CAPITOLO VENTITRE: Castelli di Carte

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Non andammo nella sala base.
Ne ero abbastanza certa; prima di tutto perché loro non erano ancora sicuri della mia lealtá, e secondo perché dovevano capire se ero davvero devota alla causa.
E qui si presentava la mia possibile via di fuga.
Potevo semplicemente sembrare dubbiosa, far finta di aver cambiato idea, e avrei risolto la questione: non sarei entrata nella Liberation Army e lui avrebbe potuto portare a termine la sua maledettissima missione.

Certo si, avrei potuto farlo.
Ma ormai sappiamo che non sono intelligente.
Non mi importava se Hawks avesse fallito o no la missione.
Okay, volete sentirlo?
Tenetevi pronti perché lo faccio; lo dico.

Il problema era che mi ero innamorata di quel pollo (dang-it), e sapere che avrebbe potuto morire mi avrebbe spezzato il cuore.
Non mi importava se non sarei riuscita a fare nulla, almeno ci avrei provato; sarebbe stato sicuramente meglio che stare seduta in una stanza a guardare il soffitto.

Hawks scese dalla porche e si incamminó cupo verso un bar.
Non era nulla di ché, un pub isolato con qualche segnaletica al neon.
Lo seguii silenziosa, mentre dietro di noi la jeep di Twice frenava rumorosamente: “T/n!!” Toga mi salutava sporgendosi dal finestrino.
Aggrottai la fronte, si era giá dimenticata del nostro scontro?
I due saltarono fuori dalla vettura e mi vennero incontro.
Mi preparai, in fondo erano pur sempre assassini, no?
“T/n-chaaan” Toga mi abbracció stritolandomi: “Pensavo che non ci saremmo piú riviste!” “MEGLIO, questa ragazza riceve troppe attenzioni da te, Toga” Twice agitó le braccia per aria: “Vai via, Via! Su, da Re-Destro! IN FRETTA”

Mi staccai gentilmente dalla ragazza, rassicurandola che anche lei mi fosse mancata.
Non volevo partire con il piede sbagliato.
AHEM, volevo ritardare la mia morte al piú tardi possibile, diciamo.
Mi voltai e raggiunsi con passo svelto Hawks, che ci stava squadrando dall’entrata del pub.
Dovevo ricordarmi di agire come se io non sapessi nulla.
Mi finsi confusa, mentre lanciavo delle occhiatacce agli altri due; chi se lo aspettava di incontrare la Lega dei Cattivi?

Hawks mi seguí da dietro.
Sentivo la sua presenza, e nonostante fosse buia e cupa mi calmai.
Certo, eravamo entrambi incazzati neri; ma sapevo che se le cose fossero andate storte non avrebbe esitato ad aiutarmi.
Mi afferró il polso e cominció a camminare spedito verso il retro del bancone. Sapeva bene dove andare, c’era giá stato.
Attraversammo un lungo corridoio con luci rosse, dietro di noi si sentivano pesanti i passi di Twice.
Mi guardai un pó intorno.
Sulle pareti del corridoio c’erano appesi dei poster di donne, la maggior parte erano nude.
Oddio ma…
“Non è un pub?” Hawks non rispose.
No, non era decisamente un pub.
O forse lo era la parte iniziale, ma dopo quel corridoio stretto e umido probabilmente c’era un mini bordello.

Mi stampai una mano sulla fronte.
Che diavolo!
Perché mai dovevamo incontrarci proprio lí, Dio?
Alla fine del corridoio c’era una porta in acciaio.
Hawks si fermó e fece salire la mano sul mio braccio, afferrandomi la spalla: “Ricordati, limitati a fare si o no con la testa, lascia parlare me” annuii lentamente.
Non volevo attraversare quella porta.
Lui peró non si fece troppi problemi, giró la maniglia e spalancó la porta.

Una musica assordante mi investí in pieno.
L’unica cosa che riuscii a intravedere erano le luci che venivano fatte riflettere sulla palla da discoteca, mi accecarono in fretta.
L’aria era umida e pesante, non sarei riuscita a sopportare questo posto.
L’eroe mi trascinó dentro, proprio mentre io prendevo in considerazioni l’idea di tornare fuori.
“Questo posto non mi piace” sussurró Toga al mio fianco; teneva gli occhi bassi ed era rossa in viso.
Okay si, era un bordello.

Credo almeno, non è che ne abbia visti troppi eh.
Ma si capiva bene; ragazze probabilmente della mia stessa etá se ne giravano mezze nude, a volte con vassoi pieni di drink, a volte con un uomo.
Imitai Toga e abbassai lo sguardo.

WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora