Invisible Masks

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Dovevo muovermi o non sarei mai arrivata in tempo alla festa e Marco era stato molto chiaro "cerca di essere una delle prime o almeno di essere puntuale, lo so che il fuso orario non aiuta, ma vorrei presentarti a tutti" queste erano state le sue parole nella breve telefonata di qualche ora prima. Anche la voce mi sembrava diversa, era più maturo, non era più il ragazzino che avevo lasciato qualche anno prima, adesso era un uomo, con un figlio e fra qualche settimana anche una moglie. In tutti i mesi che avevo trascorso oltre oceano ogni volta che ero stata chiamata "zia" da quel fantastico birbante, mi era passata davanti agli occhi un'immagine di me con qualche bambino...  subito scomparsa data la mia giovane età e la mia carriera in ascesa, non potevo permettermelo. Grazie ad internet avevo avuto modo anche di parlare con la mia futura cognata, di "conoscerla" anche se da dietro uno schermo è tutto relativo, ma di una cosa ero certa se mio fratello aveva preso una scelta del genere lei era quella giusta.  Presi la borsa e diedi un ultima occhiata a tutto l'insieme, costatando che sembravo una donna e tutto quel tempo impiegato a prepararmi era valso a qualcosa.
Arrivata al locale tutta l'ansia che avevo cercato di sopprimere venne fuori, neanche se a quella festa era presente il Papa in persona. Presi un respiro profondo ed entrai e cercando di calpestare meno piedi possibili mi incamminai verso mio fratello e la sua ragazza. Era alta, con capelli medio lunghi di un color nocciola e due occhi grandi color ambra, rimasi un secondo a contemplare la sua bellezza. Ma da dov'era uscita? Solo al pensiero che io e lei avessimo la stessa età la mia autostima, in parte delusa e ferita, cercò di trovare un posto decente in cui rifuggiarsi. « Tu devi essere Selena? Piacere Clara » La sua voce mi era familiare, l'avevo già sentita da qualche parte ma non riuscivo a ricordare dove di preciso.

« Da quello che posso intuire mio fratello è stato bravo nel mio identikit. » Mentre pronunciavo quella frase le strinsi la mano che in precedenza aveva porto. In quel momento arrivò Marco e la mia felicità schizzò alle stelle. Non gli diedi il tempo di parlare, l'unica cosa che feci fu abbracciarlo, non so quanto durò ma ricordo le lacrime che segnavano il volto di entrambi, la lontananza di quegli anni ci aveva in qualche modo segnato e fatto capire quanto il nostro legame fosse più importante di qualsiesi altra cosa.  Dopo quel momento romantico cercai di far conoscenza e di conoscere meglio la fidanzata (quasi moglie) di mio fratello portando avanti una chiacchierata che portò alla luce alcune cose sulla vita di quella ragazza: eravamo coetanee, anche lei aveva un fratello della stessa età di Marco, i suoi genitori avevano divorziato a causa di un tradimento e voleva riprendere il prima possibile gli studi. Quella ragazza aveva un qualcosa di magico riusciva a tenerti presente in una conversazione, ti coinvolgeva, rendendoti partecipe della sua vita. Dato che il mio tempo da detective era durato già abbastanza e di Gabriel non vedevo nemmeno l'ombra  decisi di dileguarmi. « Clara credo sia meglio che vada a cercare il mio uomo... prima che sia troppo tardi. » Così feci dietro front, scesi il gradino davanti a me, alzai lo sguardo e il viso che incrociai mi lasciò di stucco. Il mio cuore si fermò un minuto prima di riprendere il suo corso naturale. Non poteva essere vero, sicuramente i miei occhi stavano giocando uno scherzo. L'universo aveva proprio un modo strano per giocare con le nostre vite. « Massimo! » Leggevo benissimo la sorpresa anche sul suo volto, in fondo lo conoscevo bene e l'espressione sul suo viso stava dicendo "cosa ci fai qui? non è possibile". Posso dire che l'espressione che aleggiava sul viso della ragazza al suo fianco era completamente opposto, anzi stava cercando un modo per far capire al suo uomo che  poteva anche chiudere la bocca o altrimenti ci sarebbero entrate le mosche.

« A quanto vedo voi due vi conoscete già. » La voce di Clara risuonò nell'aria e quasi escluse tutto il resto dei rumori circostanti. « Lui è mio fratello. » Fratello? Cosa? Non potevo crederci, l'uomo che avevo amato come nessun altro era in quel momento ricomparso nella mia vita per puro caso e la cosa mi metteva paura ma allo stesso tempo sentivo un peso in meno, non sapevo neanche descriverlo ma era una sensazione bellissima. Proprio mentre il mio cervello stava per esplodere date le troppe informazioni da elaborare in così poco tempo sopraggiunse Gabriel che mi abbracciò da dietro facendomi sobbalzare.

« Honey are you okay? » Chiese cercado di capire il motivo che si nascondeva dietro allo spavento.

« Yes, posso presentarti una parte della mia "famiglia". » Affermai guardando le persone da cui ero circondata, Gabriel fece un segno di consenso con la testa. « Gabriel loro sono Marco mio fratello e Clara la sua futura moglie. Credo che Massimo già lo conosci dalla cena organizzata per la mia "borsa di studio e lei è....  » Cercai di ricordare se si fosse presentata e che nome avesse ma i miei neuroni urlavano aiuto.

« Monica la mia ragazza. » Concluse Massimo guardandola in modo dolce, voleva suscitare una mia reazione? Stava facendo seriamente?  Più andava avanti con gli anni e più si rincretiniva.

« Io e Gabriel andiamo a cercare da bere, scusateci.  » Trascinai l'affascinante Americano il più lontano possibile da quella zona, possibilmente su un terreno neutro.

Quasi un'ora dopo mi ritrovai sul portico che affacciava sul mare cercando di fumare una sigaretta in santa pace lontano da tutti, Gabriel era rimasto all'interno ad illustrare i suoi mille progetti in atto oltre oceano ai miei genitori così avevo sfruttato l'occasione per scappare da tutto quello. Presi posto sul muretto che impediva di ritrovarsi sulla spiaggia e iniziai a riflettere su tutto ciò che era successo in poche ore.

« Vedo che molte cose sono cambiate, soprattutto l'attenzione verso la salute. » La voce familiare subito mi fece capire di chi si trattava, prese la sigaretta e la buttò a terra spegnendola con il piede per poi prendere posto sul muretto di fianco a me.

« Invece il tuo atteggiamento iperprotettivo non lo vedo mutato professore. Lo sa che esiste ancora il libero arbitrio e io posso decidere da sola cosa è giusto e sbagliato per me. » Affermai infastidita, già era impossibile farlo davanti a Gabriel dato che lo trovava solo un vizio dannoso per la salute e in quei giorni di permanenza non potevo data la presenza di mio padre, un medico che cercava di salvare la gente. « A quanto pare mio fratello è lo stronzo che ha messo incinta tua sorella. » Dissi con un tono di cattiveria guardandolo, non potevo dimenticare la mattina in cui mi aveva detto che la sorella aspettava un bambino.

« Mia sorella invece è l'incosciente che ha deciso di fare un figlio quando ancora i suoi neuroni non erano formati. » Cavolo si ricordava ancora quell'uscita infelice che avevo fatto la sera stessa che avevo saputo che sarei diventata zia, alla fine dovevo ammettere che ero stata proprio acida in quella affermazione. « Però non posso negare di essere felice che sia tuo fratello, se ha preso almeno metà dei tuoi pregi, i difetti spero di no, sono in una botte di ferro. » I nostri occhi si incrociarono e sul mio viso spuntò un sorriso.

« Devo ammettere che neanche tua sorella è una brutta persona, ha davvero un talento nel parlare con le persone, credo abbia preso da te. »  Ricordavo benissimo la capacità che aveva durante le lezioni e fuori di catturare l'attenzione su di se. « Forse a loro il destino ha voluto dare l'opportunità che ha negato a noi due. » Le parole uscirono così senza che il cervello imponesse un freno.

Proprio mentre Massimo stava per pronunciare qualcosa sopraggiunse Gabriel e mi esortò a rientrare per i festeggiamenti finali, così si concluse la nostra conversazione e un'oretta dopo anche la festa tra la gioia e l'euforia di tutti i partecipanti.

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