Punto di vista di Sophie
Aprii gli occhi e gemetti quando provai ad alzarmi.
"Non muoverti". Sentire la sua voce mi fece correre un brivido lungo la schiena.
Misi a fuoco il mondo che mi stava intorno e infine lo vidi, rannicchiato per terra nell'angolo più lontano della stanza. Lentamente mi misi a sedere sul divano dove lui probabilmente mi aveva fatta sdraiare mentre ero incosciente. Immediatamente mi ricordai dell'accaduto e portai una mano al collo, involontariamente.
"Ti rimarrà il segno, mi spiace"
"Che è successo?" chiesi a quell'ombra nascosta.
"Io non ho saputo resistere e ti ho.. attaccata e.." mi dice, "No, lo interrompo io, dimmi perché te ne sei andato via". Lo vedo alzarsi e muoversi flessuoso per la stanza, come può avere tanta grazia solo nel compiere un passo?
"Quando mi sedetti vicino a te il primo giorno di scuola e tu ti presentasti, il tuo profumo così buono giunse alle mie narici e.." cominciò a dire, "Quale profumo?" interruppi io "Io non uso nessun profumo" dissi confusa.
La sua risata leggera riempì l'aria, e per un secondo smise di camminare per la stanza, fissandomi divertito.
"Che c'è da ridere?" misi il broncio e incrociando le braccia lo guardai con quello che doveva essere uno sguardo torvo.
"Niente, ridevo perché credevo che avessi capito cosa sono e non pensavo servissero spiegazioni sul significato di profumo."
Punto di vista di Lui.
Aggrottò le sopracciglia e un leggero solco si formò tra esse mentre pensierosa si perdeva nei suoi pensieri. Chissà che stava pensando, avrei dato qualsiasi cosa per saperlo: "Un penny per i tuoi pensieri" mi sfuggì, lei mi fissò stupita e un colorito imbarazzato le dipinse le guance.
Il suo viso.
Era bellissimo anche da imbarazzato, se non di più. Quel lieve rossore metteva in risalto le efelidi che sbocciavano sul suo viso.
"Pensavo a ciò che sei, tutto qui" disse storcendosi le mani con evidente ansia.
Mi avvicinai a lei e liberai le sue mani da quella tortura alle quali le sottoponeva, stringendole tra le mie fino a quando non la vidi rabbrividire per il freddo che probabilmente le stavano trasmettendo, "Scusa" tentai di giustificarmi, e poi le chiesi: "Cosa credi che io sia?".
I suoi occhi grigi si puntarono nei miei e decisi dissero "Dimmelo tu"
"Io sono un vampiro" dissi indagando il suo viso per carpirne le reazioni.
Lei rise.
"Io sono anche peggio" rispose lasciandomi senza parole.
"Che intendi?" le chiesi curioso di scoprire a cosa alludesse, ma lei si strinse nelle spalle e perse quella luce divertita negli occhi, sbuffando leggermente e sussurrando un nulla, che persino le mie orecchie fecero fatica a percepire.
Capendo che non voleva parlarmene decisi di cambiare argomento "Che contavi con le dita mentre io non c'ero?", si riscosse e nuovamente strinse le spalle "Nulla" rispose, e imbarazzata piegò la testa fissando il pavimento.
Tentando di essere il più delicato possibile, non concentrandomi su tutto il sangue che in quel momento irrorava le sue guance, ignorando il veleno che mi riempiva la bocca e i muscoli irrigiditi per lo sforzo di trattenermi dal conficcare di nuovo i miei denti nel suo morbido collo che come una sirena tentatrice mi chiamava, posai il mio indice sotto il suo mento, e le feci alzare lo sguardo, facendo in modo che i miei occhi si scontrassero nei suoi.
Punto di vista di Sophie
Un brivido mi percorse il corpo quando la sua mano alzò il mio mento e i suoi occhi presero a fissarmi.
Di nuovo il loro colore era cambiato, scurendosi e rendendoli simili a due pozzi.
"Che contavi?" mi chiese di nuovo, ma questa volta la vicinanza del suo viso al mio fece in modo che il suo respiro caldo mi giungesse sulla faccia e mi ammaliasse, rendendomi come ubriaca.
Vaniglia e cannella.
Stordita dal suo profumo e persa dentro i suoi occhi così profondi gli risposi senza quasi accorgermene: "I giorni", "Giorni?" chiese lui stupito, "Sì" annuì, "I giorni che passavano senza te. Ogni colpetto un giorno, 24 in totale" abbassai la testa imbarazzata e la scossi debolmente, cercando di evitare nuovamente il suo sguardo magnetico che mi impediva di pensare lucidamente.
In che guaio ti eri messi Sophie? Ero come un libro aperto dinnanzi a lui, un libro senza copertina, né altro, un libro che lui riusciva a leggere fin troppo facilmente. Perché gli avevo rivelato dei giorni? Ora avrebbe pensato che ero una stupida, in fondo nemmeno ci conoscevamo, non sapevo nulla su di lui, ed ora gli avevo rivelato che mi era mancato, che avevo sentito la sua assenza e che addirittura ne avevo preso il conto, assenza che..
"Come facevi a sapere dei colpetti?" chiesi improvvisamente alzando la testa di scatto e trovandomi la sua lì a pochi centimetri dal mio viso, arrossì e un lieve scusa sfuggì alle mie labbra, facendolo irrigidire e digrignare i denti, mentre un ringhio lasciava le sue labbra così perfette.
Punto di vista di lui.
Nuovamente il suo profumo mi invase con prepotenza, quando lei, alzando il viso verso il mio con lieve rabbia negli occhi mi chiese come facevo a sapere che contava i giorni con le dita.
Immediatamente i miei muscoli scattarono, mettendomi in guardia e il veleno riempì la mia bocca.
Chiusi gli occhi lasciando che il suo profumo così letale mi invadesse il naso e riempisse ogni cellula del mio corpo, dopodiché scattai.
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Come l'inverno
Vampire"Io sono un vampiro" disse indagando il suo viso per carpirne le reazioni. Lei rise. "Io sono anche peggio" rispose.