Osservazione

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Punto di vista di lui.

Entrò in casa e accompagnò dolcemente la porta, girando la chiave un paio di volte, andò in cucina e mangiò una scatola di fagioli, buttando via metà del contenuto.

Curioso di sapere come si chiamasse andai al campanello per leggere il suo nome: Sophie. Mi piacque subito, era molto dolce.

Sentii l'acqua scendere e immaginai che si stesse preparando per un bagno, sempre più curioso balzai sul ramo dell'abete che stava vicino a una finestra e saltai sul davanzale, feci lievemente pressione sui bordi e la questa si aprii. Feci irruzione come un ladro e entrai in quella che supposi fosse la sua stanza.

Un sottofondo musicale e un buon profumo di vaniglia giunse alle mie narici ed io mi lascia trascinare da questi, arrivando dinnanzi alla porta del bagno dove mi fermai; non potevo certamente entrare e dire "Buonasera, mi chiamo Jace e vorrei approfondire un paio di cose con lei", magari senza darle del Lei, sarei sembrato ancora più antico di quanto non fossi già.

Così mi limitai a tornare indietro, sostando in camera sua per osservare ciò che aveva.

Di certo non si poteva dire che fosse una persona ordinata: la sua scrivania era piena di libri, fogli svolazzanti, quaderni aperti e penne, la sua calligrafia era molto piccola ed ordinata a differenza del resto, quasi un paradosso;il suo letto era sfatto e sul cuscino ci stava un libro aperto voltato,mi avvicinai per leggere il titolo: il richiamo della foresta di Jack London, sorrisi pensando che io l'avevo conosciuto. Mi diressi verso lo stereo e avevo appena cominciato a leggere il titolo di qualche album quando sentii la porta del bagno aprirsi e quel profumo delizioso giungere fino a me.

Immediatamente uscii dalla finestra e mi rannicchiai su un ramo.

Lei entrò canticchiando una canzone che non riconobbi, si buttò sul letto e se ne stette lì a fissare il soffitto, silenziosamente mi avvicina di più. Improvvisamente suonò il suo cellulare e lei dopo aver guardato lo schermo lo spense, si alzò e si tolse l'asciugamano mentre io voltavo la testa lasciandole la sua privacy. Quando riaprì gli occhi indossava una lunga maglietta grigia e i capelli bagnati le arrivavano ai fianchi. Tentò di pettinarseli mugugnando per i troppi nodi, dopodiché cambiò cd ed io riconobbi i notturni di Chopin, uno dei miei preferiti, e con quello si addormentò.

Come l'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora