You & I

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« Oh mio Dio! » Imprecai mentre continuavo a guardarlo confusa, cosa l'aveva costretto a ridursi in quel modo.

« Un pò. » Disse rispondendo alla domanda che gli avevo fatto prima di ritrovarmelo tra le braccia. « Hai un profumo così buono. » Mi sussurrò inspirando tra i miei capelli, mi sembrava così smarrito, un bambino che ha perso la figura a cui faceva riferimento. Lo feci entrare e chiusi la porta alle nostre spalle, non volevo che i vicini curiosi scoprissero che il professore mi veniva a "trovare" in notturna e per giunta ubriaco.

« Ti porto a letto devi dormire. » Lo guardai mentre camminavo verso la mia camera, gli avrei ceduto volentieri il mio lettino per accamparmi o nel lettone dei miei o sul divano.

« Ho bisogno di parlarti! » Si fermò e mi sfiorò il viso con la mano libera, le sue dita esili erano caldissime e si adattavano perfettamente alla mia guancia, me ne ero dimenticata.

« Non in questo stato. » Continuai a camminare e lo condussi nella mia cameretta. Gli sfilai delicatamente il trech sperando di non ritrovarmelo steso sul pavimento dato il suo scarso equilibrio, per poi farlo stendere sul materasso e torgliergli le scarpe.

«Posso svestirti anche io?» Chiese con un sorrisetto prima di scoppiare in una risata che contagiò anche me.

« Credo non sia il caso. » Lo misi sotto le coperte, sembrava un angelo con quei ricci, gli occhi chiari e la faccia "serena". « Buonanotte. » Dissi prima di baciargli la fronte per lasciarlo riposare in Santa Pace, ma mentre mi rimettevo in posizione eretta una mano mi strinse la mia.

« Resta. Ti prego. » Continuava a stringere la mia mano e quelle parole sembravano tanto una supplica. « Ho bisogno di te. » I suoi occhi incontrarono i miei, erano così pieni di paura che dirgli "no" mi risultò impossibile.

« Io sono qui, sempre. Non vado da nessuna parte. » Gli ricordai mentre mi stringeva tra le sue braccia, e io mi accoccolavo al suo fianco. Per la prima volta ero in pensiero per qualcuno estraneo alla famiglia, ci tenevo a lui, e da una parte ero felice che fosse venuto da me invece di andare dalla bionda.

« Ti piace? » Furfugliò mentre ascoltavo il battito del suo cuore, si stava piano piano tranquillizzando.

« Chi? » Chiesi alzando il volto per guardarlo negli occhi, che purtroppo erano chiusi.

« Alex. » Riuscivo a sentire tutta l'angoscia nelle sue parole. Non risposi, non lo trovavo il momento adatto per iniziare una conversazione del genere, per giunta sotto le lenzuola. « Ti amo. » Furono le ultime parole che disse prima che la stanchezza prendesse il sopravvento sulla ragione. Le parole che aveva pronunciato mi cullarono, lo strinsi forte a me e caddi in un sonno profondo.

× × ×

Aprii gli occhi e incontrai il suo volto, così sereno, rilassato e beato. Chissà cosa stava sognando? Due tomi da commentare davanti agli alunni? Possibile, era così preciso sulle cose che lo riguardavano e teneva molto ai suoi alunni. Entrare nella sua mente era un potere che desideravo moltissimo, ma purtroppo non ero ancora dotata di super poteri. Spostai il braccio che mi stringeva la spalla, cercando di non svegliare l'angioletto che riposava nel mio letto e andai in cucina per prepararmi la colazione, avevo una fame da lupi ed erano appena le sette del mattino.

Raccolsi le cuffie e l'mp3 per poter ascoltare musica senza svegliare l'uomo che dormiva beato nella mia camera. Tostai il pane, presi la marmellata e il latte, mentre Ed Sheeran intonava le prime note di "Thinking Out Loud", amavo alla follia quella canzone, raccontava la storia dei miei nonni e della persona che qualche giorno prima era volata in cielo. "Non piangere. Nonna ti vorrebbe vedere sorridere, inseguire i tuoi sogni e pensare a lei non come una persona perduta per sempre. Potrai parlarci quando vorrai, lei ti ascolterà." Le parole che aveva detto mia madre prima di partire ritornavano sempre alla mente quando le lacrime cercavano di prendere il sopravvento sul sorriso, così chiudevo gli occhi e la immaginavo vicino a me intenta a rassicurarmi.

Presi le fette con la marmellata e iniziai a ballare mentre le mangiavo, non riuscivo a stare ferma quando ascoltavo una canzone che mi piaceva. « Kiss me under the light of a thousand stars. » Canticchiavo tra una piroletta e l'altra. « Maybe we found love right where we are. » Due braccia mi strinsero da dietro, cullandomi tra un movimento e l'altro, per la prima volta mi sentivo così bene. Tolse una cuffia dal mio orecchio per portarsela al suo e ascoltare ciò che mi rendeva tanto triste ma allo stesso tempo euforica.

« Scusa, non volevo svegliarti. » Aggiunsi leggermente in imbarazzo, sentivo il suo corpo incollarsi al mio e aveva visto quanto fossi "portata" per la danza. Si, non era solo il mio prof. - dati i precedenti- ma lo stesso non ci tenevo a mostrare il mio fondoschiena ondeggiare da destra a sinistra.

« Non sono un dormiglione. Ed Sheeran? » Sentivo il suo sorriso contro il mio orecchio, era soddisfatto della battuta?

« A me piace dormire, vuol dire che non siete quello giusto professore. Amo Ed, forse gli manderò una lettera dove chiedo di sposarmi. » Tolsi anche l'altro auricolare e gli misi l'ageggio nel taschino della camicia, volevo scoppiare a ridere ma mi trattenni e mi avvicinai di nuovo alla cucina per recuperare il bicchiere che avevo lasciato sul bancone.

« Veramente? Perché a lui a differenza mia ama dormire? Bhe, se avessi la giusta compagnia chi lo sa. » Affermò seguendomi fino all'isola in cucina.

« Stai cercando di corrompermi? » Chiesi alzando un sopracciglio, era così adorabile in quei momenti che avrei rinunciato volentieri a tutto quello che stavo facendo per ammirarlo, perdendomi nei suoi neu suoi occhi e nella sua voce.

« Non é nel mio stile. » Amavo il sorrisino che faceva quando era divertito ma non voleva ridere.

« Torniamo seri. » Dissi prendendo le redini del discorso, dovevo capire perché me lo ero ritrovato davanti la porta di casa e per giunta ubriaco. « Riguardo ieri sera. » Presi posto su uno sgabello al suo fianco, non volevo farlo risultare come un interrogatorio ma più come una chiacchierata tra amici. « Perché eri ubriaco? E perché sei venuto qui? » Chiesi stringendo tra le mani il bicchiere quasi vuoto.

« Sicura di volerlo sapere? » Il suo viso non trasmetteva niente, come facevo a dargli una risposta?

« Si. » Avevo la voce a pezzi, ero pronta a tutto, anche all'essere sostituita.

« Dopo che sei andata via, dall'ufficio della preside ho ricevuto una chiamata da mia sorella che mi chiedeva di andare a casa dei miei genitori per una riunione di famiglia. » Era preoccupato, per questo teneva lo sguardo fisso sul marmo, così strinsi la sua mano, qualunque fosse stata la notizia io gli sarei rimasta vicino e l'avrei sostenuto. « Sono andato e ho scoperto che mia sorella é incinta. » Al sentire pronunciare quelle parole il mio cuore perse un battito, mi aspettavo qualcosa di peggio.

« Che cosa stupenda. Qual é il problema? » Non ci vedevo niente di male nell'aspettare un bambino, era un dono di Dio e sua sorella era adulta.

« Se solo non avesse diciannove anni e il suo ragazzo non l'avesse abbandonata da sola ad affrontare tutto. » Rimasi paralizzata da quella frase, non pensavo fosse poco più grande di me. « L'unica che sapevo mi avrebbe accolto senza giudicare il mio stato eri tu. » Strinse la mia mano leggermente, era così esile rispetto alla sua.

« Non ti giudicherei mai, Massimo. Anche se ritrovarti ubriaco davanti la porta di casa mia é stato strano. » Dissi sorridendo prima di guardare l'orologio, era tardissimo dovevo andarmi a preparare per una nuova giornata tra le bestie. « Devo andarmi a preparare é tardissimo. » Saltai in piedi mentre pronunciavo quella frase e mi incamminai in camera mia, quando la mano di Massimo mi strinse il braccio per attirarmi a lui.

« Ti va di passare la giornata insieme a me? » Gli lanciai le braccia al collo e lo baciai, desideravo farlo da così tanto tempo. « Lo prendo per un si? » Chiese alzando un sopracciglio.

« Certo. » Dissi prima di tornare su quelle labbra così morbide e sensuali.

Ricordati Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora