AS COLD AS SNOW ☽

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Laila

Ho corso fino a che ho potuto. Ma ora la neve sembra attirarmi a sé, come un morbido giaciglio.

Sono scappata dal mostro che vedevo nello specchio e ho finito per incontrare un mostro ancora peggiore. Valt.
All'inizio era stato comprensivo, mi aveva dato alloggio e protezione. Poi aveva cercato di...

Rabbrividisco al solo pensiero, osservando il mio sangue che si espande sulla neve e fuoriesce dalla ferita sul fianco. Esattamente nel punto dove le zanne di Valt hanno perforato la mia pelle...

Ho scoperto da poco di essere un lupo ma non basterà la mia forza animale per guarire...E ad ogni modo, anche se ci riuscissi, sono sconfinata nelle terre di un branco che presto mi riconoscerà come un'intrusa e mi ucciderà.

È per questo che Valt non mi ha inseguita fin qui.

Sento le zampe tremare e infine cedere. Non oppongo resistenza. Mi lascio cadere a terra, sulla neve gelida.

Ho freddo, il che è insolito per quelli della nostra specie.

Respiro lentamente, cercando di richiamare le forze e cercando di radunare dei ricordi felici.
Mi sfugge una smorfia.
Non ne conto molti.

Avrei voluto avere più tempo.
Non morire da sola.
Il che è stupido perché ho affrontato da sola tutta la mia vita, senza bisogno di nessuno.

Laila, tu respingi gli altri... Ecco perché non hai amici.
Diceva sempre la Suora dell'orfanotrofio.

Lancio un grido o forse un ululato.
Non so più in che forma sono, tutto si annebbia e l'unica cosa chiara è l'espandersi veloce, troppo veloce, della pozza di sangue che dal mio fianco si allarga sulla neve candida, macchiandola irreversibilmente.

Se non altro, se ora finisse tutto, sarei comunque libera.

Sorrido a quel pensiero e getto la testa a terra, stringendo i denti per il dolore della ferita.

Un morso d'accoppiamento, almeno in teoria. Almeno finché io non ho opposto resistenza.

Perché non voglio essere di nessuno, ma questo nella mia specie non è visto di buon grado.

Valt mi aveva trovata e di conseguenza aveva pensato di poter vantare delle pretese su di me.

Il mio rifiuto l'ha offeso fino al punto di ferirmi volontariamente mordendomi più a fondo del dovuto.

Tu, aveva ringhiato, sei solo una sporca randagia. Saresti dovuta essere onorata di diventare mia.

A quel punto, non sono certa del come, ero riuscita a fare qualcosa per allontanarlo.

In realtà non è detto che non torni a prendermi, che non mi abbia seguito, che non sia qui anche ora...Per finire il lavoro.

Rabbrividisco a quel pensiero e mi rannicchio su me stessa, abbracciando le gambe.

Sono in forma umana. Sento la pelle liscia e gelida, che riluce debolmente alla luce lunare ed è insolitamente più pallida del mio solito incarnato.

Anche i capelli neri sono ora sparsi sulla neve, come i tentacoli di un mostro che mi sta per trascinare nell'oscurità.

Chiudo gli occhi e attendo che tutto si calmi.

Ma invece del silenzio, sento un rumore di artigli che affondano nella terra.

Artigli che afferrano ogni cosa al loro passaggio, distruggono, dilaniano.

Con le ultime forze faccio leva sulle braccia e mi porto a sedere, avvertendo una fitta lancinante.

Alzo la testa, in un ultimo sfoggio d'orgoglio, e spalanco gli occhi verso la figura che si è fermata a pochi passi da me.

Un lupo enorme, con le fauci spalancate, il naso che getta nuvole di respiro nell'aria gelida e i muscoli tesi, pronti a scattare.

È un maschio della nostra specie, un esemplare forte.

Dalla sua stazza potrebbe essere benissimo un alfa, ma non lo è.

Forse non gli interessa.

Di sicuro ora i suoi occhi verdi, minacciosi e intensi, sono puntati su di me.

Quindi è così che arriverà la fine.
Mi sta bene.

La vista si appanna di nuovo e crollo a terra.

Ho lottato e ho vinto la mia libertà. Una libertà breve, certo, ma pur sempre bellissima.

LONE WOLF - NATANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora