Passó una settimana.
Denki e Sero mi avevano promesso di non dire nulla a nessuno, nonostante io avessi cercato inutilmente di convincerli che stavo soltanto parando il culo a quell’altro.
“Tranquilla t/n” mi rassicuró invano Sero mentre Kaminari se la rideva sotto i baffi.
Non provai a parlare nemmeno con Jiro.
Dopo la sclerata che avevo fatto in classe non osava alzare lo sguardo quando entravo in una stanza dove c’era anche lei.
Se mi sentivo in colpa?
Assolutamente no.
Pensate solo se Hawks avesse raccontato tutto e quei tre avessero ascoltato.Al notiziario vennero trasmesse le immagini di Deika City.
Una cittá completamente rasa al suolo. Polverizzata, quasi.
Ma nessuno di noi studenti se ne preoccupó troppo. Sembravano troppo impegnati a prepararsi per gli Internship.
Si. Non ne parliamo.
Il liceo aveva giá organizzato altri stage, che sarebbero iniziati dopo le vacanze di Natale.
Dove sarei andata?Mi accoccolai sul divano riflettendoci.
Non da Hawks.
Non avrei neanche provato a chiederglielo.
Il punto è che nessuno mi avrebbe richiesta, in quanto gli eroi optavano per “riprendersi” gli studenti che giá avevano mosso i primi passi nelle loro agenzie.
Tokoyami, peró, un giorno mi era venuto a parlare, chiedendomi consigli sull’eroe numero due.
Alzai le sopracciglia sorpresa: “In che senso”
Lui restó in piedi impassibile, come suo solito: “Mi ha richiesto per l’Internship”
Una fitta di gelosia mi perforó il cuore.
Socchiusi gli occhi gelida: “Perché?”
Il ragazzo alzó le spalle confuso, ma probabilmente dalla mia reazione.E cosí io ero rimasta senza agenzia.
Ma questa mossa non l’avrei mai perdonata a quel rincoglionito.
Sapevo benissimo che l’aveva fatto apposta.
Pensai di chiedere a Kamui Woods, ma il fatto che volevo entrare nella sua agenzia solamente per far ingelosire Hawks mi fece subito cambiare idea.
Non mi sarei fatta problemi a chiedere ad Aizawa, ma sospettava ancora di me; non avrei sopportato continue occhiatacce e domande scomode.Poi, Shoto propose a me, Midorya e Bakugo di fare gli interni nell’agenzia di suo padre.
Ovviamente non avrei sprecato un occasione cosí.
Neanche se lo stesso Hawks mi avesse proposto di ritornare nella sua agenzia.---
Mi vibró il telefono che tenevo nella tasca posteriore dei jeans; lo tirai fuori ignorante di chi fosse il messaggio, poi lessi il suo soprannome e il mio cuore mancó un battito.
> Sono a Tokyo (20.18)
Come se mi importasse.
Non risposi, visualizai praticamente subito, ma non gli risposi.
Adesso che era qui mi cercava?
Sbuffai e lanciai il telefono sul letto.
Non avrei fatto il suo gioco. Non poteva usarmi cose se fossi una bambola.Il mio telefono vibró di nuovo.
Lo afferrai e lessi velocemente il messaggio (sperando sotto sotto che fosse ancora lui)> Hai intenzione di scendere? (20.18)
Mi fiondai verso la finestra sperando che mi stesse prendendo in giro.
Se i miei compagni di classe lo avessero visto qui si sarebbero sicuramente fatti delle domande.
Per non parlare di quei due.
Mi vennero i brividi al solo pensiero.Peró era lí.
A qualche metro dalla casa, con le mani in tasca che fissava la Yuuei in lontananza.
Tokoyami al suo fianco.
Strinsi i pugni.
Voleva rinfacciarmi di aver scelto lui e non me?Corsi giú dalle scale.
Non mi resi neanche conto che ero in tuta, con i capelli che formavano un nodo unico.
Prima di aprire la porta tirai un lungo respiro.
Kirishima si sporse dal divano per fissarmi dubbioso: “Hey, tutto bene?”
Girai la maniglia: “Meh” ed uscii dalla casa.
Errore, pensai subito una volta fuori.
Non avrei dovuto farlo.
Hawks si giró verso di me.
Restai imbambolata sotto il portichetto, con la porta socchiusa dietro di me, la mano ancora sulla maniglia (in caso dovessi scappare).
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WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]
Aventura"Potrei pensare che il tuo Quirk sia quello di metterti nei casini" constató altezzoso l'eroe, riservandomi uno dei suoi soliti sorrisetti. Io serrai i pugni e mi costrinsi a non urlargli contro: "È strano da dire, ma i casini sono iniziati da qua...