capitolo diciotto

110 13 2
                                    

Dopo essersi riappacificata con Malfoy, Hermione non si aspettava che il loro rapporto sarebbe migliorato così tanto.
Sicuramente, non si aspettava tutte le loro successive uscite ad Hogsmeade, come se tutti gli anni passati ad insultarsi a vicenda non fossero mai esistiti.

Contro ogni sua precedente aspettativa, Malfoy sapeva anche essere davvero divertente, finiva per ridere come un'idiota durante tutti i loro.. Appuntamenti? Non sapeva bene se potesse definirli così, ma non le sarebbe dispiaciuto.
Era ormai giunta alla conclusione che Malfoy - anzi, Draco, così aveva iniziato a chiamarlo - le piaceva.
Da una parte voleva prendersela con Harry per averla messa in quella situazione, ma dall'altra.. Osava pensare che tutto ciò la stava rendendo felice.

In tutti gli anni passati ad Hogwarts, mai era stata così tranquilla.
Adesso il suo pensiero non verteva più costantemente verso Voldemort, i problemi di Harry, o la salvezza del Mondo Magico.
Per una volta, si sentiva solo una strega normale, come lo era Draco.
Aveva realizzato, infatti, che non poteva in alcun modo essere un Mangiamorte, proprio no.

Ma questo, ad Harry non lo avrebbe detto, avrebbe continuato a fingersi sospettosa quando parlava con lui, perché non voleva che sapesse il vero motivo per cui aveva iniziato a passare così tanto tempo con il Serpeverde.

Per una volta, andava davvero tutto bene.

Almeno fino a quel giorno.

Hermione non ci aveva messo molto a notare quanto Draco sembrasse più teso del solito, ma lui insisteva a dire di non avere nulla di diverso.
Così lei aveva lasciato perdere l'argomento, decidendo che era meglio non indagare oltre.
Eppure.. C'era qualcosa che non andava.

Continuava ad avere lo sguardo perso, e sembrava quasi che evitasse di guardare lei in particolare. Aveva scelto di non soffermarsi su quel pensiero, sarebbe stato triste.
Ad un certo punto quasi le sembrò che stesse proprio cercando qualcun altro, soprattutto quando si scusò velocemente e si alzò per andare in bagno.

Se stava cercando qualcuno, Hermione preferì non chiedersi perché dovesse farlo proprio in bagno.

Ma quando tornò, sembrò di nuovo normale.
Lei non glielo fece notare, ma se ne accorse, e continuò a chiedersi cosa diavolo fosse successo fino alla fine del loro appuntamento.

Stavano tornando ad Hogwarts, era uno dei rari momenti in cui Draco parlava a raffica del più e del meno.
Hermione avrebbe volentieri continuato ad ascoltare tutto ciò che aveva da dire, se solo non fosse stato interrotto da un agghiacciante urlo poco più avanti.

Si guardarono confusi, finché non si udì un altro grido.
Hermione corse velocemente verso la persona che aveva urlato, non sapeva se Draco l'avesse seguita, ma trovo già Harry e Ron davanti alla ragazza stesa scompostamente sulla neve.

"Le avevo detto di non toccarla!" esclamò un'altra ragazza, presumibilmente sua amica, con voce preoccupata.

Prima che lei, Harry e Ron si potessero avvicinare, la ragazza a terra - che aveva appena riconosciuto come Katie Bell - iniziò a muoversi, ancora stesa al suolo.
Veniva mossa da una parte all'altra della strada come se stesse venendo manovrata da un'enorme mano invisibile, fino a che non si sollevò in aria, con le braccia spalancate.
Aprì la bocca, come a voler urlare di nuovo di terrore - l'espressione suggeriva quello - ma non uscì alcun suono.
Piombò di nuovo a terra, coi capelli neri in contrasti con la neve candida, e stavolta non si mosse più.

Harry accorse vicino a lei, ma prima che potesse scuoterla per le spalle, si avvicinò il professor Piton, che intimò a tutti di allontanarsi.
Dal suo tono, Hermione riuscì a sentire che era agitato, e questo non era per niente un buon segno.

"Che le è successo?" il professor Lumacorno si era avvicinato subito dopo Piton, e ora guardava la scena allarmato.
"Ha preso in mano la collana, ed è svenuta" rispose l'amica di Katie tra i singhiozzi.

Piton fece levitare la collana da terra, dove doveva essere caduta dalle mani di Katie, e la osservò attentamente.
"Una maledizione.." constatò piano.

Mentre Katie veniva portata via - sicuramente al San Mungo - Hermione si chiese chi mai avesse potuto fare una cosa simile.
Non erano grandi amiche, ma avevano parlato più volte, ed Hermione l'aveva sempre reputata una bella persona.

Non c'era nient'altro che potesse fare, Harry e Ron stavano già parlando con l'amica ancora in lacrime di Katie, così lei tornò indietro.
Si accorse che Draco l'aveva seguita, così gli andò vicino.

"Non posso crederci.." gli disse ancora sconvolta, ma quando lo guardò per bene si accorse che non le stava prestando attenzione.
Piuttosto, stava fissando il punto in cui prima era caduta Katie, con la mascella serrata e col colorito ancora più pallido del solito.
"Draco?" lo richiamò quindi, ma lui ancora non le rivolse il suo sguardo.

Hermione lo fissò interrogativa, sembrava quasi.. Spaventato? Non capiva perché, però. Aveva forse paura che potesse succedergli la stessa cosa?

Ma no, Draco non aveva affatto paura di quello.
Anzi, se non fosse risultato strano probabilmente sarebbe corso dietro a Piton, solo per sottrargli la maledetta collana e annodarsela al collo, a vedere se quella l'avrebbe ucciso prima che potesse farlo il Signore Oscuro.
Aveva fallito miseramente, in un compito talmente facile da poter essere portato a termine da chiunque altro.

E adesso, non aveva idea di quali sarebbero state le conseguenze.

Appena sentì Hermione prenderlo per mano, probabilmente per reclamare la sua attenzione, si riscosse dal suo stato di terrore interiore.
"Torniamo a scuola" disse solamente, senza fornire alcuna spiegazione al suo comportamento.

Non aspettò una risposta per iniziare a camminare quanto più veloce poteva verso Hogwarts, sperando stupidamente di trovarsi al sicuro tra quelle mura.
Arrivarono a scuola, ma non si fermò nemmeno allora, perché all'entrata erano già ammassati molti studenti, a cui probabilmente era già arrivata la voce di Katie.
Voleva correre lontano da tutti gli sguardi, anche se nessuno cercava lui, nessuno sospettava, o almeno così sperava.
Ma in qualche modo gli sembrava che tutti sapessero, che tutti avessero capito che era colpa sua.

Quasi si era scordato di star portando Hermione con sé, finché non sentì il suo sguardo intenso bruciare sulla schiena.

E, purtroppo per lui, non fu l'unica cosa a bruciare.

Dovette arrestarsi quando una potente fitta di dolore si irradiò dal suo avambraccio sinistro a tutto il corpo.
Lasciò la mano di Hermione, per potersi accasciare contro il muro.
Fu costretto a chiudere forte gli occhi, mentre portava una mano a stringere sul braccio, magari sperando di alleviare quel che stava provando.

"Draco! Che ti succede?" la sentì chiedere allarmata, ma non riusciva a rispondere, non riusciva a non concentrarsi completamente a quanto male lo stesse attraversando da cima a fondo.
Non credeva di aver mai provato nulla di simile, e sapeva esattamente cosa lo stava causando.

Intorno a lui, percepiva tutto ovattato, aveva le vertigini, si accorse a malapena di Hermione che cercava di farlo alzare, forse voleva portarlo in infermeria.
Si tenne a lei come meglio poteva, il suo braccio stava quasi perdendo sensibilità.
Non poteva permettere che lo portasse da Madama Pomfrey, avrebbe capito subito cosa stava succedendo.

"Hermione..." disse a fatica, così piano che quasi ebbe paura che non l'avrebbe sentito.
Ma lei per fortuna riuscì a udire il suo richiamo:" È tutto a posto, okay? Ora ti porto in infermeria e-"
"No" questa volta fu sicuro di essersi fatto sentire. "No" disse ancora "non portarmi lì, ti prego, ti prego..."

Sentiva le forze venire meno, ma sentì la sua risposta:" Ma perché? Stai male, devi andare lì".
Scosse la testa, anche se fu una pessima, pessima mossa:" Ti prego Hermione, non puoi portarmi lì..."

Sperò di essere sembrato abbastanza disperato, perché non avrebbe più potuto fare altro per convincerla.
Dopo poco, infatti, perse i sensi.

All a mistake ‹dramione› [REMAKE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora