Laila
«Natan, devi metterti il pigiama»
Gli porgo una maglia ma lui fa segno di no con la testa.«Mettimelo tu»
Bofonchia, guardandomi con un sorriso ebete e la testa piegata di lato.Mi lancia la maglia ed io non posso fare altro che ridere, scuotere la testa e alla fine assecondarlo.
Lo sento trattenere il respiro mentre le mie dita incerte cercano l'orlo della felpa che indossa per sollevarla.
Quando sfioro la sua pelle, all'altezza dell'ombelico e del sentiero di peluria scura che si addentra più in basso, lui chiude gli occhi e si lascia sfuggire un suono roco di apprezzamento.
Mette la mano sulla mia, per tenerla ferma qualche istante e quando mi lascia andare è come se avessi toccato un carbone ardente.
Tutto in me va a fuoco.Cerco di ignorare i brividi e di non pensare a quando siamo stati insieme, alla sua mano che stringe la mia, al mio corpo sotto al suo.
Non c'è traccia delle ombre di Valt in questo momento.
Natan è il mio sole personale...Gli sfilo la felpa da sopra la testa, scompigliando i suoi capelli neri e ribelli, un po' lunghi sulla fronte.
Il suo corpo è la cosa più bella che abbia mai visto: il torace è ampio e leggermente abbronzato ed i suoi muscoli sembrano scolpiti nella pietra.
Lo guardo così a lungo da lasciargli intuire i miei pensieri.
«Vieni qua»
Mormora, con voce ruvida, indicando la metà di letto libera.«Non se ne parla»
«Smettila di fare la finta dura con me»
Quando sorride sembra un ragazzino dispettoso.
«Io non faccio finta...»
Dico, fingendomi seria mentre Natan continua a giocare.
«Sì, certo. Vieni qua»
«E va bene...ma non farti strane idee. Niente sbaciucchiamenti, niente coccole e cose da compagni...Che schifo»
Natan ride e mi stringe ancora di più a sé, abbracciandomi da dietro e inspirando l'odore dei miei capelli.
«Che ne dici di un po' di sesso selvaggio allora?»
Gli mollo una gomitata nelle costole, facendomi quasi male da sola.
«Idiota»«Mmm, che bello quando mi insulti»
«Ma non hai sonno?» borbotto.
«Con te vicino mi è particolarmente difficile dormire» Mormora contro il mio orecchio, mentre con la mano mi sistema una ciocca di capelli.
Sorrido contro il cuscino, in un modo in cui non pensavo di essere capace.
«Se vuoi c'è il divano» lo provoco, voltandomi verso di lui appena in tempo per vederne l'espressione contrariata.
«Non se ne parla» dice, stringendomi ancora di più e accarezzandomi il volto con la sua dolcezza impacciata. «Il letto è troppo comodo»
Mi fingo offesa.
«Sapevo che eri solo un opportunista» scherzo, mentre le sue mani mi sollevano lentamente l'orlo della maglia e scoprono i miei fianchi.
Gli occhi verdi brillano di nuovo e gli sfugge un rauco verso di eccitazione. Il suo respiro adesso è irregolare e, più le sue mani calde mi sfiorano, più lo diventa anche il mio.«Natan...»
Sentirmi pronunciare il suo nome non fa altro che peggiorare la situazione.
Con le dita percorre il tratto di pelle cicatrizzata che ho sul fianco, senza fermarsi quando provo ad afferrargli il polso.«Natan...»
Sembra sordo ad ogni cosa eccetto il suo istinto. Emette un verso pieno di rabbia e chiude gli occhi, mentre la sua mano si apre sul mio fianco, come a voler annullare quello che Valt mi ha fatto.
Mi ritornano in mente le parole di Kael...
Di Natan era rimasta solo la bestia.
Aveva perso il controllo.
Lo sento ringhiare in modo furioso, impotente, frustrato...E poi noto le zanne che iniziano a spuntare fuori.
«Ei...Natan...»
Non ho paura di lui. So che non mi farebbe mai niente di male. Lo so e basta. Eppure...
«Natan...guardami!»
Scuote la testa e ringhia più forte, spostandosi sopra di me e tenendosi sulle braccia.Le sue labbra mi sfiorano l'incavo del collo e la sensazione delle sue zanne contro la mia pelle mi fa irrigidire e spalancare gli occhi.
Una parte di me rivede quella notte, ne rivive il trauma. Un'altra parte, invece, nel profondo non desidera altro che avere quel morso...
Sentirsi sua.
Eppure non in questo modo.«So che non tu non sei così...» mormoro, con la voce che trema mentre cerco il suo sguardo.
«Natan...»
Lui si blocca, si allontana leggermente e inorridisce quando si rende conto di aver perso il controllo.
«Io...»
Rotola dall'altro lato del letto e si prende la testa tra le mani. Quando mi avvicino resta immobile.
«Devi starmi lontana»
Non mi muovo di un millimetro e gli sposto le mani dal volto, quel tanto che basta per leggere il dramma impresso in quegli occhi verdi, ora pieni di sensi di colpa e tormenti. Gli passo una mano tra la barba ispida e lui ne bacia il palmo, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi accarezzare.
«Scusa» dice, con la voce in mille pezzi.
«Va tutto bene...» mormoro, con tutta la dolcezza di cui sono capace, mentre mi siedo su di lui, con le gambe attorno ai suoi fianchi.
Lo sento trattenere il respiro come per mantenere una parvenza di controllo, mentre le sue braccia mi afferrano la vita.
«Laila, non devi...»
Gli sorrido e ne bacio la linea squadrata della mascella fino a raggiungere le labbra. Quando mi stacco lui è quasi incredulo.
«No, non devo» sussurro, aggrappandomi alle sue spalle «...Voglio»
Lo sento emettere un verso roco e maschile, mentre la sua eccitazione cresce e fa tendere i pantaloni del pigiama che indossa.
«Voglio te, Natan» dico, facendone capitolare definitivamente le difese.
«Voglio tutto di te...»
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LONE WOLF - NATAN
Werewolf«Mio fratello è l'essere più testardo e orgoglioso sulla faccia della terra...E tu lo hai rifiutato» Nel dirlo gli sfugge un sorriso sghembo. «Io non sono fatta per stare con qualcuno» sbotto. «Che potrei mai dargli, a parte i miei drammi?» «Lail...