Rivelazioni

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Punto di vista di Lei.

Appena mi accorsi di baciarlo mi staccai velocemente da lui e scioccata lo fissai osservando il ghigno che prendeva forma sulle sue labbra "Che stavi facendo?" chiesi, ma con poca convinzione, avevo la testa come annebbiata e le palpebre pesanti, l'ultima cosa che vidi prima di crollare in un sonno profondo fu la sua lingua che si leccava le labbra compiaciuto.

Appena aprii gli occhi gemetti di dolore, ogni parte del mio corpo mi faceva male, ma soprattutto i polsi, che artigliati da quelle catene bruciavano come non mai, non riuscivo a capire come fosse possibile, ma ogni mio movimento provocava mille fitte di dolore, così mi costrinsi a stare ferma il più possibile.

Lo cercai con gli occhi e appena lo vidi in cucina la rabbia salì dentro di me: lo avevo baciato! Avevo baciato colui che mi aveva portato via da Jace, avevo baciato un mostro, avevo baciato il mio carceriere.

"Perchè lo hai fatto?" esplosi, sapendo che avrebbe capito a quello che mi riferivo, non riuscivo a pronunciarlo, non riuscivo a dire "perchè mi hai baciato?" non ce la facevo. Da lui non ebbi alcuna risposta e scoraggiata chiusi gli occhi, pensando alle nostre labbra che si incontravano, nel medesimo istante in cui si erano sfiorate avevo sentito una morsa allo stomaco e la mia mente si era come rivoltata a quel contatto, classificandolo come sbagliato, eppure il mio corpo lo desiderava, si sentiva..completa con lui e io non ne capivo il perchè. E Jace? Amavo Jace, e mi mancava più di ogni altra cosa, avevo bisogno di lui, dei suoi abbracci da perdercisi dentro, del suo tocco gelido che mi provocava brividi, dei suoi occhi azzurri, dei suoi capelli color dell'oro, del suo sorriso, del suo corpo, avevo bisogno delle sue mani sui miei fianchi, delle sue carezze, della sua dolcezza  delicatezza, del suo trattarmi come se fossi il cristallo più raro e prezioso. Avevo bisogno del suo vantarsi, anche di questo avevo bisogno e se solo mi avesse potuto sentire avrebbe sicuramente fatto quel sorriso che mi piaceva tanto e mi avrebbe presa in giro come solo lui sapeva fare. Volevo solo piangere, ma nessuna lacrima poteva lasciare i miei occhi ora che ero una vampira, o perlomeno metà, e forse, ora che lo ero, lui avrebbe potuto toccarmi anzichè sfiorarmi, senza paura di farmi del male o rompermi, avremmo potuto fare l'amore come..

"Basta!" ringhiò Harry, ed io aprii gli occhi immediatamente, trovandomelo davanti con gli occhi che ardevano come due tizzoni incandescenti "Smetti di pensare a lui! Smetti di pensare a quelle cose!" proruppe, ed io, la vista annebbiata dalla rabbia gli ringhiai contro "Non provarci! - urlai - Non provare a dirmi cosa devo o non devo fare, non provare a dirmi cosa devo o non devo pensare! Potrai anche obbligarmi a starmene qui in catene per il resto della mia vita, ma non mi farai dimenticare Jace, no, non ci riuscirai!". I suoi occhi fiammeggianti si fecero più vicini "Smettila di odiarmi, sprechi solo le tue energie, e non dovresti nemmeno farlo, anzi, dovresti ringraziarmi!" sputò a denti stretti, e io non ci vidi più, serrai i pugni e sorda al dolore che mi attanagliava il corpo alzai la testa ad affrontarlo.

"Non venirmi a dire di ringraziarti, okay? Perchè dovrei? Per avermi portata via dall'unica persona che mi accettava per quella che ero? Sono due anni che vivo sperando di morire, due anni che non ci sia un solo momento nel quale non mi sento in colpa per quello che è successo ai miei genitori. Ho perso tutto, lo capisci? Non ho più amici, ho dovuto cambiare città più volte, non ho rapporti, relazioni, non riesco a mangiare, ho tentato di uccidermi, ma niente, nulla ha funzionato! Sono costretta a sentire nelle menti degli altri la loro felicità, ad osservare i loro piani per il futuro e a sorbirmi la loro gioia mentre la mia si sgretola, mentre la mia realtà è fatta solo di pezzi! Tu non sai che vuol dire essere costretta a vedere i propri genitori ogni giorno e non poterli toccare, portarsi addosso un dolore che pesa come un macigno e non potersene liberare. Ho sopportato tutto questo fino a quando non è arrivato Jace, Jace che mi ha fatta sentire completa per la prima volta, che mi ha fatto vivere il presente togliendomi dal passato, che mi ha fatto riscoprire la felicità, la gioia di vivere, Jace che si preoccupa per me e mi obbliga  a mangiare, che per la prima volta non mi fa sentire un mostro, Jace che mi ama, e ora che avevo trovato tutto questo, ora che Jace era diventato la mia famiglia tu me lo porti via e io ti dovrei dire grazie? Oh no, mi spiace, ma non avrai altro che odio da parte mia!" dissi alzando la voce, che comunque suonò come la melodia più bella.

"Famiglia? Lui è la tua famiglia?" il suo tono era..affranto, e un velo di tristezza oscurò i suoi occhi "Non capirai mai" aggiunse e girandosi fece per andarsene. "Dove te ne vai?" gridai alle sue spalle, e lui senza nemmeno voltarsi continuò a incamminarsi verso l'uscita.

Lo odiavo, odiavo il fatto che non mi calcolasse, che mi ignorasse, lo odiavo per avermi portato via da Jace e per avermi baciata, e tutte quelle emozioni mi fluirono nel corpo come adrenalina allo stato puro "Vattene, vai a piangere da mammina, ma scommetto che nemmeno lei ti vuole, e come biasimarla?" proruppi, vedendolo girarsi immediatamente con gli occhi stretti a due fessure e i pugni serrati tanto che mi chiesi come potessero non disintegrarsi sotto quella forza micidiale. Quando parlò scandì le parole con una forza inimmaginabile "Non  parlare  di  mia  madre !". "Perchè? Ti ha lasciato? Se ti avessi avuto come figlio avrei fatto lo stesso!". Uno schiaffo mi colpì in pieno viso, facendomi voltare la testa. La parte colpita avrebbe dovuto pulsami dal dolore, ma non mi aveva benchè minimamente fatto male, era come colpire la roccia con altra roccia.

Mi girai furiosa verso di lui e guardandomi mi disse a denti stretti "Mia madre è morta, e tu dovresti saperlo", confusa lo guardai "Come potrei saperlo?" chiesi, e lui senza distogliere i suoi occhi dai miei aggiunse "Mia madre è morta con te, tu eri lì".

Io? Non avevo assistito mai a nessuna morte, ne ero certa, e ero abbastanza certa di non sapere chi fosse sua madre, così dissi "Ti sbagli", ma lui abbassando la testa pronunciò "Nell'incidente Sophia, nel tuo incidente, lei era lì", ancora più confusa risposi "No, eravamo solo io, mia madre e mio padre, solo noi!".

Lui mi prese il volto tra le mani e io mi sottrassi immediatamente da quel contatto, "Lei era tua madre".

Queste parole mi colpirono con la forza di un pugno, non era possibile, non lo era, se lei era mia madre voleva dire che lui, lui era mio..

"Non può essere, no" dissi flebilmente.

"Sono tuo fratello Sophie", ed io ricordai.

Aaallora, il capitolo è la seconda volta che lo scrivo perchè la prima volta mi si è cancellato, quindi non ho voglia di rileggerlo per controllare errori o altro, perdonatemi!

Come vi ho già detto passate a leggere "Work&love", ho scritto solo il primo capitolo, ma ne vado molto fiera, come protagonista c'è Louis Tomlinson.

Grazie a tutte per leggere le mie storie, commentarle e votarle, un bacio!

Come l'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora