L’eroe scaglió il boccale di vetro contro il muro, rovesciando la birra ormai calda sul bianco opaco: “Basta!” sbraitó furioso contro Yasukene, la quale se ne stava seduta in disparte, con le dita sottili che passavano lungo i capelli viola lucenti. I tocchi di vetro si rovesciarono sul pavimento: era giá il secondo che rompeva.
Non poteva essere vero, doveva essersi sbagliata.
“Keigo..” “Basta!” ancora, non si preoccupó dei muri troppo sottili di quella stanzetta del bordello e lasció che la sua voce rimbombó violenta tra quelle pareti. Appoggió la fronte contro un muro e rimase fermo immobile, con le braccia a penzoloni.
“Deve esserci un modo…” sussurró piano, parlando a sé stesso.
La donna sospiró tristemente e si alzó dalla sedia, facendo qualche passo verso il ventiduenne: “Nessuno puó cambiare il destino, neanche tu” spiegó piano, con tono dolce e soffice, quasi si stesse riferendo ad un bambino.
Keigo serró i pugni: “Fammelo rivedere” mormoró poi, voltandosi ancora verso Yasukene.
Lei chiuse gli occhi, sospirando: “Va bene… ma non dovresti intrometterti nel suo futur-” “Taci!” urló l’altro furioso.Lei sospiró ancora, ripensando allo sguardo della ragazzina terrorizzato su di loro, nella sua visione. Lanció un’occhiata verso la porta, assicurandosi che fosse ben chiusa, e poi si avvicinó a Keigo: gli afferró il volto tra le mani, e lo avvicinó delicatamente al suo, posando le sua labbra su quelle dell’eroe.
E ancora una volta, Keigo Takami ripercorso ogni secondo del destino della sua persona piú amata.
Ogni sensazione, ogni emozione. Ogni ferita. Le sentí lui stesso.
A partire dal cuore spezzato sulla pista da ballo, che avverrà tra molto poco, gli shot di tequila, il bacio con Dabi, il ritorno in dormitorio, Aizawa e Present Mic… il braccialetto di acciaio, la sclerata del preside… la tazzina di tea… il liquido nero, Twice e Toga, il tetto, le farfalle nel suo stomaco alla vista dell’eroe spezzarsi… MrCompress… Twice… Dabi, e infine i Lighting Flare.
Poi, basta.Si staccó con violenza da Yasukene, conosciuta per quel suo impeccabile Quirk, e immediatamente si pentí di averglielo chiesto ancora.
Abbassó gli occhi per terra, sgranati, mentre tornavano a riempirsi di lacrime: “Deve esserci un modo” mormoró rivolto a lei.
La donna sospiró; ne aveva visti tanti spezzarsi sotto la visione del futuro, ma questa volta aveva Keigo davanti, una delle persone a cui teneva di piú…
Uno strappo alla regola avrebbe potuto farlo, no?
“Forse… ce ne è uno…” sussurró piano, riportandosi a debita distanza da lui: “Ma è difficile… Dev’essere lei stessa a farlo” spiegó piano: “Deve cambiare il suo destino da sola, e tu non dovrai intrometterti per nulla” continuó, tornando a sedersi sul divanetto bianco.Keigo invece rimase immobile: “Come?” domandó ancora avvicinandosi di poco.
“Il suo destino è collegato al tuo, Keigo” rispose lei: “Devi fare in modo che si separino” continuó calma: “Devi chiudere per sempre con lei. Devi farti odiare. Solo cosí le vostre strade si separeranno… non avrá piú senso continuare la missione nella Lega, e sará salva” sospiró, riprendendo subito parola: “Non dovrai per niente al mondo rivelarle il suo futuro. Neanche un minimo indizio, okay? Potrai piangere, urlare, ma mai dovrai parlargliene. Altrimenti sará stato tutto inutile” aggiunse frettolosamente, portandosi una tazza di tea caldo alle labbra. Ne sorseggió poco, aspettando che l’eroe realizzasse appieno.
Lui corrugó la fronte, fissando la donna dall’alto: “Farmi odiare?”
Come avrebbe potuto? Aveva letteralmente perso la testa per lei, come poteva cosí di punto in bianco allontanarla? Le aveva detto addirittura “Ti Amo”, Keigo Takami, esatto.
Si era aperto completamente a lei, l’aveva lasciata entrare nel suo cuoricino stretto, e quella cretina ci si era chiusa a chiave.
“No, non voglio. È impossibile” mormoró riprendendo a stringere i pugni: “Non posso farlo” “Devi, se vuoi che sopravviva” taglió corto lei, sospirando ancora.
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WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]
Adventure"Potrei pensare che il tuo Quirk sia quello di metterti nei casini" constató altezzoso l'eroe, riservandomi uno dei suoi soliti sorrisetti. Io serrai i pugni e mi costrinsi a non urlargli contro: "È strano da dire, ma i casini sono iniziati da qua...