capitolo venti

94 13 4
                                    

Blaise fissava il suo migliore amico con sguardo interrogativo, aveva detto sì e no due parole da quando era tornato in camera.
Aveva provato a chiedergli cosa ci fosse che non andava, ma aveva ottenuto solamente un'occhiata vuota e spenta.

Continuava a fissarlo con insistenza, sperando che si decidesse a sputare il rospo, lui era davvero curioso, ma per ora il suo piano non stava funzionando granché.
Quindi si alzò con calma, arrivando vicino a lui, gli posò le mani sulle spalle, ed iniziò a scuoterlo con enfasi.
"Draco! Vuoi dirmi che cazzo ti prende? Svegliati!!" quasi gli urlò in un orecchio.

Il biondo storse la bocca, scrollando le spalle per levarselo di dosso:" Accidenti Blaise fai piano!" esclamò infastidito. "Non ti è venuto in mente che forse, magari, se non sto parlando è perché non ne ho voglia?" continuò aggiustandosi la camicia, Blaise l'aveva stropicciata tutta.

L'altro tornò a sedersi sul proprio letto, almeno era riuscito a fargli aprire bocca, non era da poco.
"Avevo intuito che non ne avessi voglia, ma oggi sembri più acido e spento del solito, e io voglio capire perché" disse perentorio, e tornò a guardarlo con aspettativa.

Nell'ultimo periodo, Draco era stato stranamente di buon umore, sembrava più allegro di quanto non lo fosse stato negli ultimi.. Quanti, sei anni?
Non raccontava più a Blaise nei dettagli cosa succedeva nella sua vita, era fuori quasi tutto il giorno, e quando tornava sembrava abbastanza perso nei propri pensieri, a tal punto da non spiccicare parola.
E comunque, nonostante questo suo silenzio, il moro sospettava di sapere cosa lo causasse.

Infatti, quando Draco non rispose, decise di porre la domanda che più gli premeva fare:" Per caso c'entra Hermione?"
Quando lo vide irrigidirsi, seppe di aver toccato un tasto dolente.
Bingo.
Notò la sua mascella indurirsi e distolse lo sguardo, senza rispondere.
Così Blaise sorrise vittorioso:" Lo sapevo!"
Andò a sedersi vicino a lui, dandogli una spintarella alla spalla:" Dai, che aspetti a raccontarmi?"

Draco sbuffò, non lo avrebbe lasciato in pace finché non avesse vuotato il sacco.
"Si, hai ragione, è a causa sua, sei contento?" incrociò le braccia al petto, scocciato.
"Oh, Draco" rise l'amico. "Dovresti sapere che non sarò contento finché non mi racconterai tutto per bene".
Il biondo sospirò, perché in effetti lo sapeva benissimo.
"Abbiamo litigato per uh malinteso..." lasciò la frase sospesa e si morse il labbro inferiore, colpevole "a causa mia".
"E scommetto che le hai detto qualcosa di cattivo e che non pensi, mh?" ipotizzò Blaise con tono quasi rassegnato. Draco faceva sempre così quando si arrabbiava, non riusciva proprio a tenere a freno la lingua.

L'altro annuì, e Blaise lo rimproverò con un piccolo schiaffo sulla nuca, che ottenne un lamento contrariato:" Accidenti sei un idiota, perché non riesci proprio a non essere acido?"
Draco sbuffò affranto:" Non lo so! Davvero non lo so, ma devo rimediare".
Rimase in silenzio qualche istante, come a voler ideare un piano, ma poi si stese a peso morto sul letto, con la faccia premuta sul cuscino:" Niente, mi si è spento il cervello".
"Dubito che sia mai stato troppo acceso, amico mio" sospirò il moro, e si stese vicino a lui, ma con il viso rivolto al soffitto.
"Grazie" borbottò Draco, con la voce soffocata dal cuscino. "Non so cosa fare, ha anche invitato quell'idiota di Dean Thomas alla festa di Lumacorno, ti rendi conto?!"
Blaise sollevò le sopracciglia, questo aveva stupito anche lui:" Caspita".

Riflettè per qualche minuto, mentre Draco si crogiolava nel suo dolore, doveva trovare un'idea per il suo amico.
Aveva molta fiducia nelle proprie idee, ma al momento non gli venne in mente nulla di specifico.
Così gli suggerì la prima cosa che gli passò per la testa:" Bhè, mi sembra ovvio che tu debba farti perdonare al più presto, ma to servirà qualcosa di grande, scommetto che sei stato un vero stronzo con lei".

Quando Draco si voltò dall'altra parte per dargli le spalle, imbronciato e senza fornire alcuna risposta, Blaise seppe di avere ragione.
Ancora.

"Come pensavo... Magari potresti... Rivolgerti alla Stanza delle Necessità" propose quindi.
Draco inarcò un sopracciglio:" E in che modo la Stanza delle Necessità dovrebbe essermi utile? Dovrei regalarle una delle cianfrusaglie che ci sono lassù?" di solito Blaise aveva delle ottime idee, ma questa non lo convinceva molto.
"Ma no, idiota, dì alla stanza che hai bisogno di farti perdonare da Hermione e lei farà il resto" dicendola ad alta voce, gli sembrava decisamente più geniale.

Draco ci pensò un po'.
"Sei sicuro che funzionerà?"
"Ovviamente no, ma hai un'idea migliore?"
Il biondo sospirò, che gli toccava fare...

***

Il suo primo pensiero una volta entrato, fu che la stanza si fosse rotta, perché non riusciva a capire dove fosse finito.

Draco si guardò intorno, si trovava in un ambiente tetro e spoglio, l'unica cosa che si distingueva era quella che sembrava una grossa ciotola di pietra.
Si avvicinò, vide che era piena di un liquido turbinante, si chiedeva cosa fosse.
L'unica illuminazione era data da qualche candela, per questo non notò subito delle provette colme di uno strano liquido argentato, non aveva idea di cosa potessero essere.

Draco sbircio di nuovo nel grande calice di pietra, scorge di il proprio riflesso in quella specie di acqua torbida.

Cos'era quel posto? In che modo poteva aiutare Hermione?
Probabilmente se le avesse regalato una di quelle bizzarre provette, lei gliel'avrebbe tirata addosso.

Sospirò rassegnato, la Stanza delle Necessità avrebbe dovuto essere la sua salvezza, invece sembrava solamente impazzita.

Decise di uscire di lì, era inquietante.
Avrebbe trovato un altro modo - magari più efficiente e meno tetro - per farsi perdonare da Hermione.

All a mistake ‹dramione› [REMAKE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora