Never Forget You || Massimo

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《 Prof.?! 》La figura esile e minuta che era al mio fianco cercava di richiamare la mia attenzione in qualsiesi modo, fino a quando riuscì a farmi alzare gli occhi dal libro che tenevo stretto tra le mani.《 Possiamo uscire in cortile? Oggi è l'ultimo giorno e sono tutti lì a festeggiare. 》 La sua più che una richiesta sembrava una preghiera, in fondo erano le ultime due ore di lezione di quell'anno, e quella classe più che un luogo consono allo studio stava diventando una camera a gas.

《 Va bene, ma siete abbastanza maturi per non combinare guai? Perché dovrei restare qui a correggere dei compiti. 》 Tutti i miei allievi mi guardavano sorpresi ma anche felici di poter saltare le ultime due ore di lezione sulla letteratura italiana.

《 Certo prof.! Li terrò d'occhio io.》 Sul suo viso comparì un sorriso e io feci lo stesso, quella classe era davvero una lotta continua ma alla fine tutto svaniva con la loro allegria e il loro affetto.

《 Ci conto! 》Le risposi in tono gentile. 《 Ragazzi vi auguro una buona estate, e cercate di studiare un pò oltre a divertirvi. 》Dopo queste parole la classe si catapultò in cortile il più in fretta possibile lasciandomi da solo nell'aula.

Dovevo leggere assolutamente la lettera che avevo trovato tra la posta qualche giorno prima, mia madre l'aveva posta in mezzo alle bollette, per questo mi ero accorto della sua esistenza solo qualche ora prima. Odiavo quando le persone mettevano le mani tra la mia robba senza consultarmi, la prima era mia madre, che con la sua ossessione per l'ordine e la pulizia era riuscita in pochi giorni a rendere la convivenza un inferno. Quando il telefono squilló qualche settimana prima e riconobbi il numero di mia madre decisi di non rispondere, continuando a vestirmi per andare da Selena a cui dovevo assolutamente chiedere scusa. Il mio comportamento la sera precedente era stato davvero inaccettabile e speravo in qualche modo di rimediare a quello sbaglio. Stavo chiudendo la porta alle mie spalle quando un'esile figura uscì dall'ascensore e puntò verso di me. 《 Mamma? Cosa ci fai tu qui? 》 Quell'arrivo inaspettato aveva stravolto tutti i piani e anche tutta la mia vita.

Era ormai un mese che Selena era partita per l'America e ancora non riuscivo a pensarci in modo lucido, quando notai la calligrafia sulla lettera intesi la provenienza.

Caro Massimo,
fra poco è un mese che sono volata dall'altra parte del globo e in questo piccolo spazio libero che ho tra le varie lezioni ho deciso di scriverti questa lettera, spero che sia quella giusta, dato che ci sto provando quasi tutti i giorni.
Mi dispiace di averti mentito non parlandoti della mia partenza, ma sapevo benissimo che la nostra relazione era instabile e non volevo finisse nel peggiore dei modi, ma alla fine tutto quello che speravo non accadesse si avverato. La nostra storia è stata sempre una barca in alto mare e noi non siamo stati bravi marinai, abbiamo semplicemente portato la scialuppa ancora più lontano dal porto sicuro. Quando ci siamo rincontrati non avevo messo in conto i problemi che avrebbe portato un rapporto del genere, ero solo accecata dall'amore per il ragazzo che mi aveva rubato il cuore, ma ho sbagliato. Le mie notti sono insonni per via di questo peso che mi porto sul cuore e per via di quell'addio che non sono mai riuscita a darti. Dopo aver letto questa lettera dimenticati di me ..... e di noi.
Ti auguro tutto il bene e la felicità del mondo, Massimo.
Con affetto Selena.

Una lacrima solcò il mio viso e atterrò sul foglio che stringevo tra le mani. Provavo dolore ma allo stesso tempo rabbia, come eravamo arrivati a quella lettera? Accartocciai quel foglio di carta e lo infilai nella borsa insieme agli altri libri che ricoprivano il 90% della cattedra e attesi la fine della giornata vagando con la testa. Mi ritrovai davanti agli occhi una pellicola che ritraeva tutti i momenti che avevamo trascorso insieme, dalle serate di lettura al Club estivo a tutti gli sguardi rubati nelle ore di lezione, era tutto così sbagliato ma allo stesso tempo elettrizante e adrenalinico.
Al suono della campanella cercai di uscire da quel luogo tra ragazzi urlanti e secchiate d'acqua, per un pelo riuscii a non farmi la doccia.

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《Massimo potresti non fare quella faccia da funerale in mia presenza? Mi fai venire la depressione e non dai un buon esempio al bambino.》 Davvero era insopportabile quando faceva così, rendeva tutto semplice, è arrivata la fatina di Cenerentola. Voleva organizzare una festa per il mio compleanno, cosa del tutto inopportuna dato che non avevo niente da festeggiare, da qualche anno quel giorno era diventato semplicemente il promemoria del mio invecchiamento. 《 Mi dici cos'hai? 》 La mano di Clara avvolse la mia e intanto cercava i miei occhi che vagavano per la stanza alla ricerca di una scusa, dato che stare male per una ragazza che da qualche anno viveva dall'altra parte del globo era alquanto adolescenziale. 《 È per lei giusto? 》 Voltai il viso alla ricerca dei suoi occhi e ci vidi tanta comprensione, era un evento davvero strano dato che ormai lei e Marco, il suo ragazzo, che ancora non avevo incontrato - dato che faceva avanti e indietro per questioni di lavoro-, erano ormai proiettati ad una vita insieme e al creare una famiglia dando alla luce un secondo bambino. 《 Io non ti capisco, sei un uomo bello, attraente e non riesci a trovare un'altra ragazza.》

Mia sorella a volte era davvero ottusa, lei e le sue convinzioni, non poteva essere che non erano le ragazze a non cercarmi, ma io a non cercare loro? Ogni volta che vedevo una ragazza pensavo a lei, a tutto quello che qualla ragazza seduta davanti a me aveva di mancante rispetto a quella che era stata un tempo la donna della mia vita. 《 Due sono le opzioni: la prima è che ti mando da un bravo psicologo, la seconda e che ti decidi a fare un pò di vita sociale. 》Le due opzioni mi sembravano una peggiore dell'altra. 《 Allora quale scegli? Non ho mezza giornata da perdere. 》 Su una cosa ero sicuro, la "gentilezza" con cui aveva pronunciato quelle parole sottolineava quanto dovevo preoccuparmi.

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Stare con lei mi faceva stare bene, soprattutto piano piano stavo mettendo una pietra sopra alla mia storia con Selena. Avevo saputo tramite i suoi genitori che la sua vita in America procedeva a gonfie vele e che sarebbe rimasta lì ancora un pò. Mentre ripetevo il discorso per la festa di fidanzamento di mia sorella entrò lei, la ragazza con cui uscivo da qualche mese, con un vestito blu scuro che le evodenziava i punti giusti. 《 Fatti aggiustare la cravatta. 》La tirò delicatamente verso destra in modo da averla perfettamente al centro. 《 Ora sei perfetto.》Le sue labbra sfiorarono le mie per qualche secondo. 《 Ti aspetto in salotto.》

Il locale era davvero carino e raffinato, su un lato c'era una fila di tavolini abbelliti per l'occasione e sul lato opposto una schira di persone intente a parlare. Presi Monica per mano e ci incaminammo tra la folla, cercando di non colpire nessuno. Quando fummo vicini a mia sorella e ad un ragazzo di bell'aspetto la mia attenzione fu catturata dal vestito e soprattutto dalle movenze di quella donna che parlava animatamente. Il suo vestito le fasciava il fisico perfettamente, evidenziando i punti giusti, i capelli erano leggermente ondulati come se i ricci risalissero a qualche ora prima. Era un qualcosa di unico, un qualcosa di altri tempi. Nel momento in cui ci trovammo faccia a faccia rimasi di pietra, come più o meno lei.《 Selena!》Fù l'unica parola che uscii dalla mia bocca.

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