Punto di vista di Lei.Come se un velo si fosse improvvisamente tolto dalla mia mente, ora tutto era chiaro, ricordavo dove avevo già visto quel ragazzo, o meglio, non lo rimembravo nei minimi dettagli ma ero sicura dei suoi occhi, ero convinta di averli già incontrati, ora sapevo dove: quando ero morta.
"Non riconosci i vecchi amici?" chiese lui facendo un passo nella mia direzione, mentre allo stesso tempo io rispondevo arretrando.
"Stai lontano" cercai di intimidirlo, ma ciò non fece altro che far scaturire un sorriso ancora più largo sul suo viso. "Che vuoi da me?" aggiunsi mentre il tremito delle mie mani si faceva più forte.
"Voglio tutto da te: voglio te."
Questa volta fui io a ridere, "Non penso proprio. Sai, entrambi devono volerla una cosa del genere, non solo uno" dissi cercando di sembrare più dura e sicura di quanto non fossi in realtà.
"Ora smettila!" ruggì lui, e presami una mano mi caricò sulle sue spalle, cominciando a correre velocemente nella foresta.
L'ultima cosa che riusci a fare prima di svenire fu urlare il suo nome: Jace.
Punto di vista di Lui.
Chi era quello? E come avevo fatto a non sentirlo arrivare? Il mio udito non mi aveva mai ingannato.
Immediatamente spostai Sophie dietro la mia schiena e le feci scudo con il mio corpo. Alla mia destra vedevo Jake chino, pronto a scattare nel caso ce ne fosse stato bisogno.
Soph sporse da dietro le mie spalle e chiese spiegazioni a quel ragazzo, e quando egli rispose "Io voglio lei" la mia vista si offuscò e i miei muscoli scattarono nella sua direzione, puntando la giugulare.
Prima ancora che potessi anche solo sfiorarlo però, provai una morsa alla testa, come una lama infilzata nel mio cervello, un pugnale invisibile che mi trapassava, lancinandomi e provocando dolorose fitte. Esausto crollai a terra, inerme e incapace anche solo di muovere un muscolo.
Poco prima che chiudessi gli occhi vidi Jake fare la mia stessa fine.
Aprii gli occhi lentamente e mi presi la testa tra le mani, ancora dolorante la sentivo pulsare.
SOPH!
In mezzo secondo mi trovai in piedi ad osservare la foresta, mentre il mondo riacquistava i contorni che aveva perso.
D lei non c'era traccia, e nemmeno dello strano sconosciuto: lei non se ne sarebbe mai andata da sola, dunque lui doveva averla presa con sè, contro la sua volontà.
Cercai di percepire nell'aria il suo profumo così intenso, ma non riuscivo a trovarlo: nulla, nemmeno una scia lontana.
Jake da parte a me dette segno di essersi svegliato mugulando piano e soffocando un gemito di dolore.
Non c'era, non trovavo nessuna traccia che mi portasse a lei, nulla di nulla, nemmeno un debole indizio, così, urlai alla foresta tutto il mio dolore e cominciai a correre: avessi dovuto girare tutto il mondo, l'avrei fatto, ma, giurai a me stesso, l'avrei trovato e avrei ucciso quello sconosicuto, riabbracciando Sophie e non lasciandola mai più.
Punto di vista di Lei.
Una stanza ampia, di un color pastello, a metà tra il rosa e il panna, un salmone chiaro, ecco cosa.
Mia alzai a sedere sul letto e osservai meglio: sulla destra un comodino ospitava una sveglia che segnava le 17.00, mentre sulla sinistra, lungo una parete, uno scaffale pieno di libri di ogni genere riposava tranquillo.
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Come l'inverno
Vampire"Io sono un vampiro" disse indagando il suo viso per carpirne le reazioni. Lei rise. "Io sono anche peggio" rispose.