Sconosciuto.

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Punto di vista di Lui.

Dormiva tranquilla come non l'avevo mai vista: il suo respiro calmo e profondo, il viso rilassato, un leggero sorriso sulle labbra e le braccia poggiate al mio petto. Era stata la notte più bella che avessi mai passato e quel silenzio mi lasciava libero di pensare. Pensare a quello che avevo scoperto di lei: del suo "potere". Ora capivo che significava quella leggera scossa che percepivo nella mia mente a volte, ora capivo come aveva intuito che avessi sete quando la stavo per attaccare la prima volta, ora capivo tutto e la compativo. Che strazio doveva essere conoscere i pensieri di ogni persona, violare inconsapevolmente la privacy di tutti.

"Jace.." mormorò nel sonno, e io delicatamente la strinsi a me, tuffando e inspirando profondamente il profumo dei suoi capelli.

Quell'odore delizioso era sempre lì a tentarmi, ma ormai mi ero abituato, e non sembrava più così difficile mantenere la calma in sua presenza.

Sentii il suo cuore accelerare i battiti e il suo respiro farsi più disconnesso fino a quando non aprì lentamente gli occhi.

"Ben svegliata Soph.." le sussurai all'orecchio, vedendo subito affiorare un sorriso sulle sue labbra, "Buongiorno anche a te, penso che andrò a farmi una doccia, l'avete?" biascicò con ancora la voce impastata dal sonno. "Certo!" risposi prendendola tra le braccia e conducendola a passo d'uomo verso il bagno, dove la lasciai dolcemente a terra dopo averle impresso un bacio leggero sulla fronte.

"Ti aspetto giù, i vestiti li trovi in camera!" dissi prima di balzare al piano di sotto ridendo sentendola bofonchiare come suo solito quanto fossi spaccone a mostrarle la mia agilità.

Stavo preparando la colazione quando sentii un suo urlo provenire dal piano superiore. Immediatamente lasciai lì tutto e un secondo dopo ero accanto a lei, che con una faccia terrorizzata mi osservava.

"Che c'è Soph?" urlai quasi incapace di capire cosa le avesse provocato questa reazione, ma lei non mi rispondeva nè si muoveva, solo fissava dinnanzi a sè qualcosa. Mi girai e appena lo vidi scoppiai a ridere, scogrendo con la coda dell'occhio una sua occhiataccia.

"Fammi capire, non hai paura di una famiglia di vampiri, ma di un ragno sì? Oh Soph!" continuai a ridere, fino a quando lei non mi tirò un pugno sulla spalla scherzosamente "Smettila di prendermi in giro e buttalo fuori cretino!" disse con tono arrabbiato, "Cretino a chi?" dissi voltandomi lentamente e ghignando "Ti lascio dieci secondi di vantaggio, sfruttali!"

Prima confusa e poi improvvisamente divertita fuggì via dal bagno e la sentii scendere le scale di corsa e chiudere una porta "Arrivo!" urlai e la sentii ridere di sotto.

Lentamente seguii la sua scia e giunsi di fronte alla porta della camera dei miei genitori, provai ad aprirla ma era chiusa, quindi decisi di passare ad un altro piano.

"Soph, esci dai, ho voglia di abbracciarti sai?" mugulai piano con voce suadente, sentendo un grugnito provenire dall'interno subito dopo "Così non vale!" si lamentò lei, mentre sentivo la chiave girare nella serratura, ed ormai certo di averla in pugno sorrisi felice quando aprii la porta, ma rimasi esterrefatto quando mi tirò una cuscinata solenne in faccia e si nascose dietro al divano ridendo come una pazza mentre mi osservava.

"Devo passare alle maniere cattive?" ringhiai, e spiccando un balzo la ghermì tra le mie braccia e bloccai ogni suo tentativo di muoversi "Uno a zero per me schiappa" risi "Non vale" si lamentò "Tu sei molto più forte e veloce di me!" disse mettendo il broncio.

"Ti ho preparato la colazione, vieni" dissi prendendole la mano e avviandomi verso la cucina.

Punto di vista di Lei.

Come l'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora