CAPITOLO QUATTRO: Secondo tentativo

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Mi presentai all'agenzia diversi minuti prima dell'orario previsto.
Lungo la strada mi ero fermata a comprare degli onigiri, non sapevo bene se gli piacessero, ma volevo riiniziare con il passo giusto; e poi conta il pensiero, no?

La segretaria mi salutó con la stessa enfasi del giorno prima, e si scusó perfino per l'inconveniente di ieri.
Ovviamente Hawks mi aveva urlato addosso anche nella hole dell'agenzia, quindi erano ben pochi coloro che non avevano sentito quello che aveva da dire sul mio conto.
Salii in ascensore che mi portó al piano ventisei.
Le porte si aprirono ma io rimasi ferma.
È una cazzata
D'altronde il danno era stato fatto, lui mi aveva ben chiesto scusa, ma chissá quante altre persone avevano assistito alla scenata.
E sicuramente la notizia dell'attacco da parte della Lega dei Cattivi era finito sul giornale e sulla tv, quindi tutto il Giappone mi aveva fissata mentre stringevo i pugni sotto il mare di offese che mi scagliava l'eroe.
Corrugai la fronte e mi diressi verso il suo ufficio.
Ormai gli onigiri gli avevo comprati.

Bussai alla porta e aspettai che mi facesse entrare.
Passarono qualche minuto ma Hawks non rispose, cosí appoggiai l'orecchio e ascoltai i vari rumori che provenivano dall'interno.
Riconobbi la sua voce, ma la seconda non riuscii a distinguerla.
Bussai di nuovo con piú insistenza e allora l'eroe mi aprí.

Mi trovai davanti a lui e divampai improvvisamente: "Ciao Luccichino" abbassai lo sguardo imbarazzata "Sono per me quelli?" domandó lui sporgendosi verso di me con il solito sorriso beffardo.
Annuii lentamente e lui mi invitó ad entrare.
Sullo schermo di un enorme tv c'era proiettato Nezu, il topo gigante preside della scuola.
I suoi occhietti vispi volarono dall'eroe a me, sorrise e mi salutó: "Che piacevole sorpresa, signorina Uchu. Stavo giusto parlando di lei all'eroe Hawks"
Rimasi immobile e aspettai che il preside continuasse: "Noi insegnanti della Yuuei abbiamo pensato che, dato l'attacco da parte della Lega dei Cattivi, non sia piú un posto sicuro questo, signorina Uchu. Queste persone, come ben sappiamo, hanno un obbiettivo ben preciso e non perderanno ovviamente l'occasione di attaccare di nuovo uno studente della scuola"
Il preside si voltó verso Hawks, che lo stava guardando confuso.
"Riteniamo cosí che la scelta piú ragionevole sia quella di porre fino allo stage, e di iniziarne uno nuovo con l'eroe numero nove, Yoroimusha, qui a Tokyo, dove noi professori saremmo pronti a intervenire in caso di pericolo"

Rimasi ad ascoltare il discorso del preside, sempre piú impietrita.
Si ma che palle.
Proprio ora che avevo deciso di impegnarmi a far andare le cose per il verso giusto.
"Con tutto il rispetto" si intromise Hawks "Questa ragazza non si potrebbe trovare in un posto piú sicuro che sotto le mie ali, professore. La Lega dei Cattivi è un brutto affare, ne sono consapevole, ma t/n ha dimostrato capacitá che pochi studenti della U.A. possiedono. Sono quindi sicuro che con il suo potere e la mia protezione, non corra nessun rischio"
Dovetti trattenere il fiato.
Hawks che diceva una cosa bella su di me?
Sentii il petto gonfiarsi e mi girai a fissarlo. Lui mi fece l'occhiolino.
Nezu rifletté qualche istante: "Se cosí crede, allora sono grato di lasciare che lo stage vada avanti" mi salutó con la zampina e chiuse la connessione.

Hawks si giró verso di me e aspettó che io feci lo stesso.
Indossava la solita giacchetta in pelle; gli occhiali gialli attaccati al colletto della t-shirt bianca.
Abbassai lo sguardo e stetti zitta.
Metteva soggezione.
Mi prese il mento tra le dita e mi alzó il viso, obbligandomi a fissarlo: "Non c'è di che Luccichino"
Gli scansai la mano e sbuffai: "Mi avrebbe fatto restare comunque" "Strano, perché se non sbaglio ha proprio detto che lo stage sarebbe finito oggi stesso"
Mi voltai per nascondergli un sorriso.
"Sarei riuscita a convincerlo comunque da sola" "Elogiandomi, immagino" si portó davanti a me e cercó il mio sguardo "Ma signore, stiamo parlando dell'eroe numero due. Il grandissimo, fortissimo, bellissimo eroe piumato. Hawks in persona! Non corro nessun rischio se sono al suo fianco" disse lui, imitando quella che doveva essere la mia voce.
Io sbuffai e lo allontanai, trattenendo una risata.

La mattina la passammo di nuovo a fare ronda per le strade, e a differenza del giorno prima non successe nulla di particolare; solo qualche fan che si avvinghiava alle caviglie dell'eroe senza volerlo lasciare andare.
Una volta raggiunta una piccola piazza decorata da ciliegi, il cellulare di Hawks squilló.
Corrugai la fronte mentre la suoneria del Pulcino Pio risuonava altissima.
L'eroe fissó per un attimo lo schermo del telefono, inclinato in modo che io non potessi leggere il mittente della chiamata.
"Aspettami qui" disse lui cupo, si voltó e si infiló in un vicolo buio, lontano da occhi indiscreti.
Fissai l'entrata del vicolo perplessa.
Perché se n'era dovuto andare?
Poteva semplicemente allontanarsi di qualche passo.

Incrociai le braccia e rimasi ad aspettare.
Passarono dieci minuti, e dal vicolo si sentí un botto; simile al rumore che il metallo fa quando viene sbattuto contro l'asfalto.
Mi avvicinai lentamente al vicolo, facendo attenzione a non fare rumore, e sbirciai.
Hawks mi stava rivolgendo le spalle, le ali rosse coprivano quasi completamente la visuale. Intravidi un bidone cartocciato in un angolo, doveva essere stato quello la causa del rumore.
"Che cazzo vuol dire!" lo sentii sussurrare.

Era arrabbiato, si sentiva, ma non voleva urlare al telefono per qualche ragione.
"Hai fatto una cazzata, basta. Non intendevo questo quando ti ho detto di farti notare" aggiunse dopo una breve pausa.
"Non quando ci sono io in servizio deficiente. Per di piú con una studente della U.A."
Mi appoggiai al muro e ascoltai il continuo della conversazione.
"No, non voglio vederti."
L'eroe attese ancora qualche secondo poi rispose alla voce al di lá del telefono: "Sta sera? No, sono con lei" pausa "Perché si!" sbuffó lui ricordandosi di tenere la voce bassa.

Seguí un lungo silenzio, poi Hawks scosse la testa sfinito: "Facciamo domani alle due di mattina, al parchetto alla fine della sedicesima. Chiaro?"
Non aspettó nemmeno una risposta e buttó giú.

Mi allontanai di fretta dal vicolo e mi lanciai su una panchina, fingendo di guardarmi intorno annoiata.
Lui sbucó nella piazzetta e mi sorrise: "Scusa per l'attesa Luccichino, mi sono ricordato di chiederti se sta sera hai da fare. Devo andare ad una sorta di premiazione degli eroi, pensavo che potrebbe piacerti l'idea"
Abbassai lo sguardo e ripensai alla telefonata.
Con chi parlava?
"Si va bene" risposi senza darci troppa attenzione; lui alzó le spalle e proseguí la ronda.

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Si, okey. Non é sabato; il giorno in cui dovrei postare

Ma fa lo stesso,
ogni tanto mi partirá lo schizzo
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WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora