Laila
Si dice che la parte più primitiva del nostro cervello provi solo due istinti: mordi o fuggi.
E per la prima volta nella mia vita, decido di mordere. E di lottare per quello che voglio. Anche se questo significherà rischiare di perderlo, o di soffrire...
Natan è mio.Mi spaventa la semplicità con cui riesco ad ammetterlo a me stessa, mentre il mio lupo ringhia e gli artigli si allungano in modo minaccioso.
Natan si accorge di me dopo qualche istante: i suoi occhi verdi sono famelici e tristi mentre me li punta addosso.
Mi guarda come se mi stesse implorando di impedirgli di continuare ed odiando allo stesso tempo. Mi guarda come per dire che l'ho voluto io. Che è colpa mia.
Mi guarda nonostante ci sia un'altra femmina avvinghiata al suo corpo, con le mani ovunque e l'aria fin troppo vogliosa.Nonostante tutto lui guarda solo me.
«Ei tu!» le ringhio contro «Hai due secondi per togliere le mani di dosso dal mio compagno!»
Cazzo, l'ho detto.Lei si volta controvoglia, con un'espressione irritata sul volto.
Più muove le sue mani sul petto di Natan più i miei artigli premono per uscire.Natan sfodera uno strano sorriso compiaciuto, incredulo e sorpreso.
«Uno...» grido, guardandola con aria di sfida. «Due...» stavolta digrigno i denti e la voce esce affilata e minacciosa. Natan emette uno strano verso divertito.
La ragazza in tutta risposta non si muove di un millimetro.
Credo voglia provocarmi.
Bene.
Mostro le zanne e sto quasi per andarle contro quando Natan la sposta come se fosse senza peso.«Qualcuna è gelosa?»
Biascica, con un sorriso ebete, mentre si alza dal divanetto e muove qualche passo barcollante verso di me. Odora di alcool e sembra aver perso quasi del tutto la lucidità. I suoi occhi i verdi brillano in modo innaturale.«Natan, andiamo ti riporto a casa»
Lo trascino fuori ma lui sembra ostinato a opporre resistenza.
«Dammi le chiavi della tua macchina, dai»Scuote la testa, con un sorriso dispettoso e me le tende sopra la testa, in modo che io non possa arrivare a prenderle.
«Ripeti quello che hai detto»
«Dammi le chiavi della macchina?» chiedo, con sarcasmo.
Scuote la testa in modo deciso.
«Non ho voglia di fare giochetti Natan»
Lui si adombra e mi si avvicina fino a spingermi contro la portiera della sua jeep scura. So di essere al sicuro con lui, eppure vorrei che tornasse in sé.
Mi si getta addosso e mi stringe forte tra le braccia, come se si fosse trattenuto dal fare quel gesto fin troppo a lungo ed ora non ne potesse più. Chiude gli occhi, inspira nell'incavo del mio collo e la sua barba mi sfrega la pelle, dandomi un brivido che rievoca le sensazioni di quando siamo stati insieme. Gli accarezzo la guancia, in modo dolce e compassionevole.
Sono io ad averlo ridotto così...«Hai detto che sono il tuo compagno» Mormora, con voce ruvida.
«Dimmelo ancora. Voglio essere sicuro di non averlo immaginato...»
Alzo gli occhi al cielo e sospiro.«Natan, dobbiamo andare a casa»
Emette un verso di protesta e di nuovo i suoi tratti di lupo sembrano sul punto di venire in superficie. Gli occhi verdi brillano e le zanne iniziano ad emergere.
«Casa mia è dove sei tu» dice, in modo triste.
Gli prendo la testa tra le mani e gli dò un leggero bacio sulle labbra, quel tanto che gli basta per rispondere con tutta la sua irruenza e la sua frustrazione. Quel tanto che gli basta per lasciarmi senza fiato.
Mentre la sua lingua e la mia non riescono a smettere di cercarsi, mi prende la mano e la conduce fino alla tasca dei pantaloni. Inizialmente non capisco le sue intenzioni, poi sento la chiave metallica..Si sfrega contro il mio collo e la sua testa rimane nascosta nei miei capelli, come se si vergognasse di sé stesso, come se fosse a pezzi. Ne accarezzo i capelli e la schiena.
Natan mi è sempre sembrato una roccia invincibile.Non ho mai considerato l'idea che potesse essere lui ad aver bisogno di un appiglio durante le tempeste...Né tantomeno che quell'appiglio potessi essere io.
«Portami a casa» sussurra, quasi implorante, aggrappandosi a me.
STAI LEGGENDO
LONE WOLF - NATAN
Manusia Serigala«Mio fratello è l'essere più testardo e orgoglioso sulla faccia della terra...E tu lo hai rifiutato» Nel dirlo gli sfugge un sorriso sghembo. «Io non sono fatta per stare con qualcuno» sbotto. «Che potrei mai dargli, a parte i miei drammi?» «Lail...