Capitolo 16.

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“Ciao” la mia lettura sotto l'albero, viene interrotta da Ethan.

“Ciao” chiudo il mio libro preferito e mi giro verso di lui, che si è seduto al mio fianco.

“Come stai?” mi chiede.

“Bene” sorrido.

“Cosa fai questa sera?”.

“Niente. E' sabato sera e non faccio niente. Probabilmente mangerò come una scrofa, mentre leggo” indico il mio libro.

“Che ne dici di venire con me a cena fuori?” propone.

“O...okay” adesso il mio cuore sta facendo una capriola, anzi due, anzi infinite capriole.

“Passo da te alle 20.00 vestiti elegante” mi lascia con un bacio sulla guancia. Prendo velocemente tutte le mie cose e mi dirigo verso la mia camera, a passo spedito.

“Questa sera Ethan mi ha invitata a cena fuori!” entro sbattendo la porta,e
spaventando Alyssa.

“Cosa?!” quest'ultima si alza e si avvicina a me “ripeti, che penso di aver sentito male”.

“No, hai capito benissimo. Questa sera io ed Ethan usciremo insieme” la abbraccio d'istinto.

“A che ore ti passa a prendere?” mi chiede staccandosi.

“Alle 20.00”.

“Allora dobbiamo iniziare subito a prepararci. Ti ha detto come ti devi vestire?” si avvicina velocemente al mio armadio.

“Elegante”.

“Fila in bagno. Fatti una doccia. Dopo che avrai fatto la doccia ti farò la ceretta, poi ti farai una maschera, poi sceglieremo insieme il vestito ed infine ti truccherò. Ma adesso FILA IN BAGNO” mi indica il bagno con l'indice e io mi ci rinchiudo dentro.

Non ne uscirò viva. Aiuto!

Dopo mezz'ora sono sdraiata sul mio letto, mentre Alyssa, è impegnata a strusciarmi le sue mani sulle gambe, impegnata con la ceretta.

“Ahia Alys! Fai piano, mi fai male!” le urlo contro, quando lei strappa troppo forte una striscia sulla mia gamba.

“Chi bella vuole apparire, un po' di male deve soffrire” mi dice, tornando a strapparmi un'altra striscia, più forte di prima ed io d'istinto, le tiro uno schiaffo sulla nuca. “Okay ho capito. Faccio più piano” si lamenta.

Finalmente, dopo un'ora ha finito di farmi quella stupida ceretta. Mi ha fatto patire le pene dell'inferno.

“Cosa avresti intenzione di metterti questa sera?” mi chiede Alyssa, davanti al mio armadio.

“Pensavo di mettermi i pantaloni neri a zampa di elefante e-” mi stoppa subito.

“No! Ti vieto di metterti i pantaloni” inizia ad ispezionare tutto il mio armadio. “Questo tubino rosso”.

Provo a protestare, che secondo me è troppo eccessivo, ma lei subito mi interrompe “non è troppo, devi anche lasciarti andare delle volte, non sei una suora di clausura!” mi urla contro “adesso prendi questo vestito e te lo metti!” mi rimprovera.

Con uno sbuffo, le strappo il vestito di mano e lo infilo, davanti a lei. “Come sei bella. Forza trucchiamoci! Questa sera sarai una bomba sexy!” esclama per poi dirigersi verso la sedia della mia scrivania e per poi farmi sedere a forza. Inizia a fare il suo lavoretto da make-up artist.

“Wow. Ma è bellissimo” dico stupita guardando allo specchio il capolavoro che Alyssa ha fatto sulla mia faccia con il trucco. La vedo sorride dal suo riflesso.

“No. Non è bellissimo. Sei tu ad essere bellissima, e sei altrettanto tu a renderlo bellissimo. Sicuramente se fosse stato fatto su di me, non renderebbe come fa con te” la guardo e le sorrido, come per ringraziarla per le belle parole le dò un bacio sills guacia.

Continuiamo con la mia preparazione. Alyssa mi arriccia le punte dei capelli con il ferro e poi mi fa mettere un paio di tacchi altissimi.

“Se mi rompo un piede, stai certa che ti denuncerò” la minaccio.

“Quanto la fai tragica. Sono solo un innocuo paio di tacchi. Tanto starete la maggior parte della serata seduti, oppure a fare altro” ammicca con un sorrisetto sghembo.

“Sta zitta deficiente” preparo la borsa con tutto il necessario.

Dopo dieci minuti sono nel cortile del College con Ethan. Abbiamo deciso di
arrivare al ristorantino nel quale ha prenotato, a piedi.

“Stai molto bene vestita così” inizia a parlare Ethan.

“Grazie mille. Pure tu non sei male. Stai molto bene vestito elegante” mi fermo per sistemargli il colletto della camicia bianca, che ha messo per l'occasione.

“Bello il trucco” mi fa notare, quando mi guarda meglio in faccia, siccome sono davanti a lui.

“Grazie. Mi ha truccata Alyssa. E' molto brava nel trucco”.

“Tu invece? Sei brava a truccarti?” mi chiede.

“Oh no. Per niente. Io e Alyssa siamo sempre state l'opposto. Lei è brava a vestirsi bene, truccarsi, ad essere sempre perfetta e impeccabile, mentre io non lo sono mai stata. Mi sono sempre piaciute cose diverse dalle sue. L'unica cosa nella quale ci
siamo ritrovate, è lo sport. Abbiamo sempre praticato lo stesso sport” sorrido al ricordo di me e Alyssa piccole.

“Quale sport avete praticato?” adesso Ethan si sta incuriosendo.

“Abbiamo sempre praticato la ginnastica artistica”.

“Si vede dai vostri fisici. Per quanto tempo la avete praticata?” mi chiede.

“La abbiamo praticata per troppo tempo. Abbiamo iniziato alla tenerà età di quattro anni e la abbiamo lasciata prima dell'inizio di quest'estate. Non ce l'avremmo mai
potuta fare con il College e lo studio. Quindi abbiamo parlato e abbiamo deciso di fare le cheerleader qui al College” gli spiego.

“Sono felice che voi due abbiate trovato un modo per essere vicine al vostro sport preferito” mi sorride d io faccio lo stesso.

Mi trovo veramente bene a parlare con lui.

“Questo ristorante è ancora molto lontano? Perché questi cosi che le ragazze chiamano tacchi, mi stanno letteralmente uccidendo i piedi” gli faccio notare i tacchi chilometrici ai miei piedi.

“Sì, è ancora molto lontano. Ma se preferisci possiamo tornare indietro al campus e prendere la macchina” inizia di già a tornare indietro.

“No, stai tranquillo. Casomai dopo inizierò a camminare scalza” dico facendolo ridere.

“Buona idea. E' molto comodo camminare scalzi” mi prende in giro.

“Ehi! Non si prendono in giro le ragazze che si invitando ad un appuntamento!” gli tiro un pugno amichevole sul braccio.

“Guarda che così mi fai male. Poi ti tocca guidare fino all'ospedale, perché il braccio mi fa male” continua a prendermi in giro.

“Sei un deficiente Ethan!” lo spingo lontano da me.

“Si brava, continua così. Fammi cascare, così poi al braccio rotto, si aggiunge anche un trauma cranico” fa finta di rimproverarmi.

“Oddio quanto la fai tragica... Speriamo non accada mai. Facciamo le corna” faccio il gesto con le mani e lui scoppia a ridere. “Perché ridi?” gli chiedo, infastidita.

“Sto ridendo di te” dice tra le risate, non riuscendo a placarle.

“Sentiamo. Perché sarei così tanto divertente” chiedo spiegazioni, ancora più infastidita di prima. Nessuno è dico NESSUNO può prendermi in giro.

“Perché somigliavi a mia nonna quando hai detto 'Speriamo che non accada mai. Facciamo le corna'” mi prende in giro.

Sto per ribattere, ma la mia risposta forse non arriverà mai, perché in quel momento, un deficiente svolta l'angolo della strada a tutta velocità, e se non fosse per Ethan che mi prende al volo e mi butta a terra, a quest'ora sarei sotto quella macchina.

Sfortunatamente però, picchio la testa e l'unica cosa che sento prima di svenire, è la voce di Ethan che chiama insistentemente il mio nome, ma non posso rispondergli, perché inizio a vedere tutto nero, fino a quando non svengo lì tra le sue braccia.

Una canzone d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora