Pov Sophie
Corri.
L'unica cosa alla quale pensavo.
Corri.Dopo che mi ero lasciata alle spalle la sua casa non mi ero mai voltata indietro, avevo paura che girandomi lui sarebbe stato lì, a fissarmi con i suoi occhi scuri e arrabbiati.
Spinsi le mie gambe a correre più veloce e espansi la mia mente cercando di localizzare quella di Jack, l'avevo sentito, ne ero certa.
Non avevo idea di dove fossi, la foresta continuava a scorrere imperturbabile intorno a me, e l'unico suono era quello degli animali, che spaventati dal mio passaggio si ritiravano nelle loro tane.La mia mente vagava placida e il pensiero mi riportava sempre e solamente a Jace, quanto mi era mancato.
I suoi occhi color del mare, i suoi zigomi pronunciati, i suoi capelli biondi cenere sempre scompigliati, la sua risata, il suo tocco era subito in me crebbe la consapevolezza che ora avrebbe potuto sfiorarmi senza farmi del male, che ora avremmo potuto amarci normalmente, che ora eravamo uguali, o quasi.La sera calò all'improvviso e nella foresta i gufi presero il posyo degli scoiattoli, ma per me non vi era alcuna differenza, era da 6 ore che correvo e non un solo muscolo mi faceva male, era meraviglioso.
Improvvisamente mi ritrovai al limitare di una radura che finiva su un burrone e più in là le luci di una città.
Esultai dentro di me e presa la rincorsa mi getta giù, facendo una capriola in aria e lasciando che una risata scivolasse fuori dalle mie labbra.
Atterrai dolcemente, senza il minimo rumore e subito ripresi a correre.Arrivata in città scoprii che ero distante da casa, ci sarebbe voluta almeno un'altra mezza giornata di corsa per arrivarci, prima però decisi di fermarmi fermarmi a mangiare qualcosa, era da 4 giorni che non mettevo nulla sotto i denti e il mio stomaco brontolava.
Aprii la porta di una pizzeria e mi sedetti ad un tavolo, subito un ragazzo mi si presentò davanti e quando mi vide mi guardò con aria confusa, mentre nella sua mente leggevo tutto ciò che stava pensando di me.
Scostante ordinai una pizza e una coca e aspettai che me la portassero.Non c'erano state molte occasioni di guardarmi allo specchio da quando ero diventata una vampira a metà, così mi diressi verso quello che sembrava il bagno ed entrai
Mi posizionai davanti allo specchio e mi guardai.
Non mi ero mai definita una bella ragazza, ma quella che mi stava guardando ora sembrava più una modella che una ragazza di 18 anni.
Ogni minima imperfezione era sparita, i miei lunghi capelli erano diventati più lucidi e morbidi, le mie labbra piene avevano assunto un colore più roseo, o forse era solo la pelle avorio che le faceva risaltare, le mie lentiggini punteggiavano il naso e le guance, ed i miei occhi avevano assunto una leggera sfumatura dorata.
Ero bellissima.A Jace sarei piaciuta anche così?
Distratta e pensierosa uscii dal bagno e mi diressi al mio tavolo, dove vidi la pizza e la coca poggiate sopra.
Cominciai a mangiare senza troppo interesse, ma felice che finalmente qualcosa di solido entrasse nel mio stomaco.Quando chiesi il conto mi resi conto di non avere con me i soldi per pagare, ma avevo fretta di tornare da Jace ora che avevo di nuovo riacquistato le forze e così lasciai scritto sul tovagliolo "Pagherò" e scappa via, senza che nessuno mi vedesse.
Ripresi a correre verso casa e salutai il sole con un sorriso quando spuntò da dietro agli alberi.
Espansi la mia mente e sentii con più sicurezza la mente di Jace, un sorriso prese il sopravvento sulle mie labbra, e lasciandomi guidare dalla sua presenza corsi.
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Arrivata.
Ero nella foresta a circa 10 chilometri da casa sua, lo sentivo che parlava insieme a sua sorella.

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Come l'inverno
Vampiros"Io sono un vampiro" disse indagando il suo viso per carpirne le reazioni. Lei rise. "Io sono anche peggio" rispose.