capitolo tre

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Incredibile ma vero, Hermione non riuscì a seguire la lezione nemmeno il giorno successivo.
La lezione di Storia della Magia non era in compagnia dei Serpeverde e, nonostante di solito fosse contenta di non dover stare con loro, in quel momento avrebbe solo voluto poter vedere Malfoy.

Quella mattina non aveva avuto l'accortezza di guardare in sua direzione mentre i gufi facevano il loro quotidiano ingresso nella Sala Grande, così ora non aveva idea se avesse letto la lettera o meno.

Nonostante la sicurezza di Harry a riguardo, lei continuava a dubitare che il messaggio d'amore fosse da parte sua.
Aveva proprio un pessimo presentimento che non riusciva a spiegarsi, ma evidentemente non risultava credibile a nessuno dei suoi amici.

Un altro motivo per il quale non riusciva a concentrarsi, era la sua paura di non riuscire a fingere abbastanza da essere credibile con Malfoy.
Lui le sembrava un esperto di inganni e stratagemmi, probabilmente non faceva altro dalla mattina alla sera, ma lei odiava mentire, a meno che non fosse assolutamente necessario.
Ma, ovviamente, se era così necessario, era anche più in ansia, proprio per la paura di non mentire abbastanza bene.

In conclusione, quella situazione la preoccupava sotto ogni prospettiva.
Non poteva far altro che aspettare pazientemente che arrivasse il pomeriggio, e l'orario dell'incontro - si rifiutava di chiamarlo appuntamento.
Non sarebbe stato facile.

***

Draco camminava scocciato verso la biblioteca, era davvero curioso di vedere chi si fosse inventato quello stupido scherzo.
Una volta dentro, si appoggiò ad uno scaffale, incrociando le braccia e fulminando con lo sguardo chiunque provasse a guardarlo per più di due secondi.

Gli anni scorsi amava essere popolare, era ciò che rendeva la permanenza ad Hogwarts sopportabile.

Non sapeva proprio come descrivere quanto gli piacesse ricevere tutte quelle occhiate invidiose o adoranti da parte degli studenti, ragazze e ragazzi.
Lo facevano sentire importante.
Sapeva di esserlo, ma averne giornalmente la conferma lo compiaceva.

Ma ora... Era tutto diverso.
Non doveva farsi notare, doveva passare il più inosservato possibile - nonostante per uno come lui fosse davvero difficile.
Così, adesso, l'unica cosa che gli permetteva di andare avanti ogni giorno era sapere che questo sarebbe stato il suo ultimo anno, e poi di Hogwarts non avrebbe più dovuto sapere nulla.

Mentre rifletteva su tutto ciò, notò due occhi vispi e un po' preoccupati scrutarlo da lontano.
Aguzzò la vista, non gli ci volle molto a riconoscere Hermione Granger.
Inarcò un sopracciglio, non era la prima volta in quei due giorni che la beccava a fissarlo, iniziava ad inquietarlo la cosa.

Sperò che distogliesse lo sguardo, invece si stava avvicinando a lui.
Questo si che era bizzarro.

Una volta che gli fu abbastanza vicina, lui non perse tempo a dire:" Granger non farmi perdere tempo, sto aspettando una persona".
Si aspettava che si levasse di torno, ma invece lei corrugò leggermente le sopracciglia, e si parò di fronte a lui:" Sono io la persona che stai aspettando".

Draco sbattè più volte le palpebre, perplesso.
Tirò fuori dalla tasca del suo completo nero la lettera che aveva ricevuto:" Quindi questa sarebbe tua?"
Lei annuì:" In caso non avessi notato, H sta per Hermione".

Quasi non si mise a ridere.
"Tu?? E perché mai, proprio tu, dovresti avermi mandato una lettera simile, visto e considerato che io non ti ho mai scritto?" chiese sull'orlo delle risate.
La Granger parve per un attimo interdetta, ma poi la sua espressione tornò piatta come poco prima, e disse:" Oh, ho capito, questo non è il luogo giusto, no?"

Draco faceva fatica a starle dietro.
"Senti, Granger, so che ti sentiresti lusingata di ricevere delle lettere da parte mia, ma sei fuori strada perché-" fu costretto ad interrompersi, perché lei si era avvicinata ancora di più, per schioccargli un bacio sulla guancia.
Spalancò occhi e bocca, era successo sul serio?

All a mistake ‹dramione› [REMAKE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora