Capitolo 6.

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“Forza muovete quei culi, non ho tutto il pomeriggio per stare dietro a voi!” urla la capo cheerleader, quando i giocatori di arrivano nel campo, per iniziare l'allenamento.

Alex ed Ethan ci salutano e noi contraccambiamo il saluto.

“Dai su, per oggi può bastare, ci si vede domani, per il prossimo allenamento” urla di nuovo Nina, la capo cheerleader. “Adams, Reyes, brave, state facendo molti
progressi nonostante sia il vostro terzo allenamento” si congratula lei.

“Grazie Nina, ci stiamo impregnando molto, per non farti fare una brutta figura nella prossima partita di basket” le dico sorridendo.

Oggi è il terzo allenamento di cheerleading di me e Alyssa. La prossima partita di basket è tra tre settimane e Nina, la scorsa volta, ci ha detto che forse riusciremo a ballare per l'inizio della partita anche noi due.

“Tranquille, non vi preoccupate per le brutte figure, nel caso non siate pronte per la partita di basket, ci potrete riprovare la settimana successiva con quella di football”
ci tranquillizza con un sorriso, mentre saluta il resto delle cheerleader.

“Okay, grazie mille. A domani” la salutiamo e lei fa lo stesso. Andiamo nello spogliatoio e ci facciamo una doccia.

Dopo mezz'ora, usciamo dagli spogliatoi femminili e ci mettiamo sedute sugli spalti per vedere l'allenamento di Alex ed Ethan, come facciamo dopo ogni nostro
allenamento. Passiamo il tempo a guardare l'allenamento, delle volte, facciamo anche apprezzamenti sui giocatori e parlando del più e del meno.

Finito il loro allenamento, ci avviciniamo alle panchine. “Ehi, sono arrivate le nostre fan numero uno!” esclama sorridente Ethan, prima di prendere un sorso dalla borraccia.

“Eccoci qui” sorrido indicando prima me e poi Alyssa.

“Ah ma allora è vero. La mini Adams al Boston College” mi si avvicina il coach di basket, che solo dopo riconosco.

“Ciao Eliot, come va?” gli chiedo andando ad abbracciarlo.

“Ciao Raylee, ciao Alyssa. Io sto bene, tu?” mi chiede di rimando, dopo che Alyssa lo ha salutato.

“Bene bene. Alexis e Celine, invece come stanno?” gli chiedo del migliore amico di mio fratello e e sua moglie.

“Loro stanno bene. Invece Bryan, Robert e il resto della comitiva?” mi chiede.

“Stanno meglio di te. Vedo che ti è cresciuta un po' di buzzetta” lo prendo in giro ridendo.

“Vedi a come parli Adams, sono un coach, quindi un tuo superiore e posso farti sospendere in due secondi” mi riprende.

“Via su Elli Elli, non farai mica sospendere Ray” gli faccio gli occhi dolci.

“Certo che no stupida – mi pizzica una guancia scherzosamente – ma non hai sempre odiato questo nomignolo?” mi chiede riferendosi al nomignolo Ray.

“Sì, in effetti preferisco rossa, ma dalla famiglia mi sono sempre fatta chiamare Ray” gli ricordo e lui annuisce.

“Via su, adesso ti lascio andare, io devo tornare a casa. Marianna sta per partorire e le devo fare assistenza” mi dice. Marianna è la sorella di sua moglie, avrà si e no quarant'anni.

“Congratulazioni, falle gli auguri da parte mia e salutala. Saluta pure Alexis e Celine” lo saluto con la mano, mentre lui se ne va.

“Conosci il coach Smith? E lui è stato dolce?!” urla un compagno di squadra di Alex ed Ethan rivolto a me.

“Sì, mi conosce da quando sono nata. E' il migliore amico di mio padre e mio fratello è cresciuto insieme a suo figlio” spiego. “E con me è sempre stato dolce”.

“Fortunata, a noi urla e basta” si lamenta uno della squadra.

“Adesso andiamo a cambiarci, poi andiamo a cena?” chiede Ethan e io e Alyssa annuiamo. Loro entrano negli spogliatoi maschili, mentre io ed Alys, ci dirigiamo di nuovo verso gli spalti.

I ragazzi ci mettono molto meno di noi ad uscire dagli spogliatoi e insieme, ci dirigiamo fuori dal College, e imbocchiamo la strada verso il solito pub. Ormai ci andiamo almeno due o tre volte alla settimana.
Abbiamo fatto amiciazia anche con i
camerieri.

Torniamo in camera prima delle dieci, poiché domani abbiamo scuola. Io mi fiondo in bagno per prima. Mi metto il pigiama e mi lavo i denti. Torno in camera con i capelli raccolti in una leggera treccia laterale e infagottata nel mio pigiama con i pinguini sopra.

Noto Alyssa sdraiata sul suo letto, mentre sorride al telefono. Mi avvicino di soppiatto. “Con chi ti scrivi?” le chiedo, facendola spaventare.

“Ma sei scema?!” mi chiede quando si è ripresa dallo spavento “ma ti sembra questo il modo di avvicinarti?!” mi chiede ancora più arrabbiata, quando nota che ho
iniziato a ridere.

“Scusa, ma lo sai che è più forte di me. Comunque ti ho fatto una domanda, e
gradirei una risposta. Con chi ti stavi scrivendo?” le chiedo spazientita.

“Fottiti!” mi tira un cuscino addosso. “E comunque non mi stavo scrivendo con nessuno” mi dice.

“Si e io sono la regina Elisabetta, dalla a bere a qualcun altro. Con chi ti stavi
scrivendo?” le chiedo.

“Con Alex” sussurra talmente piano che a momenti non la sento.

“Cosa?!” le chiedo per farle alzare la voce, anche se ho capito benissimo cosa ha detto.

“Mi stavo scrivendo con Alex” urla questa volta “contenta?” mi chiede abbassando lo sguardo.

“Avevo capito benissimo, volevo solo sentirtelo dire più forte. Dai su racconta... Come è successo?” le chiedo mettendomi al suo fianco.

“Boh, sinceramente non lo so neanche io. Solo che quando sono svenuta, e lui mi ha fatto compagnia, mentre tu eri a mangiare fuori con Ethan, ci sono stata molto bene” mi dice con un sorriso quasi malinconico, tenendo sempre lo sguardo basso.

“Sento che c'è un ma...” le dico preoccupata.

“Non sono abbastanza per lui” rivela e quando alza lo sguardo, vedo che i suoi occhi sono lucidi.

“Ma che cavolate spari?” le dico duramente, ma quando mi rendo con del tono che ho usato, mi correggo.

“Non sei abbastanza per lui? Sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto, tutti ti adorano. Sei dolce, bella e simpatica. Hai tutte le
qualità che un ragazzo come Alex può pretendere da una ragazza. Non so perché tu ti ostini sempre a dire di non essere abbastanza per un ragazzo, quando ne conosci
uno” le dico dolcemente.

“Perché non mi comporto bene con la mia famiglia” mi rivela, mentre le lacrime che avevano iniziato a scendere sul suo viso, si fanno sempre più veloci.

“Hai solo attraversato un momento di incomprensione con i tuoi genitori. Quando un giorno sarai pronta, andremo a parlare con loro, per fargli capire che per te non ci sono stati molto. E quel giorno sarò al tuo fianco, adesso devi pensare a te e alla tua felicità” le dico, mentre lo schermo del suo telefono si illumina, segnalando l'arrivo di un messaggio.

La mia amica lo prende con meni tremanti, continuando a piangere “E' Alex” sussurra. “Mi chiede se domani voglio andare a pranzo fuori con lui” la sua voce trema.

“Vai e per una volta pensa ad essere felice, quando sarai felice con Alex, penseremo a parlare con i tuoi” le dico e la interrompo prima che possa aprire bocca “pranzerò con Ethan e la squadra di basket, tu divertiti, mi aggiorni poi domani sera. E sì, ti
preparo i vestiti domani mattina, non preoccuparti” le dico, prima che lei possa solo aprire bocca.

Mi abbraccia di slancio “sei la migliore. Ti voglio troppo bene. Grazie mille volte, stai facendo tanto per me da sempre” mi sussurra.

“Per la mia migliore amica solo il meglio, muovetevi a mettervi insieme, così poi potrà entrare a far parte della famiglia” la prendo in giro, facendola ridere.

“Tu invece con Ethan?” mi chiede con un sorrisetto sghembo.

“E' molto bello, ma siamo solo amici” le dico.

“Sì sì, dicono tutti cosi. Poi si sposano e fanno tanti bei fagottini di carne” mi prende in giro “ci penseremo dopo a questo, così la famiglia si allargherà ancora di più” mi prende in giro.

“Ma va stupida. Vai a prepararti e andiamo a dormire, che primo sono stanca e secondo domani hai un appuntamento. Per il mio accoppiamento con un maschio ci
penseremo poi” le do un piccolo schiaffo sulla nuca e mi infilo nel mio letto.

La adoro, non so cosa farei senza di lei.

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