Scesi ondeggiando dal furgoncino.
Sia io che Dabi avevamo passato tutto il viaggio in silenzio: io tenevo lo sguardo fuori dal finestrino, impiantato sui pochi lampioni accesi.
Fuori stava giá sorgendo il sole e io faticavo davvero a tenere gli occhi aperti.
"Muoviti" mi spintonó Hawks, che nonostante quella scenata era venuto comunque con noi, e in parte gliene fui grata.
Ma la sua presenza non aveva fatto altro che peggiorare il clima dentro la macchina.
Non gli risposi, ero troppo stanca.
Salutai l'altro con un breve cenno del viso, e non appena l'eroe mi chiuse la portiera alle spalle il furgoncino grigio partí.Cominciai a camminare verso il cancello della scuola, che ovviamente era chiuso.
"T/n" mi chiamó lui: ovviamente non mi fermai.
Non mi voltai neanche.
Non volevo parlargli.
Afferra le stanghe blu con entrambe le mani e strattonai con forza. Ero abbastanza sicura che fosse chiuso a chiave, ma ero ancora un pó brilla, e doverlo scavalcare in quelle condizioni non era il massimo.
"T/n ascoltami"
Serrai le labbra e tirai una seconda strattonata, sperando davvero tanto che si aprisse: se non sarei entrata in tempo Aizawa mi avrebbe scoperto. E per di piú volevo stare il meno possibile con Hawks.
Lo sentii fare qualche passo verso di me, e mi ritrovai a scrollare con piú forza le sbarre blu.
"Smettila" ordinó lui afferrandomi per i posi e allontanandomi dal cancello: "Ti porto io di lá" "Non serve" sibilai io non osando alzare lo sguardo su di lui.
Volevo solamente andarmene.Keigo abbassó lo sguardo puntandolo sul cemento e addolcí la presa: "So che sei arrabbiata..." cominció.
Non aveva la benché minima idea di quanto lo fossi.
"Ma..."
Ma?
Stava cercando di giustificarsi?
Davvero?
"No. Non voglio sentire" sibilai io liberandosi dalla presa dell'eroe: non ci misi neanche troppa forza, probabilmente perché speravo che mi tenesse lí.
"Le tue parole non contano piú nulla, Hawks" proprio come aveva detto Dabi: "Come puoi credere che ti stia ad ascoltare? Dopo quello che ho visto?"
Eppure ero ancora lí.
Davanti all'eroe, con il respiro affannoso e i pugni serrati.
Keigo alzó lo sguardo su di me e con un espressione sofferente piegó la testa di lato: "Devi solo fidarti"Dovetti trattenermi per non scoppiare a ridere.
"Devo cosa?" domandai fissandolo indignata.
Lui sospiró e fece un passo verso di me, e di conseguenza io indietreggiai: "Perfavore" sussurró piano, con a destra tesa leggermente verso di me.
Credeva davvero che lo perdonassi?
Ma siamo seri?
"Sai una cosa?" domandai io, non riuscendo a levare lo sguardo dalla sua mano: "Fottiti"
Non sarei stata lí a fare il suo gioco.
Non piú.
Gli avevo fatto da cagnolino per troppo tempo.Mi girai e tornai a stringere le dita intorno al metallo.
"Non sono arrabbiato per... per il bacio" continuó testardo lui.
Mi dava cosí fastidio. Se ne stava lí alle mie spalle a parlare tranquillamente. Come se la cosa non gli riguardasse.
"So che lo hai fatto perché eri arrabbiata" "SONO" lo corressi io urlando e strattonando le sbarre.
Dovevo sbrigarmi: piú sarei stata con lui piú avrebbe straparlato.Mi cinse la vita con le braccia e spiccó il volo.
Si alzó solamente di qualche metro, raggiungendo giusto l'altezza per superare il cancello, e mentre io mi divincolavo come una pazza riscese velocemente.
Non appena misi i piedi per terra, sul giardino della scuola, sentii le ginocchia cedere.
Cominciai a vedere tutto annebbiato e il naso prese a pizzicare.
E che cazzo.
Non lí, non davanti a lui.
Mi coprii il viso con e mani e trattenni il fiato: "Luccichino..."
Non riuscivo a muovermi.
Ho sempre odiato quel soprannome.
"Devi solo..."
E vi giuro, che se avesse finito di nuovo quella frase lo avrei picchiato.
Certo! Potevo farlo comunque. Ma non ero nelle condizioni.
Sbattei ripetutamente le ciglia cercando di alleviare il pizzichio agli occhi. Il mio stomaco si contorse e sentii il singhiozzo crescere nella mia trachea: saliva e saliva.
"T/n?" mi chiamó con tono basso, quasi temesse una mia reazione.
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WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]
Adventure"Potrei pensare che il tuo Quirk sia quello di metterti nei casini" constató altezzoso l'eroe, riservandomi uno dei suoi soliti sorrisetti. Io serrai i pugni e mi costrinsi a non urlargli contro: "È strano da dire, ma i casini sono iniziati da qua...