CAPITOLO DICIASSETTE: Agenzia Fiammeggiante

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Mi fiondai verso l’agenzia di Endeavor.
Avevo ascoltato ogni singola parola di Hawks riguardante quel libro; le parti evidenziate dovevano nascondere qualcosa.
E io dovevo capire cosa.

Sarebbe stato una cazzata; dovevo passare inosservata davanti a una moltitudine di persone, intrufolarmi nell’ufficio dell’eroe numero uno e cercare di uscirne viva.
Prima di partire avevo controllato che non fosse evidenziato anche il mio libro, ma ovviamente se Hawks doveva lasciare un messaggio importante non l’avrebbe lasciato sicuramente a me.
“Mi spieghi cosa sta succedendo?”
Ah si, avevo portato Tokoyami con me. Poteva essere utile.

Spinsi le porte ed entrai.
Mi trovai in un enorme sala cosparsa di scrivanie, una cinquantina di persone lavorava indaffarata.
Forse, e dico forse, non mi avrebbero visto.
“HEY SFIGATA”
AAARGH
Mi avvicinai velocemente a Bakugo, seduto su uno dei divanetti davanti all’entrata: “Bakugo, zitto” “NON DIRMI DI-“ gli stampai una mano sulla bocca, non potevo permettergli di mandare tutto all’aria.
Mi affrettai di spiegargli cosa dovevo fare, prima che mi staccasse la mano a morsi.
“Bakugo ti prego, mi serve il tuo aiuto. Sta succedendo qualcosa ma non capisco cosa; devo entrare nell’ufficio di Endeavor ma da sola non posso farcela”
Mi allontanó la mano colpendola: “Certo che non puoi cretina”
Tirai un lungo sospiro: “Devo cercare Midorya e Shoto, ma… ma mi serve anche il tuo aiuto”
Bakugo digrignó i denti scontroso; gli leccai il culo: “Sei il migliore fra tutti noi, se non mi aiuti non ce la posso fare”
Lui spostó lo sguardo, ma aveva smesso di offendermi, il che era un buon inizio.

Avevo la sensazione che mi avrebbe aiutato.
Durante le sfide contro la IB aveva dimostrato di essere cresciuto maturamente, quindi speravo che l’avrebbe fatto senza fare troppe domande.
“Dovrai spiegarmi cosa succede”
Crollai.
Come non detto: “Non serve, probabilmente è solo un mio film mentale” “Non mi importa!!”

Riuscii a trovare Midorya e Shoto e spiegai loro in fretta e furia il piano.
Al contrario di Bakugo non fecero domande; me lo aspettavo. Non appena avevo chiesto il loro aiuto erano saltati in piedi pronti a seguirmi.
Solo Bakugo e Tokoyami sembravano piú dubbiosi.

Avevo chiesto a Shoto di cercare di distrarre il piú possibile suo padre; mi dispiacque molto chiedergli di fare una roba del genere, sapevo che non andavano per nulla d’accordo, ma era indispensabile per il piano.
Lui aveva sospirato annuendo.
Midorya l’avevo lasciato alla fine delle scale del piano dove si trovava l’ufficio.
Se Endeavor non avesse dovuto prestare attenzione al figlio sarebbe dovuto intervenire lui; non gli spiegai neanche cosa doveva fare, sapevo benissimo che dopo il primo momento di panico sarebbe partito a fargli domande e a prendere appunti sui suoi quaderni.
Bakugo avrebbe fatto la guardia davanti all’ufficio; bastava che rivolgesse due parole all’eroe e avrei capito subito che ero nei guai (la voce di Bakugo non passava inosservata).
Tokoyami sapeva giá cosa fare.

“Vedi di fare in fretta sfigata, se ci scoprono ti ammazzo” bisbiglió infuriato Bakugo prima di chiudere la porta.
Respirai a pieni polmoni.
Stavo facendo una cazzata, ma ormai ero lí.
Mi fiondai sulla scrivania dell’eroe e incominciai ad aprire tutti i cassetti.
Lo trovai nel secondo, sotto una foto della famiglia di Shoto. Una foto molto vecchia.
Appoggiai il libro sulla scrivania e fissai un attimo le persone fotografate.
I genitori di Shoto, lui e i suoi tre fratelli.
“Ah” sussurrai tra me e me.
Pensavo fossero solamente due.

Socchiusi gli occhi fissando il bambino dai capelli rossi.
Mmmh
Aveva un’aria famigliare; probabilmente mi ricordava Shoto.

Chiusi il cassetto e cominciai a sfogliare il libro cercando le parti evidenziate.
Non sapevo se Endeavor lo avesse giá letto, ma se era cosí non aveva trovato nulla di particolare altrimenti non avrebbe lasciato il libro nel suo ufficio.
Mi morsi il labbro ripensando a quello che aveva detto Hawks.
“Almeno leggi le parti evidenziate. È il mio consiglio, da numero due”
Sapevo che c’era sotto qualcosa.
Insomma era logico che volessa dire qualcosa, Endeavor doveva averlo capito.
“Parti evidenziate… Numero due…” sussurrai tra me e me mentre il mio cuore batteva all’impazzata.
Se aveva cercato di lasciare un messaggio voleva dire che le cose stavano andando male.
Numero due…

WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora