e la tua squadra farete un figurone. Avete spaccato contro i Corvonero!»

Il mio terapista mi ripete sempre che devo contare fino a dieci prima di rispondere a qualcuno che vorrei pestare. Così faccio un bel respiro e dopo essere arrivata fino a dodici per una questione di sicurezza, gli punto gli occhi in faccia. «Grazie, Malik, ottimo lavoro»

Detto ciò, sposto lo sguardo più a sinistra, proprio dove il Capitano dei Serpeverde mi osserva impassibile.

Scorpius Malfoy tiene la sua scopa poggiata su una spalla, una mano infilata nella tasca dei pantaloni della divisa e un ciuffo di capelli biondi gli ricade sugli occhi chiari. Sembra arrabbiato, ma potrebbe essere anche infastidito o tranquillo o annoiato, magari tutto concentrato in un'unica espressione facciale.

Più lo guardo, più mi ispira ginocchiate sui denti.

Stringo un pugno e mi trattengo, anche perché sono sicura che in una scazzottata alla babbana lui avrebbe la meglio — anzi, ne sono assolutamente certa, visto che è già successo svariante volte e sono sempre io quella che si ritrova inchiodata al pavimento, ad una parente, nell'erba, in bilico su un cornicione, persino sul fondo del Lago Nero.

La cosa che mi fa imbestialire più di tutte, però, non è perdere contro di lui, ma bensì che Malfoy oltre a bloccarmi rapidamente con qualche mossa, non fa nient'altro. Come se mi considerasse talmente insulsa da non poter sprecare neanche due secondi della sua vita per fare a pugni con me. Lui può ripeterlo quanto vuole, ma io non credo alla scusa del "sei la cugina del mio migliore amico."

E a proposto di quest'ultimo: Malfoy stira un sorriso scanzonato, uno di quelli che fanno sciogliere le ragazze ai suoi piedi e costringono i ragazzi ad esaudire ogni sua richiesta. «Albus mi ha chiesto di dirti che ha preso in prestito la tua-»

«È morto!» lo interrompo, buttando con forza la mia scopa a terra e sfrecciando verso il castello. So esattamente cosa ha fatto, e di lui non resterà altro che un mucchietto di ossa.

James Sirius Potter, mio cugino maggiore e vice-capitano in mia assenza, soffoca un'imprecazione e ordina alla squadra di sgombrare il campo. Immagino che anche lui abbia parecchia voglia di infilare una bomba nelle mutande di suo fratello.

***

Rose Weasley è quel genere di persona che non vorresti mai ritrovarti davanti, soprattutto se sei già incasinato di tuo. Non importa che sia alta a malapena un metro e sessanta e che con tutte quelle lentiggini e gli occhi dolci da cerbiatto sembri una piccola fatina indifesa. In realtà è un mostro, uno di quelli che ti danno fuoco senza che tu te ne accorga.

Non bisogna lasciarsi ingannare dal suo aspetto, non è buona e non lo è mai stata, neanche quando indossa quelle gonnelline svolazzanti con i fiori e profuma di caramelle. Una volta ho abbassato la guarda e lei mi ha pugnalato con una forchetta, un esperienza affatto piacevole che non auguro a nessuno. Tranne ad Albus. Quel piccolo hippie bastardo che questa mattina ha rovesciato la boccia del mio pesce rosso e lo ha ammazzato.

Sono un ottimo migliore amico, di solito: non invado mai il suo spazio personale, rubo sempre dei dolci in più dalle cucine per dividerli con lui, evito di giudicare i membri della sua strampalata famiglia, ma soprattutto non uccido i suoi animali domestici.

Non c'è vendetta più soddisfacente che mutilare il proprio compagno di vita, senza sporcarsi le mani e lasciare che la cugina violenta faccia tutto il lavoro.

Sogghigno compiaciuto quando la Weasley mi sorpassa con delle fiamme omicide nello sguardo e si fionda alla ricerca di Albus. I capelli rossi, legati in una coda alta, le ondeggiano sulla schiena che, ammetto a malincuore, non è esattamente il punto del suo corpo che sto guardando.

Dominique, la mia cacciatrice, mi scocca un'occhiata di rimprovero. «Sul serio, Scorpius?»

Scrollo le spalle innocente e ordino al resto dei giocatori di salire sulle loro scope.

Stephen Goldstein, di Grifondoro, mi squadra disgustato come se stesse valutando l'idea di lanciarmi nello stomaco la sua mazza o lasciare perdere. Io, d'altro canto, sollevo le sopracciglia, sfidandolo silenziosamente a fare qualcosa. Non accade niente: James lo afferra bruscamente per un braccio e lo strattona, incitandolo a darsi un mossa. Solo quando entrambi sono ormai due puntini lontani, rilasso le spalle e sbuffo sonoramente.

Sono cresciuto con la convinzione di essere sporco.

Ho passato la mia infanzia con dei sussurri nell'orecchio e voci alle spalle, ripetevano: "Rifiuto umano, errore della natura" non ho mai incontrato nessuno, però, abbastanza coraggioso da dirmelo in faccia. Malfoy è solo un cognome eppure pesa come un macigno. Fino a qualche anno fa mi schiacciava, prendeva il sopravvento. Io ero il figlio di un Mangiamorte, non Scorpius. Così ho imparato a portarlo, ad usarlo a mio vantaggio. Chi ti teme ti rispetta. Più nomine possiedi più la gente eviterà il tuo sguardo, eseguirà i tuoi ordini e non intralcerà la tua strada. Malfoy, Capitano, Prefetto, semino terrore solo camminando. Il segreto è fingere, fingere sempre, non posso permettermi di mostrare alcuna debolezza.

L'unico modo che ho per fuggire è nascondermi dentro la mia testa. Chiudo gli occhi, finalmente è buio, sono lontano da quel mondo che odio. Chiudo gli occhi e posso essere chi voglio, chi sono, posso togliere la maschera. Chiudo gli occhi e mi lascio finalmente andare. Sono nel mio mondo: ora sono giusto.

Non immaginavo che una persona potesse farmi sentire allo stesso modo.

Un disastro di supercattivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora