Lui arrivò il primo giorno d'inverno e con sé portò anche la neve.
Distratta osservava la neve che scendeva dal cielo e si meravigliava di quanto potesse essere bella; il freddo le era sempre piaciuto e il caldo l'aveva sempre odiato.
Quei graziosi fiocchi cristallini riuscirono a tirarle su il morale e a farle passare un po' quell'emicrania che ormai da troppo tempo non la lasciava mai. Sbuffò piano, annebbiando il vetro, e dopo averci disegnato con l'indice una faccina sorridente, voltò le spalle alla finestra e si gettò sul letto. Rimase lì, in silenzio, sperando che il sonno arrivasse presto, domani sarebbe stato il primo giorno di scuola e doveva essere riposata.
Chiuse gli occhi, regolò il respiro e si lasciò andare pensando alla neve che fuori ricopriva ogni cosa, donando un'aria magica a tutto quanto.
STAI LEGGENDO
Come l'inverno
Vampire"Io sono un vampiro" disse indagando il suo viso per carpirne le reazioni. Lei rise. "Io sono anche peggio" rispose.