SECRETS ☽

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Laila

La camera è in penombra e Natan è seduto di spalle, davanti alla finestra. So che ha avvertito la mia presenza, eppure non si volta.

L'unico rumore è quello dei nostri respiri e delle assi del pavimento che scricchiolano mentre mi siedo accanto a lui. Gli poso una mano sulla schiena ma, di nuovo, nessuna reazione.

«Ei» mormoro, cercando di incontrarne lo sguardo «Che succede?»

Natan non dice nulla e ho come l'impressione che nascosto in quel silenzio ci sia del dolore. Ho come l'impressione che stia alzando la sua corazza per nascondere le sue fragilità.

«Puoi dirmi tutto, lo sai»

Lentamente si volta verso di me e mi lascia leggere un po' della sua disperazione. In quegli occhi verdi c'è davvero tanta luce, malgrado lui si stia sforzando di farmi vedere solo le ombre. Gli prendo la mano e la stringo.

«Oppure possiamo stare in silenzio a guardare la neve che scende» dico, posando la testa sulla sua spalla. Natan sorride debolmente, ma non si sposta né mi allontana.

«C'è una cosa che non ti ho detto, Laila...» la sua voce taglia il silenzio solo dopo alcuni minuti, e sembra provenire da davvero molto lontano.

Non voglio forzarne i tempi: so quanto sia difficile distillare i dolore e concentrarlo in una manciata di parole nella speranza che qualcuno capisca. Le parole riassumono, non rendono giustizia ad alcuni sentimenti.
Quindi semplicemente aspetto.

«Ho un figlio»

Lo dice tutto d'un fiato, come se fosse sfinito e la sua mano si sfila dalla mia presa per raggiungere la sua testa. Natan si accartoccia su se stesso e io mi sento cadere a pezzi.
Non come un'esplosione, più come un lento decadimento che porta via le mie speranze di felicità una dopo l'altra.

Vorrei dire tante cose e allo stesso tempo mi ritrovo senza parole e con una marea di sentimenti contrastanti.
Un casino che neanche Rose, con tutte le sue capacità empatiche, sarebbe in grado di leggere.

«E ora dov'è?» chiedo, dando voce solo ad una delle mie tante domande.

Sospira, abbassa le spalle e continua a guardare la neve come se quel bianco potesse lavare via tutto.
«Non lo so, Laila»

Immagino un bambino dagli occhi verdi e l'aria triste.
La stessa aria triste dei miei occhi viola tra le mura del collegio in cui sono cresciuta. Gli orfani erano soli, ma sapevano il motivo almeno. Io invece ero uno scarto, qualcosa che neanche i miei genitori avevano voluto. E questo mi tormenta ancora adesso...

«Accadde undici anni fa, dopo la trasformazione» dice, perso nei ricordi «Volevo solo andare via...»

Scoppia in una risata amara.

«Ero in collera con mio padre per essere sempre a lavoro, a occuparsi della Woodpack e dei branchi....per aver lasciato me, Kael, Hyden, Alec e Adam da soli...»

Confessa, con una smorfia.

«Così scappai. Il branco mi cercò per mesi, fino a rassegnarsi all'idea che mi fosse capitato qualcosa di orribile...Passai le prime notti a dormire alla stazione, poi dove capitava...e alla fine incontrai Saskia»

Quel nome mi fa male, in qualche posto indefinito tra cuore e stomaco. Mi fa male pensare a quanto possa aver significato per lui. Mi fa male anche solo per il modo in cui lo pronuncia.

Immagino una ragazza bellissima e un giovane Natan perso di lei...

«Persi la testa»
Sento un paio di lacrime che iniziano a scendere lungo le guance.
Natan prova a stringermi la mano ma la ritraggo.

«Non era la mia compagna...» dice, guardandomi. «Con te è diverso...»

«Continua...» dico, senza riuscire più a credere a niente. Senza più certezze.

«Ad ogni modo...La seguii fino in Transilvania. Ero convinto che mi amasse, avevo bisogno di crederlo...Ma in realtà le serviva solo un lupo forte da aggiungere al loro branco di sanguinari. Razziavano villaggi e derubavano la gente. Sotto la sua influenza mi ero trasformato in una bestia senza pietà...Avrei fatto tutto per lei...»

Inizio a tremare, con le lacrime che ormai scendono senza sosta.
Tutto.per.lei.

«Natan, per favore smettila»

«Fammi finire, ti prego»

Mi attira a sé combattendo contro la mia resistenza.

«Ero giovane, stupido e facilmente manipolabile. Saskia aveva calcolato tutto: voleva un figlio, voleva assicurarsi un nuovo guerriero forte tra i suoi lupi...
Quando scoprii che era incinta, qualche settimana dopo, Kael era appena venuto a riprendermi. Lui era l'unico a continuare a vedere del buono in me ed io non ebbi la forza di confessargli anche quello. Così scappai...»

«E non sei più tornato?»

«Solo una volta»

LONE WOLF - NATANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora