Tentativi di fuga

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Punto di vista di Lei.

Il suo fiato caldo sul collo e il suo corpo contro il mio.

Al contatto con il suo, il mio corpo aveva avuto come una scarica elettrica in ogni sua parte, e io non ne capivo il pechè: non era come con Jace, era diverso.

Tutti questi pensieri li formulai in un decimo di secondo, dopodichè il mio corpo reagì senza nemmeno che lo comandassi, l'istinto prese il sopravvento ed il mio essere mezzo-vampiro si mise in mostra.

Un rignhio basso e gutturale fuoriscì dai miei denti, le mie spalle si incurvarono e il mio corpo si avvittò su se stesso, permettondomi di avere Harry di fronte. Vedendo che il mio polso era ancora intrappolato nella morsa della sua mano ringhia più forte, mi accucciai e gli assestai un calcio sul torace. Lo vidi volare indietro e schiantarsi contro il tavolo, distruggendolo e rialzandosi subito dopo senza un gaffio. "Ora farai i conti con me, stupida ragazzina!" disse, il suo tono di voce duro e tagliente, i suoi occhi due fessure scure, e i tratti del suo volto contratti.

Vedendo il tavolo in pezzi decisi che sarebbe stato meglio prendersela fuori, e il mio corpo rispose al mio pensiero portandomi subito al limitare con il bosco. Era strano questo nuovo rapporto tra mente-corpo, non facevo in tempo a formulare un pensiero che già il mio corpo reagiva di conseguenza: volere é potere non era mai stato così vero come detto.

Un ringhio basso alle mie spalle mi distolse da queste riflessioni, e quando lo sentii scattare dietro di me spiccai un balzo in aria, atterrando dietro di lui, che subito si girò e mi sfidò con un sorrisetto sulle labbra così perfettamente piene.

"Ora la smetto di giocare" e detto questo il suo braccio si mosse in avanti verso la mia gola, ma io flessi indietro la schiena e prendendogli il braccio lo spezza in due punti. Un mugugno di dolore sfuggì dalle sue labbra mentre si sistemava il braccio e poi massaggiandolo si girò "Niente male per una neonata sai? Ti credevo più inesperta" e senza nemmeno finire la frase fece un balzo in avanti verso di me. Incapace di capire le sue intenzioni sgusciai via, ma questo era proprio ciò che lui voleva, perchè mi piombò addosso, premendomi sul terreno umido del sottobosco.

"Presa" ringhiò basso, ed io di risposta gli mostrai i denti. Cercai di divincolarmi, ma la sua presa ferrea era addirittura troppo per le mie capacità, e improvvisamente mi ricordai: le mie capacità.

Avevo già provato a sondargli la mente e non vi avevo trovato nulla, ma ora poteva ritentare, e ricordando quando i pensieri dei familiari di Jace mi avevano pugnalato il cervelllo, stordendomi dal dolore, pensai che avrei potuto provare a fare lo stessso con lui.

Chiusi gli occhi e potei percepire la sua confusione, dopodichè mi concentrai con tutta me stessa su ciò che di più forte provava in quel momento: odio e lo gettai, come una freccia, in direzione di Harry.

Sentii che si andava a scontrare contro un muro immenso, contro una specie di scudo che lui aveva, una portezione mentale, e subito lo sentii ghignare mentre diceva "Mi credevi davvero così sciocco?".

Non ci vidi più, aprii gli occhi e vidi il sorriso che abbelliva il suo volto e gli occhi serrati in segno di sfida. La mia vista si offuscò, e mai come in quel momento sentii così bene tutto il potere della mia mente: riuscivo a percepirne i contorni, quanto fosse aperta, quanto fosse immensa e riuscii a percepire anche la sua. La aggirai, sperando di trovare un punto debole, ma quando non lo trovai lasciai che la rabbia fluisse in me e scaraventai con tutte le mie forze il mio odio verso di lui.

Sentii il muro reggere e poi cedere subito dopo crollando a terra, potei vedere la sua faccia incredula e poi contratta in una smorfia di dolore, potei vederlo acccasciarsi al suolo e lasciare la presa su di me, potei vederlo riprendere lentamente il controllo della sua mente e poi vidi solo il nero.

Come l'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora