CAPITOLO CINQUE: Premiazioni

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Per fortuna ci aveva pensato lui.
Mia mamma non poteva immaginare che sarei stata a una premiazione degli eroi della Top Ten, quindi si era limitata a infilarmi nella valigia magliette comode, felpe e jeans.
Nulla di appropriato all’evento.
Ma Hawks penso l’avesse immaginato; non appena rientrai in hotel trovai un pacco appoggiato sul letto.
Lo aprii e fissai il vestito.
Era di un blu notte profondissimo, piú o meno quello del mio costume.
Lo indossai e mi fissai sbalordita allo specchio.

Il vestito era aderente, con un profondo scollo sul petto, e quando passavo sotto il lampadario si rivelavano mille brillantini incastrati tra la stoffa.
Nel pacco c’era anche un foglietto con una semplice scritta: Per Luccichino da Hawks. Lo presi e lo infilai nel mio portafoglio.
Perché?
Cosí.

Hawks mi passó a prendere su una porche.
Mi batté forte il cuore al pensiero che le telecamere mi avrebbero inquadrato mentre scendevo da quella macchina con lui.
Non aveva un autista, guidava lui. Me l’aspettavo.
Abbassai i finestrini mentre la porche nera sfrecciava tra le strade della cittá.
“Sai, di solito ci vado volando” spiegó lui rompendo il silenzio.
Mi voltai a fissarlo.
“Ma sta volta ci sei te” spiegó tamburellando le dita sul volante. Alzai le sopracciglia “Ma davvero?” scherzai.
Lui scosse la testa ridendo: “Non avevo mai portato nessuno” continuó “Potrebbero farsi un idea sbagliata. Sai come sono i giornalisti, no?”
Riportai lo sguardo sulla strada e lasciai che il vento mi scompigliasse i capelli neri: “Fa lo stesso” sussurrai, ma non fui sicura che mi sentisse.
Hawks alzó la musica e premette sull’accelleratore.

Non appena scendemmo dalla porche venimmo investiti dai giornalisti.
Non potei fare a meno che coprirmi gli occhi dall’ondata di flasch che ci lanciarono contro, mentre Hawks mi afferró il braccio e mi avvicinó a lui, salutando e sorridendo ai fotografi; ma ignorando completamente le domande che i giornalisti urlavano.

Lui incominció a camminare sul red-carpet tenendomi sempre ben stretta.
Io, imbarazzatissima, mi costrinsi ad abbassare le mani e ad imitare il comportamento di lui.
Raddrizzai le spalle, sorrisi e salutai.
Un giornalista riuscí ad afferrarmi la mano sporgendosi dalle barricate: “Che cosa ha da dirmi sull’attacco alla banca? Come ha reagito alle offese dell’eroe numero due? Questa camminata a braccetto è solamente una messa in scena? Avete chiarito o avete solamente scelto di nascondere le apparenze? È nato l’amore?”
Corrugai la fronte e scrollai le spalle: “Cosa? No, assolutamente. Abbiamo litigato si, ma adesso ci siamo chiariti” “Litigato in che senso? Avete una relazione?” “È? No!”

Hawks allontanó il giornalista, che continuó a spammare domande in quantitá.
Mi trascinó lentamente in avanti e si piegó verso di me: “Non rispondere mai alle domande, se la girano come vogliono loro comunque”
Continuammo a camminare sul red-carpet fino a quando Mountain Lady si fiondó su Hawks abbracciandolo e facendogli sprofondare il viso contro il suo petto: “Ciao tesoro mio! Come stai?”
Mi liberai dalla presa dell’eroe e continuai da sola.

Ma che troia
Riuscivo a pensare solo a quello.
Insomma, poteva rivolgere un minimo di saluto anche a me, dato che aveva preso parte a qualche lezione al liceo. Invece non mi aveva minimamente calcolata.

Ma era quello?
Solo quello?

Digrignai i denti e continuai verso l’entrata di quel maledetto edificio, facendo slalom fra gli eroi che si mettevano in posa per foto e autografi.
Mi voltai di scatto e non potei fare a meno che sorridere.
Alla mia destra c’era il professore Aizawa che stava parlando tranquillamente con un altro studente della Yuuei, Tamaki, uno dei Top Tre del liceo.
Mi avvicinai a loro impaziente.
“Salve professore” esclamai contenta di vederlo. Non sapevo perché, ma ero sempre stata attirata dall’eroe Eraser Head.
Lui e Tamaki si voltarono lentamente: “Dovevo immaginare di incontrare anche te” sospiró guardandoi intorno: “Ma non mi immaginavo che Hawks ti invitasse, non sembra vi stiate molto simpatici”
Abbassai la testa cercando di sorridere: “Non è cosí, abbiamo solo avuto una discussione. Ma ora è diverso” “Bene, dov’è?” alzai le spalle.
Aizawa si allontanó da noi due con il solito passo appisolato.

WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora