Capitolo 1

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“Tesoro, sei già arrivata al College?” chiede la voce dolce di mia madre.

“Certo mamma, sono davanti al cancello di entrata, ti chiamo quando sono in  stanza” le riattacco senza aspettare una sua risposta. Per carità, la adoro, ma vorrei la  mia indipendenza.

“Andiamo muoviti Raylee, voglio andare a riposarmi” la mia migliore amica mi  strattona il braccio.

“Eccomi eccomi. Andiamo, pure io sono stanca” le sorrido, seguendo le indicazioni  per arrivare nel dormitorio femminile.

“Ma sai qualcosa sui corsi di cheerleader?” mi chiede Alyssa.

“Dovremmo andare a sentire in presidenza il primo giorno di lezioni” le dico,  guardandola negli occhi.

“Okay, allora a desso troviamo quella maledetta stanza e poi dormiamo fino a  domani” esclama esasperata, facendomi ridere.

Quando finalmente smetto di ridere, cerchiamo la nostra stanza. Dopo dieci minuti e  infinite imprecazioni, siamo dentro la nostra stanza.

“Alys io vado a richiamare mia mamma, sai com'è” prendo il cellulare ed esco dalla  stanza. Esco dal dormitorio e mi adagio su una panchina sotto ad un albero in cortile.
Schiaccio il nome di mia madre sul mio cellulare.

Mamma non ci mette nemmeno un secondo a rispondermi. “Amore, come ti sembra  il College? Come vi trovate tu ed Aly? Hai fatto amicizia con qualcuno?” subito  inizia con le domande.

“Mamma, io ed Alys siamo arrivate da sì e no mezz'ora, ancora non abbiamo
conosciuto nessuno e poi ancora dobbiamo andare a giro per il College. Per adesso posso solo dire che è molto bello” sorrido.

“Qualcuno vuole salutarti” mamma, muove il telefono, il quale non è più accostato  al suo orecchio “Ciao Raylee!” esclamano due vocine che conosco anche troppo.

“Ciao piccole pesti!” saluto i miei due fratellini con un enorme sorriso sulle labbra.

“Ciao Raylee, come stai sorellina? Quando possiamo venire a trovarti?” mio fratello maggiore, ruba il telefono dalla mani dei due gemellini e se lo accosta all'orecchio.

“Ciao Bryan, tutto bene. Venite a trovare pure quando volete” sorrido sentendolo.

“Allora omani sono da voi” scherza mettendosi a ridere.

“Cretino!” esclamo ridendo pure io.

“Allora, com'è il College?” chiede.

“Bellissimo, da quel poco che ho visto”rispondo.

“Ti ripasso le piccole pesti, adesso devo uscire. Ciao sorellina, quando meno te lo aspetti sarò da te” mi saluta ripassando il cellulare ai miei fratellini.

“La mamma dice che dobbiamo attaccarti, ciao Raylee” mi salutano all'unisono i due gemellini.

“Amore, sei sempre lì?” chiede mamma.

Non faccio in tempo a risponderle, che un forte dolore si insinua lungo tutta la mia schiena e subito dopo, sento una voce urlare “palla!”. Mi giro e vedo due ragazzi alti avvicinarsi a me.

“Ehy, scusa ci stavamo allenando” uno dei due inizia a parlare. “Ti abbiamo fatto male?” chiede vedendo la mia mano posta dietro la schiena.

“Ray, che è successo? Perché ti tieni la schiena?” la voce della mia migliore amica arriva da dietro le mie orecchie.

“Niente, tranquilla Alys. Scusa mamma, ma devo andare, ci sentiamo un'altra volta, saluta papà i gemelli e Bryan” stacco la chiamata con mia mamma. Poi torno a rivolgere il mio sguardo ai due ragazzi davanti a me “Mi fa un po' male la schiena, ma niente che non possa passare con un po' di riposo, non vi preoccupate” sorrido ai due ragazzi.

“Scusaci tanto” continua quello che aveva parlato prima, mentre l'altro coninua stare in silenzio e ad osservarci.

“Cioè, fatemi capire! Voi avete tirato la vostra stupida palla alla mia migliore
amica?! Ma come vi permettete!” esclama furiosa Alyssa.

“Alys te lo ho già detto, stai tranquilla, non è stato niente. Adesso, se volete scusarci, noi vorremmo andare nella nostra camera” mi rivolgo ai due sorridendo.

“Certo, andate pure” prendo Alys per un braccio e la trascino via.

“Mamma mia, hai visto che cafoni?” esclama furiosa.

“Aly, te lo ho già detto, non importa, il dolore è già andato quasi del tutto via.

Adesso andiamo a riposarci, che siamo stanche” entriamo in camera nostra e ci buttiamo sui rispettivi letti, addormentandoci.

“Andiamo svegliati!” sento un forte dolore sulla guancia.

“Alys ma che fai?!” urlo sedendomi di scatto sul letto svegliandomi.

“Non ti svegliavi, così ti ho dato un piccolo schiaffo” risponde la mia migliore amica innocua.

“Ma che piccolo schiaffo, tra poco non sento più la mia guancia!” porto una mano sulla guancia dolorante massaggiandola.

“Scusami tanto, ma non ti svegliavi” dice e sembra quasi mortificata e d'istinto, scoppio in una fragorosa risata, mentre mi alzo e mi butto tra le sue braccia.

“Non fa niente Alys, non mi fa più male” le sussurro all'orecchio.

“Ma sei rossa! A proposito, come va la schiena?” si stacca dal nostro abbraccio, per controllare la mia schiena, alzandomi la maglietta, facendomi una radiografia.

“Alys ma che cosa fai?! Lascia la mia maglietta, sto benissimo” urlo verso Alyssa coprendomi di nuovo la schiena.

“Scusa scusa. Vabbè dato che3 ci siamo, che ne dici di andare a mangiare qualcosa al pub all'angolo?” chiede Alyssa sorridente.

Mi cambio la maglietta e mi metto le scarpe, successivamente prendo il cellulare e il portafogli. Io ed Alys, usciamo dal dormitorio e ci avviamo all'esterno del College, verso il pub.

Dopo quaranta minuti circa, io e Alys stiamo ridendo davanti ad un piatto con hamburger e patatine fritte, ricordando un aneddoto di qualche estate fa.

“Ti ricordi la faccia che fece quando ci vide lì tutti insieme, mentre ridevamo a crepapelle?” chiede Alys ridendo.

“Oddio, ti prego, non ricordarmelo” continuo ridendo.

Qualche estate fa, quando eravamo al mare, io, Alys e i due gemellini, ci siamo nascosti, non facendoci trovare da Bryan. Lui ha girovagato per tutta la spiaggia per almeno un'ora e noi lo guardavamo ridendo. Quando gli siamo apparsi davanti ridendo, sembrava volesse ammazzarci da come ci fulminavo con lo sguardo.

“Alla fine non mi ha parlato più per due giorni” le dico sorridendo.

“A me, almeno una settimana e mezzo!” esclama Alys, facendomi ridere.

“Scusate, posso portare via i piatti?” un cameriere interrompe le nostre risate e noi annuiamo, facendogli capire che può portare via i nostri piatti “Posso portarvi qualcosa da bere?” chiede quando ha preso i piatti.

“Sì, due birre, come queste che ci hai dato prima, grazie” rispondo io sorridendo.

“Wow due birre in una sera! Ci vai giù pesante Ray” mi riprende Alys.

“Ti prego Alys. Prima cosa, sono al College e me lo voglio godere. Seconda cosa, la più importante, non ho mia mamma, che al rientro mi fa l'alcol test per vedere se ho bevuto” esclamo prendendo la birra che il cameriere ci sta porgendo.

“Ti immagini trovare tua madre con l'alcol test al nostro rientro in camera?” chiede Alys.

“No ti prego, non dirlo. Conoscendola potrebbe farlo” scaturisco una risata da parte di Alys, alla quale, poi mi aggiungo pure io.

Dopo un'ora e quarantacinque minuti io ed Alys, rientriamo in camera. Il tempo di metterci il pigiama, lavarci i denti e mettere il telefono sotto carica, che siamo già sotto le coperte di nuovo nel mondo dei sogni.

Una canzone d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora