Mi ritrovai in camera mia al buio, Mina seduta al mio fianco con la testa appoggiata alla mia spalla, Uraraka rannicchiata alla mia destra appoggiata alle mie gambe.
Avevo mentito, ma almeno non del tutto.
Mina mi teneva la mia mano tra le sue, continuava a sussurrare: “Sai, lo sapevo. Te l’avevo detto, non è vero? Si è vero. E quando è volato via con te? Si vedeva lontano un miglio. Secondo me anche tu gli piaci, almeno un pó” sussurrava senza fermarsi, anche se nessuna di noi le dava troppo ascolto.
Uraraka disegnava dei piccoli cerchietti con l’indice sulla mia coscia, chissá a cosa pensava.“Sta sera usciamo” le informai io.
Scoppió il casino.Uraraka si fiondò ad accendere la luce mentre Mina cominciava a svuotare il mio armadio.
“Sei scema! Dovevi dircelo! Quando arriva? Come ti vesti?!”
La ragazza rosa mi scaraventó addosso un vestitino grigio e delle calze nere: “Muoviti! Preparati!” poi uscí correndo dalla stanza.
Uraraka incominció a spazzolarmi con forza i capelli, rischiando di farmi cadere all’indietro: “Dove andate?” domandó lei tirando con forza per scogliere i nodi: “Mi ha chiesto se gli faccio vedere la cittá” spiegai io cercando di allontanarle la spazzola.
Pettinarmi mi faceva un male boia.
Sono sensibile sulla nuca.
“Hoihoi, mi fai male” urlai io, ma lei continuó testarda.Mina rientró nella mia camera e mi lanció degli stivaletti neri: “Mettili!” fiondandosi sul letto e incominciando a truccarmi.
Uraraka invece continuava testarda.
“Mina, non mi trucco mai” spiegai io allontanandole le mani: “Ci andró piano, solo un pó di fondotinta e del mascara. Poi magari aggiungiamo dell’illuminan-”
Qualcosa bussó contro il vetro della mia finestra.
Ci voltammo lentamente tutte tre.Una piuma rossa volteggiava leggiadra nell’aria.
“MUOVITI” urló subito Mina.Mi fiondai giú per le scale seguita da Mina e Uraraka mentre cercavo di allacciarmi gli stivaletti.
Il vestito che Mina aveva scelto spizzicava un sacco, ma era carino.
Tutto grigio, con una collana nera incorporata al colletto; arrivava appena sopra le ginocchia.
Niente scollo per il pollo.
Uraraka mi aveva inumidito i capelli e li aveva tamponati con un'asciugamani.
A quanto pareva l’aveva fatto per dare una forma piú “boccolosa” ai miei capelli.Mina mi lanció addosso il suo cappotto nero e la sua borsetta a tracolla, mentre Uraraka faceva un ultimo controllo: “Mi raccomando, testa alta, pancia in dentro e petto in fuori”
Le allontanai ridendo e uscii dalla casa ringraziandole un ultima volta, ma non appena lo vidi mi pentii.
Perché diavolo avevo lasciato che Mina scegliesse i vestiti per me.
Non avrei mai messo un vestito. Mai.
Mi bloccai imbarazzata.
Torna dentro. Cambiati.
Hawks se ne stava appoggiato sotto un lampione, le mani dentro le tasche dei pantaloni baige...
Il mio cuore sprofondó.
Sapevo dov’era stato. Sapevo con chi aveva parlato.
Io sapevo tutto.
Sapevo tutto e lui non sapeva che io sapevo.Lasciai perdere il vestito e mi avvicinai a lui.
Mi sorrise.
“Com’è andata con il tuo amico?” domandai io cercando di non farmi tremare la voce.
Lui piegó la testa e mi accarezzó il viso: “Dove mi porti?”
Stavo male.
Nella mia mente continuavo a vedere l’inchiostro sulla pagina formare quella parola.
Non volevo immaginare cosa potesse succedere.Non sapevo molto bene dove portarlo, non ci avevo pensato per nulla.
Camminammo per un pó nel quartiere di Shibuya, una delle zone piú conosciuta della cittá.
Hawks era stranamente silenzioso, ma sembrava apprezzare il posto.
Abbassai lo sguardo, concentrandomi sul non pestare le righe delle piastrelle.
“Sai...” inizió lui attirando subito la mia attenzione “ho pensato che domani potremmo concentrarci sulle tecniche. Non so molto sul tuo Quirk, non so neanche se hai giá delle tecniche”
Passó qualche secondo, nel mentre corrugava la fronte.
Si voltó verso di me leggermente irritato: “Non so niente di te”
STAI LEGGENDO
WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]
Aventura"Potrei pensare che il tuo Quirk sia quello di metterti nei casini" constató altezzoso l'eroe, riservandomi uno dei suoi soliti sorrisetti. Io serrai i pugni e mi costrinsi a non urlargli contro: "È strano da dire, ma i casini sono iniziati da qua...